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Affrontare la povertà educativa: analisi del nuovo piano di intervento

Affrontare la povertà educativa: analisi del nuovo piano di intervento

Il Comitato interministeriale del Fondo per il contrasto alla povertà educativa, sotto la presidenza del Consiglio, ha approvato un nuovo piano d’azione innovativo. Questo piano mira a intervenire in modo trasversale sul vasto campo di lavoro del Fondo, attivo in tutte le regioni del Paese fin dal 2016. Esso si focalizza sul contrasto alle forme di disagio educativo, la dispersione scolastica e l’accesso ai servizi territoriali, nonché sulle problematiche legate alla devianza giovanile.

Il piano definisce chiaramente le attività da includere nei progetti, evitando sovrapposizioni e promuovendo integrazioni efficaci. Inoltre, si concentra su modelli di intervento concreti e già sperimentati, da discutere con le comunità locali, coinvolgendo le amministrazioni e gli Enti territoriali nella fase di progettazione.

Coordinare l’intervento contro la povertà educativa

Il piano operativo mira a garantire l’integrazione tra i diversi settori coinvolti, quali salute, sicurezza, istruzione, sport, cultura e fruizione del sapere nel territorio, e a coordinarne le misure sia a livello nazionale che locale. Inoltre, si propone di coinvolgere attivamente gli attori territoriali nei processi di progettazione locale.

Tra gli obiettivi principali del piano, vi è l‘analisi delle attività finanziate dal Fondo, con particolare attenzione alle aree di povertà educativa ad alta criminalità. Inoltre, si intende rafforzare il Terzo settore e gli attori pubblici locali nelle loro capacità di lavoro integrato e gestione delle risorse.

Il piano punta anche a promuovere l’empowerment educativo delle organizzazioni coinvolte, con azioni continuative e sostenibili nel tempo, concentrandosi sul sostegno ai nuclei familiari, sull’ascolto dei bambini e dei ragazzi, sull’apprendimento scolastico e sulla prevenzione di dipendenze, violenza e criminalità.

Un altro obiettivo importante è rafforzare la responsabilità degli adulti-genitori e dei bambini e ragazzi stessi per garantire la continuità dei risultati degli interventi finanziati.

Infine, il piano si propone di documentare e monitorare attentamente le valutazioni delle attività, al fine di fornire informazioni di qualità utili per la definizione delle politiche contro la povertà educativa, sia a livello locale che nazionale.

Aree di educazione prioritaria: strategie di sperimentazione

Il Comitato Indirizzo Strategico (CIS) ha individuato 15 “aree di educazione prioritaria” per avviare la sperimentazione, in collaborazione con il soggetto attuatore. Questa selezione è stata basata sui dati riguardanti la povertà economica ed educativa presenti nel “documento di indirizzo” approvato dal CIS, nonché sulle indicazioni fornite dalle regioni e dai comuni tramite la Rete della Protezione e dell’Inclusione Sociale. Inoltre, si è tenuta in considerazione la disponibilità manifestata dagli ambiti territoriali sociali interessati a collaborare attivamente con il soggetto attuatore e gli Enti territoriali del territorio per la realizzazione dell’intervento.

Coordinare le risorse e le politiche

La sfida della povertà educativa si intreccia con le politiche sociali del Paese e le risorse destinate dal ministero del Lavoro nell’ambito del Fondo Sociale Europeo (FSE), affiancate da 50 milioni di euro stanziate dal Fondo. Questo impegno richiede una collaborazione tra i vari ministeri e soggetti coinvolti, considerando gli aspetti delle politiche sociali, il ruolo delle forze dell’ordine e dei ministeri dedicati alla formazione e al sostegno dei giovani.

È ancora necessario definire il coordinamento operativo del piano con la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, organismo interministeriale fondamentale per il funzionamento del piano. Questa valutazione è cruciale, considerando le emergenze economiche e sociali e l’implementazione di politiche attive antidiscriminatorie e di sostegno alle famiglie.

È fondamentale valutare concretamente l‘intervento che qualifica le politiche attive di sostegno alla povertà, incluso l’Assegno di Inclusione, nuovo strumento già operativo a livello nazionale. Questa sfida richiede un‘impegno proattivo da parte di tutte le istituzioni coinvolte, sia a livello nazionale che territoriale, per onorare gli impegni assunti nel calendario del piano e coordinarsi con le risorse messe in campo dai vari soggetti coinvolti.

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