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Alimentazione, obesità e diabete nei giovani: Un mondo sommerso da scoprire

Alimentazione, obesità e diabete nei giovani: Un mondo sommerso da scoprire

L’obesità giovanile è un fenomeno dilagante in una comunità industrializzata e poco attenta all’incidenza sempre più elevata di casi clinici che riconducono a fattori legati alla cattiva alimentazione. In questo quadro clinico iniziale si aggiungono comorbidità quali ipertensione, dislipidemia e diabete.

Cattiva alimentazione, obesità giovanile e diabete: cosa dice la scienza

L’alimentazione, cioè l’insieme delle attività chimiche e fisiche che mantengono equilibrata e costante la composizione biologica dell’organismo, risulta essere nella società attuale un punto di interesse del mondo giovanile.

L‘insieme delle attività esposte permettono la ricostruzione delle perdite materiali ed energetiche e di consentire la crescita nei giovani delle difese biologiche implementando la consistenza fisica e psicologica dell’individuo.

È difficile stabilire con estrema esattezza quali possano essere i fabbisogni di ogni singola persona in base a determinate caratteristiche antropometriche ma, in Italia, tabelle pubblicate dalla Società italiana di nutrizione umana (SINU, pubblicazione con scadenza all’incirca decennale) indicano i Livelli di assunzione di nutrienti raccomandati (LARN) ogni giorno, tenendo conto delle abitudini alimentari, delle condizioni economiche e delle nuove conoscenze che ci fornisce la scienza dell’alimentazione.

Obesità e insulino-resistenza: Fattori di rischio

Secondo l’ISPAD (International Society of Paediatric and Adolescent Diabetes) il diabete mellito di tipo 2 si manifesta in età pediatrica adolescenziale quando la produzione di insulina diventa inadeguata a fronteggiare l’aumentata richiesta dovuta all’insulino resistenza (deficit insulinico relativo). Si associa, in genere, ad altre anomalie metaboliche caratteristiche quali dislipidemia, ipertensione, sindrome dell’ovaio policistico, steatosi epatica e possono essere considerati fattori di rischio l’obesità, fattori individuali (es: etnia, sesso), fattori perinatali e legati alla pubertà.

Ad esempio, uno studio del 2014 ha individuato una prevalenza di DIABETE MELLITO TIPO 2 in età evolutiva negli Stati Uniti variabile dal 5,5% dei bianchi non ispanici, fino all’80% nei nativi americani fra tutti i casi di diabete di nuovo esordio. In Italia, invece, una survey condotta dal Gruppo di Studio sul Diabete della SIEDP (3-4) ne collocava la prevalenza fino ad ottobre  2011 attorno all’1% degli esordi di diabete in età pediatrico adolescenziale (D. Iafusco, F. Cardella, I.Rabbone,2020).

L’importanza dell’informazione e della sensibilizzazione nella prevenzione del diabete

Un altro lavoro ha evidenziato l’importanza di “istruire ed informare correttamente il paziente, proporre un rinforzo positivo con rivalutazioni di follow up, creare un’istruzione personalizzata ed autentica per ogni individuo, istruire su un alimentazione sana e regolare attività fisica, usare strategie di coping efficace e un’accettazione della patologia ed auto-efficacia” per un miglioramento significativo della gestione del diabete mellito di tipo 2 e della qualità di vita del paziente (M. Kanalga e J.Fiore, 2022).

Un altro studio ha dimostrato anche l’importanza dell’esercizio fisico e dello sport: al contrario di quanto si possa pensare, infatti, l’attività fisica per i diabetici non è solo fortemente consigliata, ma è proprio parte integrante della terapia, perché induce modifiche positive del metabolismo, del sistema cardiocircolatorio, delle funzioni ormonali e del sistema nervoso. Può inoltre contribuire a mantenere bassi i valori della  glicemia determinando un miglior utilizzo del glucosio e abbassando i livelli di grassi (colesterolo e trigliceridi) nel sangue. Oltre a questo, aumenta il senso di benessere e di sicurezza, riduce i livelli di ansia e di depressione, accresce la fiducia in sé stessi e la sensazione di “potenza” nei confronti del diabete (D. Dona’, F. Nin 2022).

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Il ruolo dell’infermiere scolastico

Un ulteriore articolo mostra che ”l’infermiere scolastico è il professionista adatto per questo tipo di situazione, è formato per assistere gli studenti all’interno delle scuole, fornendo piani individualizzati per gli studenti, programmi preventivi e finalizzati a promuovere la salute, oltre che consulenza e supporto agli studenti che lo necessitano.” Lo scopo del lavoro è quello di comprendere l’importanza del ruolo ricoperto dall’infermiere scolastico nella prevenzione dell’obesità in bambini e in adolescenti nel contesto istituzionale. Inoltre, “valutare l’efficacia degli interventi educativi che queste figure professionali mettono in atto per incentivare la riduzione del peso e comportamenti di vita più salutari serve  da prevenzione primaria per  complicazioni future”(S. Cristinelli , 2022) .

Strategie d’intervento

Oltre a fattori strettamente correlati a caratteri antropomorfici, etnici, economici e sociali, il collegamento tra obesità e insulino-resistenza viene scandito da comorbidità, stile di vita, alimentazione e attività fisica. Ultimo e non per ultimo, la presenza di personale qualificato presente sin da gli ambienti scolastici funge da catalizzatore per il miglioramento psico-fisico dello status generale del giovane e la potenziale patologia.

Da qui la maggiore sensibilizzazione allo studente in età scolare e lo screening di prevenzione primaria aiuterebbero alla diminuzione di patologie quali ipertensione, diabete tipo 2, dislipidemie , ecc.

Per poter intervenire in modo efficace ed efficiente sulla prevenzione dell’obesità, è fondamentale la presenza di un team multidisciplinare, con il compito di fornire informazioni con una comunicazione attiva e una consulenza mirata, adattando programmi specifici per ridurre i comportamenti a rischio e promuovere quelli salutari.

La presa in cura dell’obesità e del soggetto diabetico, tuttavia, deve coinvolgere sia figure professionali che genitori, con la finalità di incoraggiare gli studenti per migliorare la propria salute. Questo permette anche un’assistenza individualizzata, tenendo in considerazione le esigenze del giovane con sovrappeso od obesità, in base alla fase di sviluppo in cui questo si trova non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico e di socializzazione.

L’importanza di campagne di sensibilizzazione adeguate dovrebbe iniziare sin dalla scuola dell’infanzia e proseguire presso gli istituti di istruzione secondaria dove al conoscenza dell’argomento e della materia permetterebbe maggiori fenomeni di inclusione e di accoglienza evitando o riducendo manifestazioni quali il body shaming e altre forme di bullismo.

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BIBLIOGRAFIA

NIGRO, Angela 20/02/2012 Ruolo dell’obesità e dell’insulino-resistenza nello sviluppo di complicanze metaboliche,  cardiovascolari ed epatiche durante l’infanzia e l’adolescenza

Flavia Prodam, Gianluca Aimaretti, Raffaella Buzzetti, Lucia Ghizzoni, Paolo Moghetti Endocrinologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università “Gennaio 2012 D. Iafusco, F. Cardella, I. Rabbone Il diabete mellito di tipo 2 dell’adolescente , 2020

Miriam  Kanalga e Jessica Fiore,  Educazione terapeutica e promozione della salute nei pazienti con diabete mellito di tipo 2,  SUPSI 2023 ;

NIN, FILIPPO Effetti dello sport nei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1,  2021/2022

Cristinelli, Silvia (2022) Ruolo dell’infermiere scolastico nella prevenzione dell’obesità di bambini e adolescenti: scoping review. Bachelor thesis, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.