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IL GIOCO: UN’ATTIVITA’ PER GRANDI E PICCINI

IL GIOCO: UN’ATTIVITA’ PER GRANDI E PICCINI

Il gioco è un tema usato nel senso comune per indicare un momento di divertimento, ma non è propriamente così. L’attività ludica è un’attività complessa, tant’è vero che per il bambino è considerata un vero e proprio lavoro. L’adulto ritiene il gioco terapeutico in alcuni casi, mentre in altri può diventare deleterio sotto tutti i punti di vista.

IL GIOCO IN PEDAGOGIA

Il gioco, secondo le scienze dell’educazione, è un’attività libera, scelta dal bambino, che permette il suo sviluppo psicofisico ed intellettivo. Il bambino, attraverso il gioco, attiva l’apprendimento; fin dall’infanzia il piccolo gioca con qualsiasi oggetto a disposizione. Tra i vari giochi troviamo:

  • i giochi percettivo-motori in cui, tramite gli organi di senso, manipola ciò che ha intorno con il tatto o porta tutto alla bocca per conoscere meglio il mondo in cui si trova e tenta di riprodurre suoni e rumori.
  • Il gioco del “nascondino” consente al bambino di acquisire la “permanenza dell’oggetto”. Un’altra abilità che si apprende tramite il gioco è l’imitazione, immediata prima e differita poi, utile ai bambini per far conoscere i vari “personaggi” con cui verrà in contatto nel corso della vita.

IL GIOCO IN PROSPETTIVA SOCIOLOGICA

Dal punto di vista sociologico, il gioco è una risorsa per apprendere regole e meccanismi importanti anche per le relazioni successive. Il momento ludico per il bambino, soprattutto quando fa finta di, gli consente di diventare un soggetto attivo e partecipe della vita familiare e sociale. Il gioco aiuta le relazioni, aumenta la cooperazione, una sana competizione e il senso di appartenenza a un gruppo.

IL GIOCO IN AMBITO PSICOLOGICO

Il gioco è stato analizzato dai vari ambiti della psicologia. L’attività ludica interessa anche gli adulti che la usano per recuperare energia, per favorire l’insight e potenziare i processi mentali deputati alla creatività. Alcuni studi condotti sugli animali hanno dimostrato come i “non giocatori” siano maniaci del lavoro, depressi e poco produttivi. Le attività ricreative permettono di conservare una flessibilità delle reti neurali con una migliore rielaborazione delle emozioni. È un potente antistress perché allevia le tensioni. Nell’ambito della psicologia del lavoro, “giocare” favorisce l’aumento della produttività, del benessere lavorativo, evitando il verificarsi di fenomeni quali il burn-out e una diminuzione dello stress. Il gioco ha anche una funzione catartica perché attraverso esso si liberano delle frustrazioni accumulate, evitando l’insorgenza di condotte devianti e criminali che possono, soprattutto durante l’adolescenza, diventare pericolose per sé stessi e per gli altri.

GLI EFFETTI POSITIVI E NEGATIVI DEL GIOCO

Gli effetti benefici del gioco sulle persone sono sotto gli occhi di tutti perché permettono di costruire legami e di riacquistare buone condizioni di salute. In alcuni casi, invece, il gioco può diventare molto pericoloso sia da un punto di vista fisico che economico.

LA DIPENDENZA DA GIOCO

La dipendenza da gioco riguarda soprattutto quella relativa al gioco d’azzardo, ma può includere anche quelle relative alle lotterie istantanee e alle slot machines. Per prima cosa bisogna partire da cosa si intende per dipendenza. In inglese si parla di CRAVING per indicare il desiderio impulsivo e compulsivo per una sostanza psicoattiva, per un oggetto o un comportamento gratificante. Se il comportamento si trasforma in compulsivo, la persona si annulla completamente e non pensa ad altro. Il giocatore può essere di 5 tipologie: professionista, antisociale, sociale, occasionale, per fuga e compulsivo. Il percorso che conduce la persona verso la ludopatia dipende dalle caratteristiche psichiche individuali, dalla mancanza di autocontrollo e dall’esposizione a stimoli continui.

LA PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE DELLA LUDOPATIA

In base alla terapia cognitivo-comportamentale, il gioco d’azzardo patologico è il risultato di fattori cognitivi (credenze, atteggiamenti negativi relativi al controllo, la fortuna, il caso, la previsione). Le fasi del lavoro di psicoterapia sono:

  • analisi funzionale: si identificano i fattori e le conseguenze del comportamento (noia, problemi interpersonali, rabbia, depressione);
  • analisi delle credenze e distorsioni cognitive;
  • auto-monitoraggio del craving (impulso a giocare);
  • analisi delle abilità sociali;
  • prevenzione delle ricadute.

Il gioco, come si evince da questa disamina, può essere positivo e negativo ed è un argomento complesso che risente di tutti i cambiamenti della società. Oggi il gioco d’azzardo si è trasferito online e la dipendenza è più difficile da individuare e curare. È necessario fin da piccoli partire dalla prevenzione attraverso incontri tematici, laboratori ed attività educative contro il gioco patologico.