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Le dipendenze nelle scienze sociali

Le dipendenze nelle scienze sociali

Il tema delle dipendenze è stato affrontato da tutte le scienze sociali ed è cambiato nel corso del tempo.

L’approccio delle scienze umane allo studio delle dipendenze risale all’antichità.

L’umanità, in un modo o in un altro, è venuto in contatto con sostanze di origine naturale prima e di tipo farmacologico poi.

DIFFERENZA TRA DIPENDENZA E TOLLERANZA

L’OMS definisce la dipendenza come “la condizione fisica e psichica, derivata dall’interazione di un organismo con una sostanza, caratterizzata da una risposta comportamentale e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo e periodico”.

La tolleranza indica il fenomeno per cui il consumatore aumenta progressivamente la dose di sostanza per avere lo stesso effetto di prima.

LA DIPENDENZA IN PSICOLOGIA E SOCIOLOGIA

La psicologia per parlare della dipendenza usa il termine di craving per indicare il fatto che il soggetto è interessato da un pensiero compulsivo e da una totale subordinazione alla sostanza.

LA DIPENDENZA IN SOCIOLOGIA

La sociologia è la scienza umana che più di tutte si è concentrata su vari tipi di dipendenze, andando a ricercare le origini del fenomeno che, da sociale, è diventato patologico.

In passato l’uso di determinate sostanze si legava a sottoculture giovanili, il consumo di droghe rappresentava una modalità di socializzazione.

Oggi la società è detta ego-distonica, caratterizzata da un’insoddisfazione diffusa che produce malcontento, una continua ricerca di bisogni da soddisfare e una maggiore assunzione di sostanze di diversa qualità.

BREVE STORIA DELLE SOSTANZE

A Roma la sostanza che creava maggiore dipendenza era il vino.

Il Medioevo vide la diffusione dell’hashish in quanto socialmente accettata.

Tra le popolazioni del Nuovo Mondo si assumevano sostanze dagli effetti allucinogeni e eccitanti (foglie di coca e matè).

Nei secoli successivi le droghe più diffuse furono l’oppio e i suoi derivati come la morfina usata per scopi terapeutici.

Per gran parte del 900 presero piede l’eroina seguita dal metadone e dall’ LSD droghe create in laboratorio dagli effetti devastanti.

Negli ultimi anni sono comparse droghe sempre più potenti come la Ketamina, l’ectasy fino ad arrivare all’ ultimo per ordine di tempo, al fentanil, un potente anestetico che può portare anche alla morte.

LE DIPENDENZE SOCIALMENTE ACCETTATE

L’abuso di sostanze sono messe al bando da alcune realtà e ad altre sono accettate pur provocando danni fisici importanti come per esempio l’ alcolismo e il tabagismo.

Il consumo di alcol e di sigarette è estremamente diffuso tra i giovanissimi.

Il gioco, fino a qualche anno fa, non veniva considerato socialmente pericoloso ma oggi non è così.

La dipendenza dal gioco, comprendente non solo videopoker ma anche lotterie istantanee, è stata inserita nei manuali di medicina come ludopatia.

LE NUOVE SOSTANZE

Oggi la cannabis è stata quasi del tutto sdoganata, seppure studi scientifici dimostrano l’insorgenza di ansia, depressione, di disturbi psicotici, allucinazioni fino a danni ben più gravi a livello mentale.

Dai primi anni 2000 molti adolescenti hanno cominciato ad assumere smart drugs.

Le smart drugs comprendono farmaci usati da molti studenti per migliorare le prestazioni cognitive nello studio, ma che se assunti con continuità e in grandi quantità, generano una forte dipendenza.

LA NUOVA FRONTIERA DELLE DIPENDENZE

La dipendenza in passato aveva a che fare con le sostanze chimiche.

Oggi si parla infatti di dipendenze senza sostanze.

Le principali sono il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo, la dipendenza dal sesso, da internet, dall’esercizio fisico fino ad arrivare a quella affettiva.

Le nuove dipendenze, tuttavia, non nascono in contesti degradati, ma sono trasversali perché sono di natura psicologica.

LA DIPENDENZA AFFETTIVA RICONOSCERLA PER INTERVENIRE E SALVARE TANTE VITE

Le cronache quotidiane sono piene di storie di femminicidi. L’omicidio è solo la parte finale di un percorso lungo e complesso.

Alla base troviamo un relazione non basata sull’amore ma sulla paura e la bassa autostima che si insinua nella psiche di una donna fragile, però è possibile riconoscere alcuni campanelli d’allarme tra cui:

l’eccessivo controllo dell’altro, richieste di devozione assoluta, dare all’altro il potere di stabilire chi siamo, soddisfare i bisogni dell’altro svalutando i propri, isolarsi dal resto del mondo.

Le scienze umane possono intervenire lavorando unite per evitare che altre storie di donne morte per mano dell’uomo che diceva di amarle non si ripetano.