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I disturbi del comportamento alimentare: Sfatiamo i falsi miti

I disturbi del comportamento alimentare: Sfatiamo i falsi miti

Negli ultimi anni i disturbi del comportamento alimentare (DCA) hanno registrato un costante aumento, in particolare nell’età adolescenziale e preadolescenziale, ma anche in età adulta, rappresentando un importante problema di salute pubblica.

Quando si parla di DCA si fa riferimento a patologie complesse, caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare e un’eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea. Questi sono spesso correlati a bassi livelli di autostima e ad altri disturbi psichici come ad esempio disturbi d’ansia e disturbi dell’umore.

Tra i disturbi del comportamento alimentare, i più diffusi sono:

  • Anoressia Nervosa (AN), caratterizzata da un’intensa paura di aumentare di peso, da un’ eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima e da restrizioni nell’assunzione delle calorie in relazione alle necessità. Questo porta ad ottenere un peso corporeo significativamente basso rispetto a età, sviluppo e salute fisica.
  • Bulimia Nervosa (BN), caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica e ossessiva.
  • Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI) o Binge Eating Disorder (BED), caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffata, presenza di marcato disagio riguardo le abbuffate. Si differenzia dalla Bulimia poiché in questo caso la persona non mette in atto condotte compensatorie inappropriate.

Per affrontare efficacemente i DCA è importante riconoscerli e affrontarli tempestivamente, ciò è essenziale per prevenire complicazioni. Purtroppo però, questi disturbi sono ancora caratterizzati da stigma e false credenze, che possono influenzare negativamente i pazienti nel cercare aiuto e contribuiscono a distorcere la visione  della malattia stessa da parte della società. Pertanto, risulta essere fondamentale combattere e ridurre lo stigma e il pregiudizio per aumentarne la consapevolezza  e tutelare la dignità di chi ne soffre.

Sfatiamo quindi alcuni falsi miti sui disturbi del comportamento alimentare:

  1. Si tratta solo di mangiare. FALSO! Non basta la forza di volontà per guarire da un disturbo alimentare, ma è necessario un intervento specializzato.
  2. Le persone con disturbo dell’alimentazione vogliono essere malate o non crescere, per cui scelgono di vivere la loro malattia. FALSO! Nessuno sceglie di avere un disturbo alimentare, tuttavia è proprio la comparsa del disturbo che fa sì che la persona metta in atto comportamenti come la restrizione o episodi di abbuffate.
  3. E’ solo una forma di comportamento adolescenziale, di ricerca di attenzione e di ribellione. FALSO! I DCA si presentano indipendentemente dalla volontà della persona che ne soffre. Non sono un capriccio adolescenziale o un tentativo di attirare l’attenzione, anche se spesso sorgono in un ambiente familiare in cui il livello relazionale e la comunicazione risultano essere difficoltosi.
  4. I DCA hanno tutti a che fare con la vanità e le aspirazioni ad essere una modella o un modello. FALSO! Chi è affetto da un disturbo alimentare non si riconosce dal peso. Tali disturbi sono caratterizzati da un’eccessiva preoccupazione per il cibo ed anche da una compromissione dei rapporti sociali. Spesso si pensa che i disturbi alimentari siano legati al solo desiderio di cambiare il proprio corpo, ma non è cosi. Il corpo è la conseguenza di un malessere psicologico più profondo.
  5. Una volta che si ha un DCA, non si può guarire. FALSO! Molto spesso la guarigione è possibile, se si intraprende un percorso specializzato.
  6. Questi disturbi colpiscono solo le donne. FALSO! Pur essendo più frequenti nella popolazione femminile, negli ultimi anni si è registrato un incremento significativo negli uomini. Inoltre, i DCA possono colpire con la stessa probabilità uomini eterosessuali, bisessuali o omosessuali e non vi è alcuna correlazione tra orientamento sessuale e probabilità di sviluppare un disturbo alimentare, nonostante vi sia la falsa credenza che gli uomini colpiti da questi disturbi siano omosessuali.
  7. Una volta che la persona raggiunge un peso normale, è guarita. FALSO! Tornare ad un peso normale può essere un aspetto positivo ed un risultato molto importante, tuttavia non è sufficiente ottenere un effetto positivo solo in termini di peso, ma è necessario risolvere anche le componenti legate ai comportamenti di restrizione, di abbuffate etc.

Questi falsi miti risultano essere ancora molto radicati nella società, per questo motivo è davvero molto importante informare e sensibilizzare le persone. Estendere la consapevolezza sui disturbi del comportamento alimentare può contribuire a favorire la prevenzione, l’identificazione precoce del disturbo e la ricerca di un aiuto specialistico.

Bibliografia

-Pompili, E., Biondi, M., & Nicolò, G. (2023a). DSM-5-TR: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina.

-Spitoni, G. F., & Aragona, M. (2019). Manuale dei disturbi alimentari. Carocci.