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LA PSICOLOGIA SOCIALE E LE INFLUENZE SOCIALI

LA PSICOLOGIA SOCIALE E LE INFLUENZE SOCIALI

La psicologia sociale può essere definita come quella branca della psicologia che si occupa dell’interazione tra un individuo e le influenze che un gruppo sociale esercita su di lui.

Nonostante il fatto che la psicologia sociale nasce ufficialmente agli inizi del Novecento a seguito della pubblicazione di due opere sul tema, già negli ultimi anni del XIX secolo Norman Triplett eseguì un esperimento proprio nell’ambito della psicologia sociale. Egli infatti, partecipando ad una gara ciclistica, sia accorse di come i corridori pedalavano più velocemente quando erano affiancati da altri corridori rispetto a quando pedalavano in solitudine.

Questo esperimento fa capire l’importanza che l’influenza delle altre persone esercita sul nostro comportamento e di come questa influenzi non solo gli aspetti cognitivi della persona, ma anche la sua performance.

LE DIVERSE TIPOLOGIE DI INFLUENZE SOCIALI

Come veniva affermato da Aristotele, l’uomo è un animale sociale e, in quanto tale, sente il bisogno di entrare a far parte di un gruppo e quindi di conformarsi alle decisioni prese da esso.

Ci sono due tipologie di influenza sociale che spiegano questa necessità: l’influenza sociale informativa e l’influenza sociale normativa.

Si parla di influenza sociale informativa quando i singoli soggetti, considerata l’incertezza della realtà, non sanno bene quale decisione adottare e si conformano quindi alle scelte del gruppo.

A questo riguardo, Solomon Asch affermò che la situazione sociale possiede un principio della Gestalt, secondo il quale essa non è una condizione arbitraria, ma una condizione ben definita e dotata di senso.

L’influenza sociale normativa si verifica invece quando i singoli soggetti tendono a conformarsi alle decisioni prese dal gruppo, in quanto pensano che, così facendo, vengono meglio accettati dal gruppo dei pari.

L’influenza sociale è dunque un fattore che è stato molto studiato all’interno della psicologia sociale e che regola la vita relazionale tra i membri del gruppo.

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L’EFFETTO PIGMALIONE

Nella seconda metà del secolo scorso, Robert Rosenthal (1968) ci ha parlato dell’effetto Pigmalione. L’effetto Pigmalione (chiamato anche “Effetto Rosenthal” o “profezia che si auto avvera”) si riferisce a quelle situazioni che, pur non corrispondendo al vero, attivano esattamente le risposte pronosticate all’inizio.

Questo fenomeno è studiato da Rosenthal il quale eseguì un esperimento in una scuola elementare. L’esperimento si basò sul fatto che in una classe di studenti i professori erano stati influenzati a considerare alcuni degli studenti come maggiormente meritevoli e alla fine dell’anno scolastico si vide come proprio quegli studenti che erano stati considerati come più meritevoli ottennero i migliori risultati.

Questo perché le influenze dei professori a considerare alcuni studenti come maggiormente dotati  hanno portato gli studenti stessi al compimento della profezia.

L’effetto Pigmalione costituisce un’ulteriore prova di come le influenze, anche nel contesto scolastico, siano fondamentali e hanno la capacità di modificare alcuni eventi della vita reale.

Le profezie che si autoavverano quando le credenze su noi stessi dirigono i nostri comportamenti in modo specifico.

L’INFLUENZA DELLA SITUAZIONE E DELL’EFFETTO TESTIMONE

 Philip Zimbardo è stato un sociologo che ha parlato dell’approccio situazionale, intendendo cioè quando la situazione può influire nei vari comportamenti delle persone.

Zimbardo compie un esperimento carcerario, condotto a Stanford, in cui c’erano due differenti guardie e dei soggetti carcerati diversi che si comportavano in modo  differente con le due guardie.

Con questo esperimento, Zimbardo volle dimostrare quanto le diverse situazioni possono modificare i comportamenti delle persone.

L’effetto testimone, chiamato anche effetto spettatore, invece si verifica quando molti soggetti osservano un omicidio o comunque un evento traumatico pubblico e non fanno niente per intervenire nei soccorsi.

Il motivo di tale fenomeno è che, quando gli osservatori dell’evento traumatico sono numerosi, la responsabilità non è percepita come individuale, ma essa diventa collettiva. E’quel processo che in psicologia prende il nome di “deindividuazione”.

L’effetto testimone è un fenomeno che è stato molto studiato nell’ambito della psicologia sociale e il primo caso è individuato dopo la metà del secolo scorso quando una ragazza, chiamata Kitty Genovese, subì un omicidio in un quartiere popolato di New York e gli abitanti dei condomìni vicini non chiamarono la polizia per questo motivo.

L’effetto testimone può essere uno dei motivi che cercano di spiegare i comportamenti di inosservanza delle persone di fronte a uno o più eventi traumatici.