Dai risultati di una nuova ricerca emerge che una molecola che regola la nostra risposta allo stress può frenare l’ansia e favorirne la riduzione. Lo studio, condotto dai ricercatori delle Università di Bristol ed Exeter, nel Regno Unito, è stato pubblicato questa settimana.
Cosa succede quando c’è un trauma psicologico?
Un grave trauma psicologico innesca cambiamenti genetici, biochimici e morfologici nei neuroni dell’amigdala, che sono alla base dello sviluppo di anomalie comportamentali indotte dallo stress, come alti livelli di ansia. Lo stress grave o prolungato spesso porta all’interruzione dell’omeostasi neuronale, innescando lo sviluppo di anomalie fisiologiche e comportamentali come livelli elevati di ansia.
I disturbi d’ansia (che comprendono disturbo d’ansia generalizzato, attacchi di panico, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo da stress post-traumatico) sono le condizioni psichiatriche più comuni attualmente diagnosticate, che colpiscono circa il 25% della popolazione almeno una volta nella vita. L’enorme impatto economico e sociale dei disturbi d’ansia può essere attribuito alla scarsa efficienza delle terapie ansiolitiche disponibili, con fino al 50% dei pazienti che non raggiungono la remissione completa nonostante i molteplici tentativi terapeutici.
Il successo limitato nello sviluppo di farmaci ansiolitici efficaci deriva dall’insufficiente conoscenza dei circuiti neurali dell’ansia e degli eventi molecolari alla base degli stati neuropsichiatrici legati allo stress. Varie linee di evidenza dagli studi sui roditori indicano che la regione del cervello critica per lo sviluppo dell’ansia indotta dallo stress è l’amigdala.
Il ruolo dell’amigdala
L’amigdala raccoglie informazioni spaziali e sensoriali sull’ambiente circostante attraverso input ippocampali, talamici e corticali che arrivano alla sua divisione basolaterale (BLA). I calcoli neuronali correlati allo stress vengono successivamente trasmessi all’amigdala centrale (CeA) e al nucleo del letto della stria terminalis (BNST). CeA e BNST trasmettono segnali neurali emotivamente rilevanti ai centri cerebrali a valle responsabili dell’espressione di reazioni comportamentali (ad esempio evitamento del rischio, scarsa assunzione di cibo, evitamento sociale, aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca) che collettivamente assemblano stati di tipo ansioso.
Una molecola per la gestione dell’ansia
Lo stress psicologico può causare profonde alterazioni nei profili di espressione genica in diverse regioni del cervello, inclusa l’amigdala. Un meccanismo attraverso il quale è possibile ottenere cambiamenti così importanti è attraverso la regolazione dei livelli di miRNA, che regolano simultaneamente numerosi geni bersaglio.
I miRNA destabilizzano gli RNA messaggeri (mRNA) o reprimono la traduzione di molecole bersaglio, principalmente attraverso il legame al 3’UTR di geni complementari. Grazie alla loro capacità unica di alterare simultaneamente l’espressione di numerosi trascritti, i miRNA possono agire come hub regolatori delle funzioni cellulari. La capacità dei miRNA di regolare l’espressione genica li rende strategicamente pronti a controllare condizioni neuropsichiatriche complesse, come l’ansia patologica. Il ruolo dei miRNA dell’amigdala in questi fenomeni non è ben compreso.
I miRNA contribuiscono allo sviluppo di stati neuropsichiatrici correlati allo stress, come ansia, paura e depressione, ma i meccanismi molecolari e cellulari che utilizzano per regolare la resilienza e la suscettibilità allo stress sono in gran parte sconosciuti.
È stato scoperto che miR-483-5p, in particolare, è un regolatore critico correlato allo stress, in grado di attenuare lo sviluppo di comportamenti simili all’ansia.
Lo studio
Al fine di indagare come lo stress influisce sull’espressione del miRNA nell’amigdala, i ricercatori hanno sottoposto topi maschi adulti (8-12 settimane di età) a uno stress di contenimento acuto di 6 ore. Subito dopo hanno sezionato la loro amigdala, estratto l’RNA ed eseguito l’analisi.
Hanno riscontrato che cinque miRNA (miR-1192, miR-1224, miR-1892, miR-1894-3p e miR-483-5p) sono significativamente sovraregolati, con miR-483-5p che raggiunge i livelli più alti.
Si evince che il miR-483-5p nell’amigdala dei topi maschi controbilancia le conseguenze strutturali, funzionali e comportamentali dello stress. Sotto stress, miR-483-5p è sovraregolato nel compartimento sinaptico dei neuroni dell’amigdala e reprime direttamente tre geni associati allo stress: Pgap2, Gpx3 e Macf1.
La sovraregolazione di miR-483-5p porta alla contrazione selettiva delle parti distali del pergolato dendritico e alla conversione di filopodi immaturi in spine dendritiche mature simili a funghi. Coerentemente con il suo ruolo nel ridurre la risposta allo stress, la sovraregolazione di miR-483-5p nell’amigdala basolaterale produce una riduzione del comportamento simile all’ansia. Gli effetti neuromorfologici e comportamentali indotti dallo stress di miR-483-5p possono essere ricapitolati dalla soppressione mediata da shRNA di Pgap2 e prevenuti dalla simultanea sovraespressione di Pgap2 resistente a miR-483-5p.
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