È cronaca di questi giorni la violenza subita da giovani donne da parte di orde di giovani e giovanissimi orchi che dopo averle fatte sballare, con droga o alcol, abusano sessualmente di loro, filmando inoltre gli orrori perpetrati. In un mondo ideale, non esisterebbe la violenza e vivremmo tutti nel rispetto degli uni verso gli altri, ma purtroppo un mondo così è solo utopico.
Tutti siamo d’accordo che è sbagliato rubare, rapinare, stuprare, uccidere e, generalmente, tutti siamo stati educati al rispetto della vita e degli altri esseri che popolano il nostro pianeta, ma le persone rubano, rapinano, stuprano, uccidono. E lo fanno per le più svariate ragioni: necessità, avidità, gelosia, perversione, senso del possesso, odio.
La psicologia e le scienze criminologiche classificano i soggetti affetti da pulsioni violente e devianti in vari modi, a seconda delle caratteristiche e delle modalità con cui agiscono il male: sociopatici, psicopatici, narcisisti, borderline.
Il predatore sessuale
Il predatore sessuale è uno psicopatico che agisce un comportamento sessuale violento verso le proprie vittime, spesso preceduto dalla ideazione, pianificazione, idealizzazione dell’evento criminoso in tutte le sue fasi. È privo di empatia e pietà verso gli altri e prova piacere ad infliggere dolore e sofferenza alle proprie vittime.
Il predatore sessuale può agire da solo o in gruppo, come abbiamo potuto vedere nei recenti fatti di cronaca, amplificando gli effetti devastanti del comportamento deviante e deresponsabilizzando gli autori della violenza sessuale.
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Come difendersi dai predatori sessuali
Individuare un predatore sessuale e quindi difendersi da esso non è facile. Questi psicopatici sono dei fini manipolatori, narcisisti all’eccesso, capaci di modificare la percezione della realtà agli occhi delle proprie vittime, per piegarle alla propria volontà criminale e spingerle a fare ciò che vogliono.
Attenzione, Prudenza, Consapevolezza le parole d’ordine per approntare un’efficace difesa da questi predatori. In una parola PREVENZIONE.
ATTENZIONE a chi si frequenta, a chi si mostra eccessivamente gentile, a chi ostenta una grande sicurezza, a chi palesa un’estrema considerazione di sé. Attenzione a tutti i segnali di allerta che ci inviano i nostri sensi e agli eventi sentinella che ci mettono sull’avviso che la persona o le persone che abbiamo davanti possono rappresentare, anche solo potenzialmente, un pericolo per la nostra incolumità. Restiamo sempre vigili e attente a ciò che accade intorno a noi, per dirla con Jeff Cooper, rimaniamo in Codice Giallo, ovvero in una condizione psicofisica di attenzione diffusa e rilassata, uno stato di vigilanza tranquilla, nell’ambito della quale siamo pienamente consapevoli dell’ambiente circostante.
PRUDENZA nel rispondere alle richieste e alle offerte di persone che non si conoscono, evitare di condividere informazioni personali, accettare bevande o alimenti di cui non si conosce la composizione e la provenienza. Regola base per difendersi dagli orchi del terzo millennio: non accettare caramelle da uno sconosciuto!
Non recarsi o farsi portare in luoghi sconosciuti, mantenere sempre il controllo della situazione e se il nostro sesto senso comincia a mandare segnali di allerta, seguiamolo e allontaniamoci immediatamente, cercando rifugio e aiuto. Meglio un eccesso di prudenza, e tornare a casa vive ed incolumi, piuttosto che rimanere in balia di uno o più di questi predatori psicopatici.
CONSAPEVOLEZZA dei propri limiti e delle proprie capacità. Se si è astemi o non si regge l’alcol, evitare di accettare drink o limitarsi nella loro assunzione. Molti predatori sessuali spingono le vittime designate ad assumere grandi quantità di alcol, o droghe anche cosiddette “leggere”, come la marijuana o il fumo, per abbassare la loro soglia di attenzione e consapevolezza, portandole ad uno stato di “minorata difesa”. Nel nostro sistema penale portare una persona ad uno stato di minorata difesa è considerata una circostanza aggravante del reato (Art. 61, n. 5 c.p.)
Prevenzione e genitorialità
Un efficace sistema di prevenzione non può però prescindere dall’educazione dei propri figli al rispetto verso le donne, trasmettendo etica, principi e valori sani; dall’essere genitori presenti, vigili e attenti a ciò che i propri figli e i loro amici fanno e chi frequentano; dal capire eventuali loro disagi e se necessitano di un aiuto e un supporto psicologico.
Un genitore non è un amico, un fratello, un compagno dei propri figli a cui piacere a tutti i costi, con la paura di deluderli e di perdere la loro stima o amicizia. Compito di un genitore è educare i propri figli all’impegno e al rispetto delle fragilità altrui.
Il rischio di cadere nella trappola del “genitore amico”, incapace di affrontare il conflitto e affermare quei no indispensabili per una sana crescita emotiva, è di trasformare i figli in esseri privi di empatia, violenti verso i più deboli, schiavi delle loro pulsioni, capaci di mettere in atto qualsiasi sopruso, in particolar modo quando agiscono in forma di orda.
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