Premessa
Quando pensiamo al gioco, ci vengono in mente momenti di svago, creatività e spensieratezza. Eppure, negli ultimi anni le neuroscienze hanno portato alla luce un aspetto sorprendente e affascinante: il gioco non è solo un passatempo, ma un potente alleato dello sviluppo cognitivo. In particolare, numerosi studi dimostrano come attività ludiche strutturate possano stimolare e potenziare le capacità mnemoniche, soprattutto nei bambini e negli studenti. Giocare attiva infatti aree specifiche del cervello coinvolte nei processi di attenzione, apprendimento e consolidamento della memoria, contribuendo a rafforzare i circuiti neurali legati al ricordare. Questo articolo esplorerà come il gioco, anche nella sua forma più semplice, possa trasformarsi in uno strumento educativo efficace, fondato su solide basi scientifiche e neuroscientifiche.
Il Cervello
Prima di addentrarci nelle particolarità dell’articolo, è necessario svolgere una semplice introduzione su ciò che concerne il sistema nervoso di ogni essere umano.
Il suo fulcro è il cervello. Codesto termine deriva dal latino cerĕbĕllum e, tenendo in considerazione l’ambito anatomico, si considera la parte anteriore dell’encefalo (regione anteriore del sistema nervoso centrale. Esso è racchiuso nella scatola cranica e ospita i centri della sensibilità olfattiva, visiva, acustica e statica, corrispondenti ai centri associativi, integrativi e ai centri superiori della corteccia cerebrale), costituita dagli emisferi cerebrali (l’emisfero di sinistra è specializzato nelle funzioni del lingaggio, del controllo della mano dominante e nell’organizzazione della motilità volontaria. L’emisfero destro, invece, prevale nella cognizione dello spazio e nella regolazione dell’emotività), il talamo (posto al di sotto dei ventricoli laterali, ha il compito di raccogliere e smistare le connessioni da a verso la corteccia cerebrale, sia a livello sensitivo che motorio) e l’ipotalamo (è la sede della regolazione delle principali funzioni vegetative e di vari fenomeni della vita istintiva, al centro dei rapporti tra sistema nervoso e sistema endocrino).
Il cervello è, particolarmente, abile nell’acquisire, coordinare e comunicare informazioni riguardanti il corpo e l’ambiente che lo circonda. Tali informazioni devono essere elaborate nell’arco di millisecondi, ma possono essere, anche, immagazzinate come ricordi per anni. I neuroni svolgono queste funzioni generando raffinati segnali elettrici e chimici.
Memoria
Per quanto riguarda l’ambito mnemonico, si tiene in considerazione l’importante ruolo che svolge l’ippocampo, una regione del cervello che ha il compito di determinare quali informazioni andranno memorizzate conducendole nella memoria e lungo termine e quali informazioni possono essere scartate e non tenute in considerazione. In altre parole, dobbiamo intendere l’ipotalamo come una specie di centralino, che ha il compito di captare le diverse informazioni provenienti da tutte le parti del cervello e di rielaborarle in modo tale da riuscire ad incanalarle verso la strada della memoria a lungo termine.
Gli esseri umani dispongono di, almeno, due sistemi qualitativamente diversi, che hanno il compito immagazzinare le informazioni: la memoria dichiarativa e la memoria procedurale.
La memoria dichiarativa è la capacità di memorizzare (e di richiamare alla mente) informazioni che sono accessibili alla coscienza e, dunque, possono essere espresse mediante il linguaggio (da qui il termine dichiarativo”). La memoria procedurale, invece, non è accessibile alla coscienza. Essa riguarda le abilità apprese e le abitudini acquisite, ovvero le conoscenze che sono necessarie per portare a termine un compito o una consegna.
Dal punto di vista temporale, invece, si distinguono:
- la memoria immediata: capacità di tenere in mente per qualche secondo un’esperienza che si sta facendo. La capacità di questo archivio è molto ampia,coinvolge tutte le modalità sensoriali (visiva, verbale, tattile e così via) e ci fornisce costantemente la consapevolezza del presente.
- la memoria a breve termine: capacità di tenere in mente le informazioni relative ad un dato evento, ormai terminato, per periodi di tempo che vanno dai secondi ai minuti.
- la memoria a lungo termine: capacità di immagazzinare le informazioni in forma più duratura, conservandole per giorni, settimane o anche per tutta la vita.
Il Gioco e le Capacità Mnemoniche
Il gioco rappresenta una modalità di apprendimento attivo, in quanto favorisce una costruzione della conoscenza su misura per ciascun individuo, attraverso cicli di apprendimento ripetuti che includono l’analisi del contesto, la selezione di strategie e il monitoraggio dell’azione svolte.
Il gioco favorisce lo sviluppo di una vasta gamma di competenze e abilità, rappresentando, anche, un efficace strumento per l’allenamento delle Funzioni Esecutive. Esse rappresentano un insieme di processi cognitivi fondamentali che permettono di elaborare idee, di riflettere prima di agire e di controllare il comportamento. Esse, in particolare, riguardano: la memoria; l’attenzione; l’inibizione; la flessibilità cognitiva; la pianificazione.
Per potenziare la mente dell’alunno, secondo Roberto Trinchero dell’Università degli Studi di Torino, risulterebbe utile praticare il gioco computerizzato. In questo caso, lo studente avrà a disposizione un computer (supporto principale) e altri strumenti tecnologici (tastiera, mouse, joystick) con cui giocare. Attraverso la simulazione, l’alunno migliorerà le sua capacità logico-strategiche e organizzative.
Giulia Musini, nel suo articolo, afferma che per migliorare le capacità mnemoniche si possono utilizzare carte e puzzle.
Inoltre, secondo altre ricerche, è utile svolgere: attività multisensoriali; attività di ripetizione; attività di associazione vsiva; rompicapo; oltre che la creazione di mappe mentali.
Bibliografia
- Purves D., Augustine G. J., Fritzpatrick D., Hall W. C., LaMantia A. S. & White L. E., (2013), Neuroscienze, Bologna, Zanichelli.
- Purves D., Augustine G. J., Fritzpatrick D., Katz L. C., LaMantia A. S., McNamara J. O. & Williams S. M., (2005), Neuroscienze, Bologna, Zanichelli.
- Melis A. A. M., (2024). Migliorare la memoria di lavoro e le competenze di lettura attraverso il gioco, – Doctoral dissertation, Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana (SUPSI).
- Giuriato, M., & Lovecchio, N. (2020). Cosa sono le funzioni esecutive: Analisi, riscontri e legami nello sport. Formazione & insegnamento, 18(2), 050-063.
- Trinchero R., (2014), Il gioco computerizzato per il potenziamento cognitivo e la promozione del successo scolastico. Un approccio evidence based., Form@ re-Open Journal per la formazione in rete, 14(3), 7-24.
Sitografia
- https://www.treccani.it
- https://www.dbcf.unisi.it
- https://www.studioaruotalibera.it
- https://static1.squarespace.com
- https://upbility.it