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Metodologie per insegnare l’italiano agli stranieri

Metodologie per insegnare l’italiano agli stranieri

L’insegnamento dell’italiano agli stranieri, non solo bambini, ma anche adolescenti e adulti, è oggi una priorità fondamentale, data la natura sempre più multiculturale della società e delle classi in Italia.

Ma quali sono le metodologie utili per insegnare questa bellissima e difficile lingua?

Metodologie per insegnare l’italiano: come partire 

Si potrebbe partire con l’osservazione dello studente, del suo background, delle sue conoscenze pregresse, e iniziare con una lezione frontale, oggi spesso “demonizzata”, ma utile e fondamentale per iniziare a spiegare una lingua: l’alfabeto, i suoi tempi verbali, il presente, il passato prossimo, l’articolo determinativo, gli avverbi di tempo ecc., seguita da una serie di esercizi strutturali centrati sul tema in esame, coinvolgendo tutti gli studenti.

Successivamente o contemporaneamente ci si potrebbe concentrare sulla conversazione, così la partecipazione attiva degli studenti viene stimolata il più possibile. Si potrebbe partire dai saluti formali e informali tipici dell’italiano (buongiorno, salve, ciao); per poi passare alle piccole forme di cortesia per instaurare un dialogo (come stai? bene grazie ecc) e quindi molto importante il lavoro di gruppo e in coppia. Questo prende il nome anche di Dialogo a catena, botta e risposta tra due persone o tra due squadre.

In queste fasi, gli studenti devono sentirsi liberi di esprimersi e di sbagliare e devono capire che l’errore può diventare il terreno fertile per imparare ancora di più.

Infatti, esiste una metodologia che si chiama analisi dell’errore e consiste nello studiare gli errori, individuando quelli che non sono dovuti a ragioni soggettive dello studente, ma che possono essere ascritte a ragioni interlinguistiche, cioè interne alla lingua oggetto di studio. Interessante sarebbe anche un’altra tecnica, quella della caccia all’errore.

Si procede con la lettura o con l’ascolto di un testo dove sono presenti degli errori e lo studente deve identificarli. Fondamentale è poi la correzione e la spiegazione di ogni singolo errore affinché la memoria processi i giusti vocaboli e percorsi di apprendimento.

Metodologie per insegnare l’italiano: l’acquisizione del lessico

Un’altra metodologia è sicuramente la flessibilità. Si prova, si sbaglia, si migliora, si impara, si raggiungono gli obiettivi. Tutto questo mettendo in moto la propria Intelligenza Emotiva, sia come insegnante che come studente.

Le tecniche, poi, con le quali lavorare sul lessico sono sostanzialmente due: partire da un testo o partire da un argomento.

Quando si parte da un testo lo si fa leggendolo completamente e poi analizzandolo. Per esempio, leggendo un testo che parla di piante, si possono introdurre le parole: vaso, giardinaggio, potare, vivaio, ramo, sempreverdi, rampicanti, concime… Così si crea un albero di parole e chi è soprattutto nei livelli A1/A2 può lavorare con le immagini.

A questo proposito si può lavorare poi sull’accoppiamento lingua-immagine che è una tecnica didattica che si realizza presentando delle immagini (disegni alla lavagna, fotocopie, cartelloni, pagine pubblicitarie di giornali, ecc.) contrassegnate da una lettera. Gli allievi esplorano le immagini, poi ascoltano (o leggono) brevi testi che si riferiscono alle immagini.

Quando il livello sale si può procedere con l’accoppiamento parola-definizione, una tecnica che serve a sviluppare la funzione metalinguistica. Si forniscono una lista di parole e, in ordine diverso, una lista delle loro definizioni; gli allievi devono procedere all’accoppiamento. Oppure si possono scrivere una lista di parole da accoppiare con la propria immagine, un po’ come si fa a scuola che le parole vengono accoppiate alla loro traduzione in inglese o francese.

Metodologie per insegnare l’italiano: l’importanza dell’ascolto

Altra tecnica è l’ascolto plurilingue, consiste nel seguire in diretta o attraverso una videoregistrazione un evento quale una partita di calcio, una riunione politica, un talkshow in questo caso in italiano. Questa è utile, dunque, al rafforzamento di processi di base della comprensione. Questa è molto gradita agli allievi sia perché di solito il contenuto è piacevole, oltre che autenticamente comunicativo, sia perché essa rappresenta una sfida personale più che un compito scolastico.

Poi c’è l’attività di ascolto selettivo: il compito è solo quello di cogliere il maggior numero possibile di parole e dati, magari da inserire in un testo. Poi si passa alla correzione singola o a coppia per poi procedere ad un secondo ascolto.

Metodologie per insegnare l’italiano: giocare con il testo

Un elemento spesso usato per imparare una nuova lingua, soprattutto dai più giovani, è quello della canzone. Ma in una canzone sono presenti altri elementi, quali la melodia, il ritmo che possono da un lato distrarre il discente ma dall’altro catturare l’attenzione e attivare la motivazione, importantissima in qualsiasi processo di apprendimento. Poi si potrebbe analizzare il testo, il contesto, il significato, le parole eccetera. Quindi è una metodologia utilissima.

Lavorando sul testo si può utilizzare l’esercizio del testo bucato o Cloze. Le parole mancanti possono essere segnate prima del testo e questo sarebbe utile per studenti alle prime armi.

Simile è il completamento di un testo scritto (di solito si tratta delle sezioni conclusive delle battute di un dialogo): per completare il testo, infatti, egli deve basarsi sulla coerenza globale e deve tener conto dei meccanismi di coesione già presenti nella parte del testo che gli è nota.

Sempre sul testo si può lavorare poi con il riassunto o contrazione di un testo. Contrazione di un testo significa eliminare frasi, parti di testo o parole superflue, che però non vadano ad intaccare il significato del testo. L’esercizio può prevedere l’eliminazione di un tot di parole o del 50% del testo.

Poi ci si può esercitare con le coppie minime come per esempio pena-penna, sano-sanno, sono-sonno. O con le parole che tra loro sono sinonimi e contrari.

Cruciverba

Altro esercizio è quello del cruciverba e ne esistono almeno di due tipi:

– cruciverba in cui le parole vanno individuate in base alla definizione o alla descrizione, oppure costituiscono i buchi di un cloze, per cui si sviluppa l’abilità di lettura;

– cruciverba in cui in realtà solo una parola viene incrociata a tutte le altre: essa è scritta in una colonna evidenziata e per individuarla, bisogna inserire le parole (da indovinare come visto sopra) nelle colonne che la incrociano.

Dettato-picasso

Per unire lo studio di una lingua al disegno ci si può esercitare con il dettato-picasso o dettato-disegno che si realizza “dettando” le caratteristiche di un disegno che l’allievo deve eseguire man mano che ascolta.

Drammatizzazione

Molto utilizzata nelle scuole di ogni ordine e grado è la drammatizzazione, si tratta di recitare (leggendo oppure a memoria) un testo predisposto dal manuale, dall’insegnante o dalla classe stessa partendo da un testo che poi gli studenti devono adattare, suddividendolo in sequenze, adattando le battute ai vari personaggi, attribuendo le parti.

Monologo

Associato alla drammatizzazione è il monologo. Come tecnica glottodidattica, il monologo è una produzione orale abbastanza breve su un tema precedentemente assegnato, in modo che l’allievo abbia potuto approfondire i contenuti e che il problema del ‘cosa’ dire non interferisca sull’attenzione al ‘come’ viene espresso, cioè sull’aspetto linguistico.

Battute e incastro di fumetti

Infine, altri esercizi sono quelli dell’incastro, per esempio, di battute, messe in ordine casuale e rimesse in ordine dallo studente; l’incastro di fumetti, dove le vignette si presentano in ordine sparso e sempre lo studente deve ingegnarsi per metterle in ordine e l’incastro di battute, frasi e testi, sempre simili ai precedenti.