GUARDA I NOSTRI CORSI GRATUITI >>> ISCRIVITI SENZA IMPEGNO

Il ruolo del tutor dell’apprendimento nei Disturbi specifici dell’Apprendimento

Il ruolo del tutor dell’apprendimento nei Disturbi specifici dell’Apprendimento

 

 COSA SONO I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA)

Per Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) si intende una categoria diagnostica, relativa ai Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento che appartengono ai disturbi del neurosviluppo (DSM 5, 2014), quindi a base biologica ed evolutiva.

 I DSA riguardano esclusivamente le abilità scolastiche Cnop, 2016), senza ricadute sul Quoziente Intellettivo. Infatti, nella Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità (CC-ISS, 2011)  i DSA vengono definiti come “disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici.

Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche:

Dislessia, disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo);

Disortografia, disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica);

Disgrafia, disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria); 

Discalculia, disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere e operare con i numeri)” (CC-ISS 2011).

I DSA coinvolgono anche deficit nelle funzioni esecutive, quali pianificazione, memoria di lavoro, organizzazione, inibizione e velocità di elaborazione (Cornoldi, 2023), misurabili attraverso la somministrazione di test di livello come la WISC IV.

Anche gli aspetti metacognitivi legati all’apprendimento e quelli attentivi appaiono un punto debole nei DSA (Cornoldi, 2023), con una grande ricaduta nel contesto e nel successo scolastico.

La letteratura scientifica e la stessa CC-ISS (2011), sopracitata, affermano che i DSA hanno un grande impatto sia a livello individuale (per esempio con cali di autostima e abbassamento delle competenze o prematuro abbandono scolastico nel corso della scuola secondaria di secondo grado) sia a livello sociale (Cnop, 2016). 


 I DSA a scuola: tutela e benessere dell’alunno 

L’impatto che un DSA può avere sul percorso scolastico è un fattore da considerare ampiamente. 

Infatti, spesso la compresenza di difficoltà scolastiche e di un ambiente scolastico non supportivo possono portare a disturbi d’ansia, depressione, tendenze suicidarie e devianze sociali, nonché a drop out scolastico (Cornoldi, 2023). 

 Nel sistema scolastico i DSA rientrano tra I Bisogni Educativi Speciali (BES), ciò significa che i soggetti con diagnosi di DSA incontreranno, presumibilmente, delle difficoltà nello svolgere le normali attività e procedure scolastiche (Cornoldi, 2023), pertanto verrà stilato per loro un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che tenga conto della diagnosi e del funzionamento di quel soggetto. 

 I soggetti con DSA sono tutelati dalla legge 170/2010 (Cornoldi, 2023), affinché la scuola e i servizi territoriali prendano in carico le loro esigenze di una didattica personalizzata.

 Con il decreto ministeriale del 12 luglio 2011 (Cornoldi, 2023) è stato poi  introdotto il PDP.

 Il PDP deve prevedere: dati anagrafici dell’alunno; tipologia di disturbo e specificazione della gravità: attività didattiche individualizzate;attività didattiche personalizzate;strumenti compensativi utilizzati;misure dispensative adottate; forme di verifica e valutazione personalizzate (Grandi, Stella, 2016). 

 Questo aspetto che può apparire esclusivamente una questione burocratica, in realtà, quando non viene rispettato, incide sull’ambiente e sul clima familiare e scolastico, requisiti fondamentali per l’apprendimento (Grandi, Stella, 2016).

 Grandi e Stella (2016) affermano, infatti, che l’apprendimento migliora al migliorare della cooperazione tra insegnanti, genitori ed esperti che seguono l’alunno (psicologi, logopedisti, tutor dell’apprendimento).


Ricadute dei DSA sui compiti a casa e impatto sulla famiglia

Va menzionato che non sempre si raggiunge l’equilibrio auspicato tra le diverse figure di riferimento che seguono il soggetto con DSA, innescando un circolo vizioso che può avere ricadute importanti sul benessere psicologico dell’alunno (Cornoldi, 2023) e sul benessere della famiglia (Daffi, Prandolini, 2013). 

I compiti a casa, per esempio, possono diventare un momento di conflittualità e stress (Grandi, Stella, 2016), soprattutto quando non vengono rispettate le indicazioni degli esperti nel PDP o il PDP stesso.

Bisogna sottolineare, infatti, che in generale, lo svolgimento dei compiti pomeridiani può rappresentare, per alcuni genitori, un momento di confronto con i propri figli caratterizzato da un profondo senso di inadeguatezza e da tensione, con episodi di contrasto tali da compromettere, talora, la serenità familiare (Daffi, Prandolini, 2013), in particolare nel caso di diagnosi di disturbi del neurosviluppo con risvolti di tipo comportamentali, si pensi, per esempio al deficit di disattenzione e iperattività (ADHD).

 I bambini e gli adolescenti con diagnosi di questo tipo, spesso,  tendono a procrastinare ripetutamente l’avvio degli impegni pomeridiani, preferendo attività ludiche o cognitivamente meno impegnative, data la fatica che sperimentano a causa del loro funzionamento cognitivo.In italia, dal punto di vista di un insegnante, i compiti, invece, rappresentano un’occasione in cui viene sollecitata l’autonomia degli studenti, un banco di prova significativo per testare il livello di comprensione di quanto è stato proposto in classe (Daffi, Prandolini, 2013). 

In questa situazione, bisogna ricordare che avere un DSA, come già affermato, ha importanti ricadute sulle funzioni esecutive (Cornoldi, 2023), quindi è immaginabile che un soggetto con DSA non riesca a organizzare il pomeriggio di studio e i materiali necessari, inoltre bisogna ricordare anche che un DSA ha ricadute sui processi attentivi (Cornoldi, 2023), quindi sarà difficile per l’alunno mantenere l’attenzione durante tutto lo svolgimento dei compiti. Ci si trova in una situazione nella quale bisogna conoscere come intervenire per favorire, quindi, l’apprendimento e contenere la fatica.

Ciò vale tanto per gli insegnanti, che devono tenere conto del funzionamento dell’alunno con DSA, che per i genitori. 

Come affermano Grandi e Stella 2016, i genitori non devono conoscere tutto dei DSA per essere di supporto ai figli, è importante però conoscere alcuni aspetti fondamentali per scegliere e intervenire. In tal senso è importante che i genitori siano informati al fine di scegliere di affidarsi a un professionista che segua il bambino o ragazzo per i migliorare il clima familiare, la relazione e l’apprendimento. 

CHI È IL TUTOR DEGLI APPRENDIMENTI?

Per favorire l’apprendimento di soggetti con DSA o altre caratteristiche che agli occhi della scuola li rendono soggetti con BES, esiste una figura professionale: quella del tutor degli apprendimenti. 

Il termine “tutor” si riferisce ad  una figura professionale diversa dall’insegnante, ma ugualmente necessaria per la formazione (Meneghetti, Zamperlin, 2017).

 Il tutor è colui che supporta il bambino o l’adolescente con difficoltà di organizzazione e pianificazione nello svolgimento dei compiti scolastici in modo strategico e programmato, da non confondere con l’insegnante privato che dà ripetizioni (Daffi, Prandolini, 2013). 

  Come affermano Meneghetti e  Zamperlin (2017), infatti,  l’azione del tutor si articola nell’individuare la “zona di sviluppo prossimale” (Vygotskij, 1934/1990 in Meneghetti, Zamperlin, 2017) di colui che si sta accompagnando per andare ad organizzare azioni di scaffolding (Bruner, 1997 in Meneghetti, Zamperlin, 2017), cioè di sostegno e di aiuto che vanno poi a ridursi per permettere all’altro di sperimentare spazi di autonomia (Meneghetti, Zamperlin, 2017).


Perchè è importante per il benessere e il successo scolastico degli studenti con DSA o altri disturbi del neurosviluppo: conoscere gli  stili di apprendimento 

La figura del tutor dell’apprendimento può essere molto importante per soggetti con disturbi che impattano sul loro apprendimento per le  funzioni che riveste, tra le quali: 

– aiutare nella riflessione su come organizzarsi per portare a termine il compito assegnato;

-richiamare esperienze precedenti (tecnica degli antecedenti);

-Incentivare l’uso di strumenti per l’organizzazione e la pianificazione del lavoro: -supervisionare l’alunno, per garantire un impiego corretto degli strumenti e delle strategie proposti;

-stimolare l’alunno a farsi domande per sostenere l’apprendimento in modo attivo;

-fornire un feedback sui risultati ottenuti e sulla qualità della performance;

-rinforzare positivamente l’alunno, stimolando il suo senso di autoefficacia;

-aiutare la famiglia a gestire i rapporti con la scuola, aggiornando gli insegnanti sul percorso svolto dall’alunno e sul livello di sviluppo delle competenze.

(Daffi, Prandolino,2013). 

Queste funzioni risultano molto importanti a causa dei defict nelle funzioni esecutive di soggetti con DSA o altri disturbi del neurosviluppo. 

Il tutor dell’ apprendimento rappresenta per gli studenti con BES un tassello fondamentale nella relazione tra l’intervento scolastico e quello familiare con funzioni specifiche che riguardano principalmente il metodo di studio e l’utilizzo consapevole degli strumenti compensativi (Meneghetti, Zamperlin, 2017).