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Social media in “caduta libera”? Cosa sta accadendo ai nostri ragazzi

Social media in “caduta libera”? Cosa sta accadendo ai nostri ragazzi

Il quadro devastante, da brividi, a tratti senza senso e inspiegabile che emerge dalla cronaca degli ultimi giorni, è chiaro e non lascia spazio a dubbi: si è palesato il “Come volevasi dimostrare”, “dimostrare” forse ben poco di buono, anzi nulla, ma riguardo al “come volevasi” era prevedibile, da tempo, che potesse presentarsi un episodio come quello che viene ampiamente trattato nell’articolo della Repubblica (Incidente Lamborghini, analisi sul cellulare dello youtuber indagato a Roma).

Il mondo dei social alla deriva e senza freni, ragazzi forse soli, con molte fragilità ed insicurezze, soldi facili e la poca fatica a far il lavoro di “youtuber”. Lo studio e l’applicazione spesso sottovalutati e dimenticati, solo tanta voglia di poche frustrazioni e nessuna responsabilità. L’empatia e la capacità di “sentire” gli altri sembra quasi totalmente assente.

L’articolo in questione e la cronaca, le testimonianze raccolte sembrano quasi assurde e al limite della realtà: dopo l’incidente, dopo la piccola vita spezzata, dopo la più terribile delle conseguenze, la sola capacità di continuare a filmare l’accaduto, e nessuna scusa. A tutto, va aggiunta la presenza di uno dei genitori che, sempre secondo l’articolo, sembra abbia apostrofato la catastrofe appena successa come una semplicissima “BRAVATA”!

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Più “no” e meno social media

È questa che stiamo vivendo, ma anche subendo, la nuova epoca del genitore “amico e moderno” anche lui sempre più partecipe nel mondo social e affine ad una realtà che di “reale” forse ha ben poco. Un ruolo adulto evanescente e invece molto complice affettivamente con la vita del proprio figlio; sempre di più viene a mancare la vera stabilità, l’autorevolezza e la sicurezza che il ruolo genitoriale dovrebbe ricoprire. Ecco, dunque, una solitudine interiore dei ragazzi lasciati troppo liberi di sbagliare, fare e poco rimproverati quando sarebbe più opportuno.

I “no” dimenticati, limiti e regole difficili da far rispettare da chiarire e stabilire. Il “no” sembra ormai divenire un torto, un dispetto fatto al bambino o al ragazzo, che non deve, secondo il genitore, potere provare “dolore” come conseguenza di una negazione o un divieto, una frustrazione che in realtà serve a far crescere e maturare, perché dà la consapevolezza del proprio essere e fa percepire se stesso come altro, come distinto e pensante fuori dal gruppo, in quanto persona consapevole e ragionevole.

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Negare oggi i social media ad un adolescente – ma anche ad un bambino-, sembra impensabile; e quindi la scelta più semplice e sbrigativa è assecondare e non vietare (soprattutto se il divieto esclude dal gruppo).  Nonostante per molte piattaforme social, infatti, viga il divieto d’iscrizione per gli utenti con meno di 13 anni, questo divieto non è sempre rispettato e, in molti casi, anche i pre-adolescenti sono in possesso di uno smartphone e di uno o più account sui social media.

Il cervello che si sviluppa in un mondo virtuale: quali conseguenze

Ad ogni età il suo sviluppo: è proprio così, il cervello e il suo processo di crescita è differente man mano che si cresce. Come ci spiega il biologo ed esperto in neuroscienze, Alberto Oliverio, nel suo libro Il cervello che impara,  il cervello si trasforma e incontra modificazioni rilevanti a seconda dell’età e anche del contesto intorno a sé. L’autore riporta i risultati di alcune importanti ricerche scientifiche che rendono ancora più evidente quanto affermato sopra, relativamente alle competenze diverse e lo sviluppo cognitivo differente tra una fascia di età e l’altra. Per essere precisi, si parla di cervello ma ciò che preme sapere e conoscere è il funzionamento di una parte specifica di esso, in relazione al mondo virtuale e dei social media: la Corteccia Prefrontale.

Le ricerche riportate da Oliverio sottolineano come, tra i 12 e i 20 anni circa, questa parte del cervello sia in piena maturazione ed evoluzione, la crescita avviene lentamente e gradualmente; quello che il mondo dei social, del virtuale e dell’uso eccessivo delle tecnologie, propone non dà nessun apporto positivo al suo sviluppo, anzi, lo rallenta  e spesso inficia sulla sua sana costruzione. La sorprendente velocità degli stimoli, le molteplici immagini, e i video che si susseguono incessantemente, possono veramente provocare danni al cervello che sta maturando.

Ecco, dunque, quello che dovrebbe essere più tutelato e considerato con più attenzione, proprio per evitare in futuro il ripetersi di episodi devastanti; la corteccia prefrontale regola e agisce su di alcune fondamentali funzioni cognitive ed esecutive:

  1. Induce prudenza.
  2. Modula e organizza i comportamenti.
  3. Fa valutare i rischi.
  4. Regola la pianificazione e l’emotività.
  5. Supporta riflessione e concentrazione.

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