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Stili di leadership e modalità di conduzione dell’attività didattico-educativa

Stili di leadership e modalità di conduzione dell’attività didattico-educativa

Con il termine leadership viene indicata la capacità di un soggetto, spesso impegnato nel campo dell’educazione o nell’ambito delle attività politiche e lavorative, di esercitare un rapporto di influenza su un individuo o gruppo di persone, in relazione a un compito da svolgere o a un obiettivo da perseguire.

La leadership può avere un’origine istituzionale, con una designazione ufficiale, all’interno di un’organizzazione formale (scuola, società sportiva, associazioni di vario tipo) o un incarico di tipo informale, offerto da parte da un gruppo più o meno organizzato, in base al riconoscimento di precise caratteristiche personali.

C’è, comunque, da sottolineare che, nell’ambito scolastico o sportivo, la figura del leader, istituzionalmente preposta alla funzione didattico-educativa, deve possedere le competenze necessarie di tipo tecnico, didattico, metodologico, in grado di programmare e coordinare le attività programmate, di gestire le dinamiche psicologiche interpersonali, nonché di motivare e rinforzare, attraverso, un rapporto efficace e una partecipazione emotiva, le varie fasi di apprendimento degli allievi.

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I TRE STILI DELLA LEADERSHIP

I vari studi di psicologia sociale identificano tre stili di leadership, anche se, nella realtà concreta, si possono verificare delle tipologie miste, non identificabili con uno degli stili sotto descritti che, determinando l’orientamento didattico-metodologico, contraddistinguono i vari tipi di intervento da parte degli insegnanti: lo stile del leader autoritario, lo stile del leader democratico, lo stile del leader permissivo.

Per approfondire: Corso Online: Leadership e Motivazione

Il leader autoritario (orientato al compito)

È poco propenso ai rapporti umani e al clima sociale ( tra lui e il gruppo e tra i componenti del gruppo stesso), stabilisce, in modo direttivo, tutte le attività dei contenuti da lui programmate, i procedimenti, le tappe di realizzazione, utilizzando, spesso, critiche demolitrici, senza sondare le motivazioni o discutere i personali punti di vista degli allievi.

In questo caso, non esistendo, da parte di quest’ultimi, funzioni di responsabilizzazione o di partecipazione attiva, la presenza dell’insegnante leader è sempre indispensabile.

Questo tipo di leadership, orientata al compito, risulta funzionale quando è urgente prendere decisioni a breve termine, per cui è necessario definire e programmare, in modo rigido e nei dettagli, i contenuti da sviluppare e le strategie da seguire.

Il leader democratico (orientato al gruppo)

Centra la sua azione sulla relazione e sull’accettazione reciproca, agisce come coordinatore e catalizzatore, valorizza le potenzialità creative e realizzative dei singoli allievi e del gruppo classe o gruppo sportivo, li stimola ad un’elevata partecipazione alle decisioni, riferite agli scopi, alle modalità, ai metodi d’insegnamento e alla realizzazione delle attività.

In questo caso, si può realizzare un intervento personalizzato, centrato sulla cordialità, sull’affetto, sull’empatia, sull’incoraggiamento, che prevede il fondamentale coinvolgimento diretto e la responsabilizzazione di ogni singolo allievo e la possibilità da parte di ognuno e del gruppo, di proporre, all’insegnante, proposte alternative e suggerimenti

Si tratta di un percorso, meno lineare e a lungo termine, più articolato e complesso di quello precedente, in cui, comunque, sia i singoli che il gruppo, acquisiscono consapevolezza delle proprie risorse e assumono un atteggiamento più motivato e responsabile per i loro compiti di sviluppo.

Il leader permissivo

È quello che assume un atteggiamento lassista e un ruolo estremamente passivo, lasciando, al gruppo, completa libertà di decisione e di azione, limitando i suoi interventi ad avanzare, in caso di precisa richiesta, pochi suggerimenti.

Il ricorso a questo tipo di leadership può essere giustificato solo nel caso di rilevante maturità, autonomia e capacità spontanea già maturata nel gruppo.

In caso contrario, si può prevedere, come spesso accade, l’abbandono del compito, da parte degli allievi, dovuto una scarsa motivazione, alla mancanza di collaborazione interpersonale, alla conseguente insoddisfazione, alla scarsa valutazione dei processi e degli esiti finali di un percorso formativo.

Sussiste, inoltre, il pericolo che, all’interno del gruppo stesso vengano individuati leader spontanei o alternativi, al capo istituzionale.

In riferimento alle tre tipologie di leadership, sopra enunciate, è facile intuire che, nell’attività di insegnamento, così concepita, non esiste, di fatto, uno stile perfetto e funzionale di leadership.

Occorre, infatti, tener presente che il gruppo non è statico ma, al contrario, si configura come un sistema sociale in continua evoluzione dinamica e, in questo senso, le metodiche di conduzione possono facilmente alternarsi ed integrarsi.

Per approfondire: Corso Online: Esercizi pratici per la gestione della Leadership

CONCLUSIONI: quale stile di leadership?

Come nota conclusiva, ci si pone la domanda: a quali condizioni un educatore (genitore, insegnante, allenatore sportivo, animatore, sacerdote) può svolgere il ruolo di leader e la funzione di leadership nei confronti delle nuove generazioni a lui affidate ?

Su questo tema è auspicabile che ci sia una certa flessibilità e adattabilità alla situazione reale, nelle tre modalità di conduzione dell’attività didattico-educativa, da parte di ogni educatore che, a vario titolo, cura la conduzione del gruppo.

Su questo punto, è stato ampiamente dimostrato, soprattutto a livello scolastico, che gli studenti migliori, più motivati e con più capacità elevate si trovino meglio in situazioni a conduzione democratica.

Al contrario quelli meno preparati o più abituati ad una situazione di dipendenza passiva dall’insegnante, rendono meglio se sono guidati in modo autoritario.

Tenendo conto, inoltre, delle caratteristiche sui vari tipi di leadership sopra descritte, bisognerà, in ogni caso, tener presente che il nuovo paradigma educativo prevalente, sostenuto, ormai, dai nuovi orientamenti psico-pedagogici, maggiormente diffusi, privilegia gli orientamenti della leadership democratica.

Tale tendenza invita a ridimensionare la tipologia degli interventi didattico-educativi, che richiedevano, soprattutto da parte della vecchia scuola, varie forme di riproduzione dei saperi fissi e definitivi, per incrementare, negli allievi, attraverso un intervento personalizzato, l’ideazione e la realizzazione di percorsi formativi, che richiedono forme autonome di elaborazioni di prodotti culturali, stimolando il pensiero divergente ed iniziative creative nella soluzione dei problemi.

In tale prospettiva, assume particolare significato la digitalizzazione, sempre più diffusa, a tutti i livelli, che investe la società nella sua continua e inarrestabile evoluzione e che, quindi incide, inevitabilmente sul processo di crescita, maturazione e sviluppo delle nuove generazioni.

Leadership formale e informale

In ogni caso, a parte le considerazioni sopra esposte, la condizione primaria per garantire l’efficacia della mission educativa è legata all’idea che non è la posizione formale e istituzionale all’interno del gruppo (familiare, scolastico, ludico, sportivo, religioso) a determinare il riconoscimento del ruolo di leader, quanto, piuttosto, la personalità, le competenze e la credibilità che il leader dimostra nello svolgere le sue funzioni connesse al ruolo.

Si può essere, formalmente, un leader gerarchico, ufficialmente designato dall’istituzione, ma non avere la necessaria autorevolezza a svolgere la sua funzione carismatica di leader; al contrario, si può non avere un’autorità istituzionalmente non definita, ma godere di stima, credito, fiducia, tale da essere riconosciuto, di fatto, il leader reale del gruppo.

È necessario, comunque, sottolineare che l’azione da lui intrapresa, risulterà funzionalmente efficace, nella misura in cui sarà in grado di animarla e riscaldarla, con una corrente emotiva ed affettiva di tipo empatico, al fine di stimolare, illuminare, alimentare, guidare e potenziare ogni processo di apprendimento, centrato sul sapere e sul saper fare e sul saper agire.