Siamo abituati a pensare allo stress come un qualcosa di nocivo e dannoso per la nostra salute, in realtà ha una sua specifica funzione e rappresenta una risposta potente del nostro organismo, inteso come mente-corpo, che si manifesta in presenza di stressor, ossia di un agente esterno o interno che arriva a destabilizzare un equilibrio. Lo stress è infatti una reazione di “sopravvivenza” che sorge per essere adattiva e non distruttiva, ma allora come mai spesso ci porta malessere?
Lo stress è, dunque, una risposta dell’organismo ad uno stressor cioè: agenti esterni come un esame da affrontare, una situazione difficile in cui possiamo trovarci, problemi economici, un lavoro frenetico, uno stato di malattia, etc… oppure interni che possono essere ricordi dolorosi, preoccupazioni per il futuro, associazioni mentali, definizioni di noi stessi che ci dicono che non siamo capaci, aspettative deluse, etc…
Stress positivo e negativo
Esistono due tipi conosciuti di risposta agli stressors: l’eustress (stress positivo) e il distress (stress negativo).
Eustress
Nel primo caso abbiamo uno stress funzionale alla concentrazione, che comporta un’attivazione sana, ossia quanto necessaria perché si resti svegli, attivi e motivati, tesi al punto giusto per affinare l’attenzione e le capacità ricettive, e per fissare informazioni della memoria.
In una sana situazione di stress, è sì prevista un’attivazione maggiore del nostro organismo rispetto alla normalità, e quindi è normale che il nostro organismo si stanchi, ma successivamente alla fase di stress subentra la fase di riposo, i muscoli si rilassano, il battito cardiaco torna ai livelli normali e tutto l’organismo si mette in moto per recuperare le energie spese. Nella fase di stress viene coinvolto il sistema nervoso autonomo, in particolare il sistema simpatico, che governa la reazione ad uno stressor ed accelera i processi interni del corpo, rendendolo così attivo e pronto a rispondere a ciò che esso percepisce come una “minaccia”. Subentra poi il sistema parasimpatico che costituisce l’altra parte del sistema nervoso autonomo e stimola invece il rallentamento dell’organismo, il rilassamento ed il recupero delle energie spese.
Distress
Nel secondo caso invece, cioè in caso di distress, siamo in presenza di una condizione, esterna o interna, di continua e prolungata tensione, la persona percepisce un costante squilibrio tra le sollecitazioni ricevute e le risorse a sua disposizione per affrontarle. L’organismo non ha modo di recuperare le energie spese e quella che dovrebbe essere una fisiologica attivazione, supera i naturali livelli che non riescono a rientrare e causano con l’andare del tempo crolli psico-fisici della persona. Solitamente chi sta vivendo una situazione di distress è più portato a mettere in atto strategie di adattamento inappropriate con l’errata speranza di potersi rilassare, quali un abuso di alcool, droghe, psicofarmaci, un aumento eccessivo di fumo o cibo, che non solo portano al peggioramento della situazione ma diventano abitudini e iniziano ad essere percepite come situazioni naturali di vita.
Reagire allo stress
Come possiamo fare quindi quando ciò accade e perché le strategie nocive non diventino abitudini ed invalidanti per la nostra salute e la nostra vita?
Il primo passo da compiere è interrompere il circolo vizioso che rappresenta il passo più importante poiché, le strategie inappropriate, costituiscono comunque una fonte di sicurezza ed un immediato sollievo a cui difficilmente siamo disposti a rinunciare. Rompere il circolo vizioso significa essere consapevoli di ciò che ci sta accadendo nel momento stesso in cui accade, portare quindi l’attenzione e la consapevolezza a ciò che ci succede in un momento di stress, per poter avere maggior lucidità e capacità di scegliere come agire.
Questo significa già modificare in maniera importante la situazione e per farlo sarà utile fermarsi un istante e radicarsi nel respiro portando attenzione ad esso, uscire dalla fase inconscia provando da ascoltarci ed ascoltare il nostro corpo, le sue sensazioni, i suoi disagi, in questo modo torniamo presenti mentre l’evento stressante accade, questo può fare la differenza su ciò che avverrà in seguito poiché possiamo scegliere la rotta di risposta allo stress, anziché proseguire sulla reazione. Per sviluppare questa attitudine potrebbero essere utili momenti di meditazione o seguire un percorso di Mindfulness per allenare la presenza mentale e l’ascolto nel qui ed ora.