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Inside the black box: Alzare gli standard attraverso la valutazione in classe

Inside the black box: Alzare gli standard attraverso la valutazione in classe

 “Inside the black box” è un piccolo libretto che raccoglie le riflessioni di Paul Black e Dylan William, professori del Kings College di Londra.

Il sottotitolo del libro, “Alzare gli standard attraverso la valutazione in classe”, fa riferimento a uno studio del 1986 in cui si era potuto osservare il lavoro di valutazione all’interno della classe e l’impatto che un determinato modello valutativo avesse sugli apprendimenti. Dalla ripresa di questa ricerca prendono poi le mosse un approfondimento e una riflessione, ben delineati all’interno del libro, in cui gli autori si domandano se vi siano evidenze e dati effettivi sul fatto che la valutazione formativa possa alzare gli standard di apprendimento.

Ebbene, la risposta per gli autori è: sì.

Inside the black box: Alzare gli standard attraverso la valutazione in classe

Le parole chiave che accompagnano la riflessione, supportata da numerosi riferimenti teorici, sono: autovalutazione, feedback formativo, evoluzione di un insegnamento efficace.

È necessario, dicevano già nel 1998 Black e Wiliam, attuare un cambiamento di prospettiva verso la “black box”: secondo gli autori, infatti, la scatola nera, il cuore del cambiamento e della crescita risiede proprio nel contesto classe. È all’interno della classe che possono effettivamente attuarsi quei cambiamenti che permetteranno l’innalzamento dei livelli di apprendimento.

Alcuni elementi essenziali che contraddistinguono il lavoro dentro la “scatola nera” sono:

  • le interazioni,
  • il sostenere la responsabilità degli studenti verso il loro apprendimento,
  • il divenire capaci di un apprendimento continuo per tutta la vita.

Quindi, l’insegnante può anche continuare a svolgere la sua lezione nei modi che ritiene più opportuni, ma in realtà bisognerà che sappia di non essere in contatto con la comprensione della maggior parte della classe. In questi casi, infatti, in cui il dialogo più che un confronto diventa un “botta-e-risposta”, un rituale, una mera retorica, il coinvolgimento riflessivo degli alunni soffre e l’apprendimento arranca.

Il ruolo chiave della valutazione

Una delle conclusioni principali del libro è che gli insegnanti dovrebbero utilizzare l’assessment come uno strumento di insegnamento e apprendimento, piuttosto che solo come una misurazione delle conoscenze acquisite dagli studenti. Gli autori sottolineano l’importanza di un approccio formativo alla valutazione, in cui gli insegnanti forniscono un feedback regolare e mirato agli studenti per guidarli nel loro apprendimento e nel miglioramento delle prestazioni.

Inoltre, gli autori evidenziano che la pratica di coinvolgere attivamente gli studenti nella valutazione, ad esempio attraverso l’autovalutazione e la valutazione tra pari, può avere un impatto positivo sull’apprendimento e sulla motivazione degli studenti. Questo coinvolgimento degli studenti nel processo di valutazione favorisce la consapevolezza delle proprie prestazioni, la riflessione critica e la responsabilità nei confronti del proprio apprendimento.

Ma non solo! Gli autori, infatti, sottolineano che la valutazione dovrebbe essere intesa come un processo continuo e iterativo, in cui gli insegnanti raccolgono informazioni sulle prestazioni degli studenti per adattare e personalizzare la propria pratica educativa. Solo in questo modo, gli insegnanti possono identificare le esigenze degli studenti, intervenire tempestivamente e fornire un supporto mirato per il loro apprendimento.

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Un libro quanto mai attuale e importante da conoscere, che si colloca perfettamente nella dialettica attuale sulla valutazione a scuola. Un libro che offre sia spunti di riflessione, sia spunti operativi agli insegnanti che volessero provare a percorrere in modo diverso la strada della valutazione formativa: la sola che premia l’innalzamento dei livelli di apprendimento tra tutti i componenti del gruppo classe, tutti i diversi e speciali elementi che costituiscono la “black box”.