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Rodolfo Lisi

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Rodolfo
Lisi
Docente di scienze motorie e posturologo. Autore di 14 libri sullo sport, Lisi si occupa di tematiche inerenti la salute e il benessere.

Zainetto scolastico e scoliosi: quale lo stato dell'arte?

Riassunto

Si è più volte dibattuto negli ultimi tempi sulla reale pericolosità dell’eccessivo peso dello zainetto nei confronti della colonna vertebrale. Si è arrivati addirittura a ipotizzare un suo coinvolgimento diretto nella comparsa di una
scoliosi evolutiva. La realtà delle cose è ben diversa, come dimostra la letteratura scientifica sull'argomento e le nozioni di biomeccanica.

Iniziamo la nostra breve disamina differenziando la scoliosi vera e propria dall' attitudine scoliotica.

1.Scoliosi vera e attitudine scoliotica

Da un punto di vista anatomico, il rachide di un individuo normale, esaminato
in X-grafia, si presenta perfettamente allineato in proiezione antero-
posteriore. Nel caso di una scoliosi, invece, la colonna vertebrale, sempre
visualizzata sul piano frontale, presenta una o più inflessioni laterali.
Detta deformità esercita inoltre i suoi effetti negativi sui rimanenti piani
(sagittale e trasversale) e, di conseguenza, su tutto il rachide.
La Scoliosis Research Society (SRS) definisce la scoliosi una deviazione
laterale della colonna vertebrale (visibile ai raggi X) la cui entità sia superiore
a 10° Cobb. La scoliosi strutturata è, dunque, un’affezione tridimensionale del rachide, non riducibile volontariamente, ed è particolarmente evolutiva durante il periodo puberale. Tale evolutività tende a rallentare nel corso dell’età
adulta, sebbene alcune scoliosi, a fine accrescimento scheletrico, siano
destinate a peggiorare anche di un grado all’anno (Weinstein e Ponseti, 1983).

Diversamente, l’attitudine scoliotica (e non atteggiamento scoliotico) è caratterizzata da un’alterazione morfologica del tronco causata da una curva
laterale della colonna vertebrale. Tale alterazione, reversibile e autocorreggibile, compare quando il soggetto assume posture in carico, mentre
scompare totalmente o si riduce quando lo stesso soggetto assume posture
fuori carico. Questo tipo di condizione rientra nelle cosiddette scoliosi
funzionali. L’attitudine scoliotica può determinarsi a causa di ipometria (o eterometria) degli arti inferiori, stati infiammatori muscolari, dolore vertebrale
e/o muscolare, alterazioni di tipo posturale. 

2.Zainetto e problematiche vertebrali

C’è da notare che, per quanto non sia ottimale esporre un rachide in accrescimento a sovraccarichi, il tempo reale di tale esposizione è minimo (casa-autobus o automobile-scuola e ritorno) e, da un punto di vista strettamente scientifico, ci si dovrebbe domandare perché, se tutti i bambini portano gli zainetti, solo alcuni sviluppano scoliosi evolutive. D’altra parte, bisognerebbe dimostrare che l’incidenza della deformità vertebrale in questa popolazione è differente, e maggiore, rispetto a quella di una popolazione analoga per età e sesso non esposta allo stesso sovraccarico. Tuttavia, è evidente che lo zainetto può provocare stiramenti ed effetti di tipo contusivo nel momento in cui i bambini e i ragazzi, indossandolo in modo scorretto, saltano e compiono brusche accelerazioni o arresti improvvisi. Non si può infatti dimenticare che i muscoli, le articolazioni e le ossa sono sottoposti a carichi dipendenti dalla dinamica del movimento, ossia dall’effetto combinato delle masse corporee e delle relative accelerazioni (F = ma). Lo zainetto è una massa supplementare aggiunta a quella del corpo umano che, a parità di movimento (stessi valori di a), impone al sistema muscoloscheletrico carichi meccanici più elevati [F’=(m+mzainetto) a]. In tale contesto, la colonna vertebrale, essendo la struttura anatomica direttamente interessata dalla massa
aggiuntiva, risulta esposta a incidenze potenzialmente lesive. Tra l’altro,
anche quando i movimenti fossero eseguiti correttamente, i muscoli
dovrebbero lavorare più intensamente per garantire la stessa performance
(es.: camminare a una certa velocità) a causa dell’incremento del costo
energetico. L’effetto globale di questo nuovo stato “meccanico” è un
aumento generalizzato delle sollecitazioni a carico del sistema muscoloscheletrico. Dato che l’incremento delle sollecitazioni sul corpo umano
può risultare significativo anche per banali alterazioni del movimento, è
fondamentale controllare o evitare tutti i fattori che possano innescare
turbe motorie (peso eccessivo e posizionamento asimmetrico dello zainetto,
repentine decelerazioni o torsioni, urti, cadute) [Lisi, 2007; Lisi, 2018].

Conclusione

Saggini e Ridi (1994) sostengono che uno zaino di peso “non superiore al 10% del peso corporeo sia sopportabile da soggetti in fase di accrescimento perché non implica reazioni dinamiche e muscolari compensatorie particolarmente gravose per la struttura corporea”. Raimondi (1998), pur confermando i dati di cui sopra, ha constatato la possibilità di traumi muscolotendinei durante l’attività di accelerazione e di spinta nella corsa o nei salti con lo zaino in spalla.

Si può verosimilmente affermare che lo zainetto non possa assolutamente indurre o aggravare una deformità rachidea come la scoliosi. Tra l'altro, nel 90% dei casi, la scoliosi vera ha una etiologia (causa) sconosciuta. Si sconsiglia di utilizzare i classici zaini solo su una spalla e si caldeggia invece l'utilizzo di piccoli trolley o zaini con carrellino (alternando la movimentazione degli stessi prima con un arto, poi con l'altro) al fine di evitare possibili traumi articolari e tendinei nei soggetti in fase di crescita.

Bibliografia

Lisi, R. (2007). Tennis e scoliosi, tutta la verità. Roma: Lombardo Editore

Lisi, R. (2018). La scoliosi nel tennis, tutta la verità. Latina: Il Trifoglio Bianco

Saggini, R, Ridi, R. (1994). Zaino in spalla. Sport & Medicina 11(6): 47-52

Weinstein, SL, Ponseti, IV. (1983). Curve progression in idiopathic scoliosis. Am J Bone Joint Surg 65: 447-455