GUARDA I NOSTRI CORSI GRATUITI >>> ISCRIVITI SENZA IMPEGNO

Multitasking: la droga dei nostri giorni

Multitasking: la droga dei nostri giorni

La società moderna ci ha educati a dover essere sempre iper efficienti e performanti, costringendoci sempre più spesso a svolgere più attività contemporaneamente per non perdere tempo e ottimizzare gli sforzi perché al giorno d’oggi il tempo non è mai sufficiente per riuscire a fare tutto.

Si fa un gran parlare del cosiddetto essere “multitasking”, tanti di noi si pregiano di questa autodefinizione, forse si autoconvincono di esserlo realmente… ma è davvero così funzionale adoperarsi su più fronti nello stesso momento?

Per approfondire:

Corso Online: Time Management e stress lavorativo

RISORSE GRATUITE

Multitasking: cosa ci insegna la neuropsicologia?

Al contrario di quanto succede in informatica, il nostro cervello non è capace di agire realmente in multitasking, ma solamente di switchare più o meno rapidamente l’attenzione da un’attività all’altra (il cosiddetto switchtasking appunto) o, in alternativa, di focalizzare l’attenzione su una di esse lasciando sullo sfondo l’altra o le altre (Backtasking).

Di fatto siamo in grado di fare solamente una cosa alla volta, quando proviamo ad agire diversamente gli studi ci dicono che il risultato è che finiamo coll’impiegare mediamente il doppio del tempo a portare a termine ciascun compito, con maggiore propensione all’errore e un inutile dispendio di energie.

Nel 2009 l’Università di Stanford ha effettuato un interessante studio sull’argomento, che ha confermato come il nostro cervello non sia in grado di essere multitasking. In particolare siamo in grado di gestire fino a 2 compiti (uno per ciascun emisfero) ma non di più.

Il passare rapidamente da un’azione all’altra genera un ingente impegno cognitivo e un incremento nella produzione del cortisolo (l’ormone dello stress) e adrenalina (ormone del lotta o scappa), determinando maggiore stato di allerta e atteggiamenti aggressivi.

La corteccia prefrontale se allenata al multitasking subisce una distorsione che fa si che l’attenzione del nostro cervello venga catturata rapidamente da qualsiasi novità, generando così una predisposizione alla distrazione.

Altresì viene prodotta una scossa di dopamina ogni qualvolta ci illudiamo di essere davvero in grado di portare a termine più compiti insieme, generando una temporanea gratificazione (la dopamina sostiene le sensazioni di piacere e ricompensa) che ci porta per mano a voler replicare tale esperienza.

Cosa comporta in definitiva il multitasking?

Un più rapido consumo del glucosio ossigenato, ovvero la sostanza che ci permette di mantenere la concentrazione. Questo fa si che lavorare con tale modalità provochi spossatezza e stanchezza anche dopo poche ore.
In conclusione il multitasking è una sorta di ”droga” dei nostri tempi alla quale tutti noi siamo esposti quotidianamente.

I metodi per limitarne l’utilizzo e i conseguenti eventi dannosi sono:

  • strutturare una to do list ordinando le attività per importanza e seguirla poi passo passo: terminato un compito iniziamo a svolgere il successivo;
  • cercare di prestare attenzione a ciascuna azione nel momento in cui la si sta compiendo;
  • ridurre gradualmente l’uso dei dispositivi elettronici che ci permettono di “giocare su più tavoli” contemporanemente;
  • lavorare sulla respirazione, imparando (o meglio, reimparando) a respirare con il diaframma, una respirazione più consapevole ci aiuta a recuperare lucidità e ad organizzare al meglio le nostre attività.