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L’APPRENDIMENTO TIPICO ED ATIPICO: I DSA

L’APPRENDIMENTO TIPICO ED ATIPICO: I DSA

DEFINIZIONI DI APPRENDIMENTO E BASI TEORICHE

Il termine “apprendere” deriva dal latino ad – pre(he)ndĕre che letteralmente significa “prendere da” ovvero ricevere per trattenere qualcosa nella mente, al fine di imparare qualcosa che prima si ignorava.

Sostanzialmente possiamo annoverare tre filoni teorici principali che hanno esaminato l’apprendimento, cioè:

  • comportamentismo, per cui non si può far a meno di annoverare B. Skinner (1904-1990) con i suoi studi sperimentali sul condizionamento operante (evoluzioni ed approfondimenti a partire dal condizionamento classico secondo I. Pavlov) attraverso la sua Skinner’s box;
  • cognitivismo, per il quale tra gli autori spicca J. Piaget (1896-1980) con la sua concezione dei periodi (sensomotorio, preoperatorio, operatorio concreto ed operatorio formale) alla fine dei quali la mente del bambino è pienamente in grado di ragionare in maniera astratta;
  • costruttivismo, in cui L. S. Vygotskij (1896-1934) asserisce come lo sviluppo mentale e quello sociale procedono di pari passo in virtù di quella da lui definita zona di sviluppo prossimale (che stabilisce il limite tra ciò che un bambino può fare autonomamente e ciò che sarebbe in grado di fare con il supporto di un adulto o di un coetaneo più competente di lui).

A mediare le posizioni di Piaget e Vygotskij troviamo J. Bruner (1915-2016) con il suo approccio interazionista. Egli sostiene che ci sono degli stadi (fase della rappresentazione attiva/operativa, fase della rappresentazione iconica e fase della rappresentazione simbolica) di sviluppo della mente del bambino inserito all’interno di una società con una propria cultura e che è fondamentale il linguaggio per esprimere le proprie sensazioni alla società.

L’APPRENDIMENTO A SCUOLA

Il luogo dell’apprendimento per eccellenza è, generalmente, la scuola: qui i bambini iniziano a trascorrere parte della giornata insieme al gruppo dei pari, ovvero altri bambini della stessa fascia d’età.

Prima della scuola vera e propria, già a 3 anni circa possono frequentare la scuola dell’infanzia dove i bambini, in forma ludica, iniziano a rafforzare in maniera più chiara i concetti di rispetto delle regole e rispetto del proprio turno (in un gioco di gruppo, in un dialogo, etc). Successivamente, con l’ingresso nella scuola primaria a circa 6 anni, i bambini imparano nuove nozioni. A questo punto, come dicevano i nostri nonni, diventa fondamentale saper “leggere, scrivere e far di conto”.

Se tutto procede bene, in italiano i bambini imparano gradualmente scrittura e lettura di lettere, suoni, parole e successivamente frasi, ed a matematica capiscono che ad ogni cifra corrisponde una precisa quantità numerica. A volte però si riscontrano dei problemi nell’ambito dell’italiano, nell’ambito della matematica o in entrambi: in tal caso si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, in breve DSA.

I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA)

I DSA non sono una malattia, ma sono causati da un differente funzionamento neurocerebrale, senza nessun danno organico. Chi ha una diagnosi DSA vivrà questa condizione tutta la vita ed a partire dalla nascita: non succede mai che lo si diventi o che si guarisca, ma possono comunque esserci dei cambiamenti nel corso del tempo.

I soggetti DSA tendono ad avere una bassa autostima in quanto sono consapevoli delle proprie difficoltà; quindi, si consiglia loro di trovare un hobby (sport, arte, musica, etc) che gli permetta di far venir fuori le loro abilità.

Esistono quattro Disturbi Specifici dell’Apprendimento, cioè:

  • dislessia: in questo caso si riscontrano difficoltà nella lettura fluente in riferimento a velocità e correttezza;
  • disortografia: le difficoltà riguardano la sfera linguistica, per cui non si riesce a scrivere in modo corretto;
  • disgrafia: le difficoltà in questo caso fanno riferimento alla componente motoria, in quanto non si riesce a scrivere in maniera chiara e veloce con il risultato spesso ciò che si è scritto risulta incomprensibile;
  • discalculia: le difficoltà ora riguardano l’ambito matematico, quindi si fa fatica a manipolare i numeri, non si riesce ad eseguire veloci calcoli mentali ed è complicato reperire i risultati delle diverse operazioni aritmetiche.

La diagnosi della condizione DSA solitamente arriva durante gli anni della scuola primaria ma non può essere mai fatta prima della fine del secondo anno per quanto riguarda dislessia, disortografia, disgrafia, e prima della fine del terzo anno per la discalculia. In caso di sospetti, si contatta la Neuropsichiatria Infantile che provvederà a somministrare i vari test al bambino per conclamare o respingere la diagnosi di DSA.

STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE PER I DSA

Nel rispetto della Legge 170/2010, per aiutare i soggetti con diagnosi DSA si può ricorrere all’uso di strumenti compensativi (ad esempio un computer con appositi software a seconda del problema) e di misure dispensative (ad esempio per un dislessico leggere ad alta voce in classe è fonte di ansia, per cui lo si esonera dal farlo).

Strumenti compensativi e misure dispensative sono specificati nel Piano Didattico Personalizzato, in breve PDP, che è obbligatorio in caso di BES (Bisogni Educativi Speciali), di cui i DSA fanno parte insieme a soggetti con diagnosi di Disturbo da Deficit di Disattenzione/Iperattività (in breve DDAI o con l’acronimo inglese ADHD) e con QI al limite.

Leggi anche: Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)