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IL RAPPORTO SCUOLA-FAMIGLIA: LA NECESSITÀ DI UN’ALLEANZA EDUCATIVA

IL RAPPORTO SCUOLA-FAMIGLIA: LA NECESSITÀ DI UN’ALLEANZA EDUCATIVA

Da qualche tempo vengono riportati, dalle varie fonti di informazione, numerosi casi problematici sul rapporto scuola-famiglia che fotografano spesso una situazione di incomprensione e di inefficacia comunicativa tra le due agenzie educative.

Tale situazione di fragilità compromette un’azione concordata di corresponsabilità educativa, dovuta principalmente alle difficoltà relazionali che generano, talvolta, una serie di conflittualità. Tali conflittualità risultano essere generative di manifestazioni di intolleranza e di comportamenti aggressivi, soprattutto da parte dei genitori, nei confronti dell’azione didattico-educativa dei docenti.

In considerazione di questa problematica, che vede i soggetti impegnati su fronti diversi e, quindi, orientati verso posizioni divergenti e opposte sulle finalità educative della scuola, si sente l’esigenza sempre più pressante di una partnership educativa fondata sulla condivisione della modalità di gestione dell’attività scolastica, nel rispetto dei rispettivi ruoli, attribuzioni e competenze.

C’è da precisare, su questo argomento, che l’educazione deve essere intesa in senso unitario. I suoi elementi fondanti non possono essere interpretati in modo difforme e oppositivo a scuola e in famiglia. Essa, va, infatti, concepita come azione pedagogica, veicolata a perseguire traguardi di sviluppo comuni centrati sul processo di crescita, maturazione e sviluppo dei bambini e dei ragazzi.

DIFFICOLTÀ DEI RAPPORTI SCUOLA-FAMIGLIA

I rapporti tra insegnanti e genitori, nel contesto attuale, rappresentano purtroppo una delle questioni più critiche della formazione. I punti di criticità possono essere così riassunti:

  • lo scarso riconoscimento sociale e dell’autorevolezza dell’insegnante da parte dei genitori, sebbene questa figura sia stata, ufficialmente, delegata a svolgere il delicato compito che investe il campo dell’istruzione e dell’educazione;
  • la mancanza di una comunicazione efficace tra i due soggetti, con la conseguenza di una scarsa comprensione reciproca;
  • l’utilizzazione di linguaggi e codici espressivi diversi;
  • la mancante sintonia, sul piano dell’intervento educativo, con posizioni polemiche da parte dei genitori sul piano dell’offerta formativa della scuola e sugli stili di conduzione dell’attività didattico-educativa degli insegnanti;
  • la mancanza di senso critico da parte dei genitori sulle decisioni degli insegnanti, riferite alla valutazione dei risultati, dell’impegno e del comportamento dei figli: si tratta di un atteggiamento iperprotettivo che li porta ad affermare che certe modalità valutative non sono condivisibili e che “a casa il proprio figlio, si impegna e si comporta bene”.

FRAGILITÀ DELLA SCUOLA

Per quanto riguarda, invece, le criticità legate all’istituzione scolastica:

  • la scuola di oggi si sente gravata di una serie di incombenze che non riguardano solo l’asse dell’istruzione, ma investono numerosi campi d’intervento che investono la totalità esistenziale degli alunni: si sente quindi inadeguata a fronteggiare e gestire alcune situazioni problematiche complesse;
  • la scarsa attenzione che, all’interno del curricolo scolastico, è riservata alla valorizzazione dei linguaggi non verbali, allo sviluppo dell’intelligenza emotiva e alle competenze socio-affettive, che devono animare la convivenza civile;
  • la convinzione, da parte di alcuni insegnanti, di considerarsi depositari del sapere, con atteggiamenti di chiusura nei confronti della famiglia e delle agenzie extrascolastiche;
  • la riduzione dell’intervento insegnativo ai contenuti disciplinari all’interno dell’aula scolastica non consente agli alunni di usufruire di un ambiente stimolante e coinvolgente, che dia loro la possibilità di essere ascoltati e di svolgere un ruolo attivo nel loro processo di apprendimento e che li aiuti a coltivare non solo il sapere, ma anche il saper essere.

I POSSIBILI ITERVENTI

Sulla base delle riflessioni sopra esposte, si potrebbero proporre alcune linee guida, per disegnare un nuovo rapporto su piani di intervento mirato, una sorta di “santa alleanza” centrata su un piano d’azione, che tenga cono delle seguenti esigenze:

  1. LA CONOSCENZA RECIPROCA. Di solito la conoscenza tra realtà scolastica e realtà familiare è solo una conoscenza superficiale (che riguarda solo la punta di un iceberg: il resto, pari al 90%, rimane sommerso), per cui è necessario acquisire la consapevolezza che non può esistere un progetto educativo se manca la conoscenza reciproca, che è alla base di un qualsiasi incontro.
  2. LA COMUNICAZIONE EFFICACE. Bisogna attivare una forma di comunicazione bidirezionale basata sul dialogo, che permetta un ascolto reciproco fra insegnanti e genitori sulla condizione degli alunni, riguardante i risultati del processo di apprendimento, ma anche eventuali situazioni critiche dal punto vista comportamentale.
  3. LA CONDIVISIONE DEI TRAGUARDI DI SVILUPPO DEGLI ALUNNI. La condivisione del percorso educativo non presuppone che si debbano avere le stesse idee, ma che si trovi una necessaria sinergica e convergenza sugli esiti del processo di Apprendimento sui Traguardi di sviluppo delle competenze degli alunni come condizione indispensabile per abilitarli ad elaborare un personale progetto di vita (life skills).

UN PATTO EDUCATIVO SCUOLA-FAMIGLIA E I CONTENUTI DI UN PROGETTO MINISTERIALE

Scuola e famiglia devono seguire, dunque, un percorso comune, in cui la scuola deve conoscere e collaborare con la famiglia e viceversa per favorire il successo formativo dell’alunno, favorendo e promuovendo attività che ne agevolino, in particolare, lo sviluppo dell’autonomia e dell’identità personale.

Le iniziative della Direzione Generale dello Studente del Ministero dell’Istruzione, con una nota del 2018, propongono e sostengono le seguenti iniziative, in grado di arricchire i contenuti dell’offerta formativa e di rendere più accattivante l’ambiente scolastico: “Organizzazione di attività culturali e ricreative per e con i genitori dentro e/o fuori dalla scuola (viste ai musei, viaggi di istruzione in città d’arte, ecc)“, e ancora “Attività teatrali (partecipazione a spettacoli o allestimento degli stessi; attività musicali (partecipazione a concerti); attività sportive (partecipazione dei genitori con i ragazzi a manifestazioni sportive, gare, partite, ecc.)“.

Come nota conclusiva, si ritiene di poter affermare che il rapporto scuola-famiglia è fondamentale per la buona riuscita di un itinerario educativo completo, per cui si rende necessario un dilatamento del tempo scolastico, in cui tutti gli spazi della scuola devono essere sempre aperti e resi disponibili, per uno scambio reciproco di relazioni ed esperienze. In tale ambiente, i genitori possano essere coinvolti attivamente, insieme agli insegnanti, in progetti che riguardino la loro preziosa collaborazione, centrata sull’ ideazione e la realizzazione di una serie di attività motivanti e accattivanti (laboratori artistici, musicali, sportivi).

La realizzazione di tale istanza, in definitiva, potrà renderà la scuola una comunità educante e una vera e propria palestra, in grado di coniugare l’aspetto culturale e formativo, con l’aspetto dell’incontro umanizzante fra le due principali agenzie educative.

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