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Placche alla gola: come riconoscerle e gestirle correttamente

Placche alla gola: come riconoscerle e gestirle correttamente

Le placche alla gola sono manifestazioni caratterizzate da depositi bianco-giallastri sulla mucosa che ricopre le tonsille e talvolta la parte posteriore della faringe.

Per approfondimenti:

Placche alla gola: la cause

Per rispondere a queste domande, abbiamo consultato il Prof. Paolo Castelnuovo, esperto in Otorinolaringoiatria presso la Casa di Cura La Madonnina. Il Prof. Castelnuovo è anche direttore della SC di Otorinolaringoiatria presso l’ASST Settelaghi, Ospedale di Circolo di Varese, professore ordinario di Otorinolaringoiatria presso l’Università dell’Insubria Varese e direttore del Centro di Ricerca del capo e del collo e per la dissezione forense presso il Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita (DBSV) della stessa università.

Il professor Castelnuovo spiega che le placche alla gola possono indicare tre quadri clinici distinti, a seconda delle cause scatenanti:

  1. Infiammazione acuta: Nei bambini e negli adulti con un sistema immunitario ancora in fase di sviluppo, le placche alla gola possono essere la manifestazione acuta di una o più infezioni virali, batteriche o fungine. Ad esempio, possono essere causate da adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali, streptococco beta emolitico di gruppo A, klebsiella pneumoniae, Haemophilus influenzae, candida, mughetto, ecc.
  2. Tonsille criptiche: Queste placche si verificano quando alcune cavità delle tonsille, chiamate “cripte tonsillari”, subiscono alterazioni o rotture. Queste alterazioni interferiscono con la capacità delle tonsille di pulirsi autonomamente, causando accumulo di cellule morte e detriti che possono apparire come placche di materiale caseoso all’esterno delle tonsille. Queste placche sono spesso accompagnate da alito cattivo.
  3. Infiammazione cronica: Questo quadro clinico si presenta principalmente negli adulti e si caratterizza per la presenza ricorrente di placche alla gola, spesso associata a una febbricola serale. L’infiammazione cronica rimane latente fino a quando non si verificano fattori scatenanti come sbalzi climatici o sforzo fisico.

Placche alla gola: come intervenire

Quando consultare un medico? Nella maggior parte dei casi di infiammazione acuta di tipo infiammatorio, le placche alla gola si risolvono con una terapia medica entro un paio di settimane. Tuttavia, se la situazione non migliora nel corso dei giorni, è consigliabile consultare nuovamente un medico.

“Una tonsillite prolungata può spesso essere causata da cause comuni, come una mononucleosi (malattia del bacio) non diagnosticata”, spiega il Prof. Castelnuovo. “Per questo motivo, al fine di escludere patologie più rare, come leucemie acute nascoste, se i sintomi non migliorano o persistono oltre un paio di settimane, è sempre consigliabile consultare uno specialista per una valutazione medica adeguata”.

Anche in caso di frequenti recidive, è consigliabile consultare un medico, che potrà prescrivere esami del sangue per valutare lo stato infiammatorio (emocromo con formula leucocitaria, proteina C reattiva, velocità di eritrosedimentazione, TAS, ecc.) e determinare la terapia più adatta.

Come curare le placche alla gola Il trattamento delle placche alla gola varia in base alla tipologia e alla causa:

  1. Infiammazione acuta: La terapia standard prevede l’assunzione di antinfiammatori e, se necessario, antipiretici per tre giorni. Se i sintomi non migliorano entro questo periodo, potrebbe essere necessario un ciclo di antibiotici prescritti dal medico per 8-10 giorni. In caso di mancato miglioramento dopo l’assunzione degli antibiotici, potrebbero essere necessari ulteriori accertamenti medici per determinare una terapia mirata. In alcuni casi, la tonsillectomia può essere considerata come ultima risorsa per ridurre le recidive infettive frequenti.
  2. Tonsille criptiche: In caso di placche dovute ad alterazioni strutturali delle cripte tonsillari, quando la sintomatologia non è dolorosa o patologica, l’intervento può essere considerato per ragioni estetiche o a causa del cattivo odore causato dall’accumulo di materiale. In questi casi, la tonsillectomia può essere un’opzione.
  3. Infiammazione cronica: Dopo il trattamento dell’infiammazione acuta, l’obiettivo è rafforzare il sistema immunitario per aumentare le difese dell’organismo. Ad esempio, possono essere somministrati vaccini anticatarrali per ridurre il numero di episodi infettivi.

Placche alla gola: quando l’infiammazione richiede un intervento

La tonsillectomia, ovvero la rimozione chirurgica delle tonsille, è un’opzione da considerare principalmente per adulti e bambini sopra i 3 anni che ne hanno indicazione. Tuttavia, la decisione di sottoporsi a tale intervento deve essere valutata caso per caso.

“Le nostre tonsille, che includono non solo le ‘tonsille palatine‘ visibili, ma anche le ‘faringee‘ (adenoidi) e le ‘linguali’, che si trovano dietro e alla base della lingua, formano un complesso noto come anello linfatico di Waldeyer. Fino ai 10 anni di età, questo complesso svolge un ruolo importante nel riconoscimento dei patogeni che entrano dalla bocca e dalle vie aeree superiori per sviluppare anticorpi protettivi”, conclude il professore.

Placche alla gola in vacanza

Nel caso di fosse fuori casa per un medio-lungo tempo, l’azione è in relazione al tipo di infiammazione presente: l’infiammazione acuta o cronica è quella che più comunemente può verificarsi durante le vacanze, causando fastidi e disagi.

In presenza di placche di natura infiammatoria acuta, è consigliabile rimanere a casa e riposarsi. Nel caso di placche di natura infiammatoria cronica, è possibile andare al mare, ma è importante evitare sbalzi climatici e sforzi eccessivi.

Per quanto riguarda le tonsille criptiche, non vi sono controindicazioni specifiche per andare in spiaggia.