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Stati d’Animo delle Feste

Stati d’Animo delle Feste

Ansia, depressione, tristezza, malinconia, perdita, aspettative, maschere, convivenze forzate…tutto ciò a stridere con feste, luccichii, consumismo, tavole imbandite, corsa ai regali. L’eterno contrasto tra interiorità ed esteriorità, condizionamenti esterni e libertà di azione, essere ed apparire.

Esistono disagi psicologici e malesseri più o meno sommersi nel quotidiano ma che emergono e si amplificano inevitabilmente durante il periodo delle Feste: ogni storia personale all’improvviso viene catapultata in una realtà che non sempre rappresenta ciò che si vive interiormente. Non è sempre facile accorgersi di ciò che accade dentro e fuori di noi, vivendo immersi in un’epoca storica affannosa, caotica, a tratti alienante, in cui si è molto presi da sé stessi, da quello che è fuori da sè e si concede poco spazio all’ascolto, alla consapevolezza, alla cura. L’apparire tenta di sovrastare l’essere e l’egoismo, quello non sano, azzera l’empatia e aumenta la solitudine e l’indifferenza.

Le molteplici sfumature che accompagnano gli stati d’animo in questo periodo dell’anno, potrebbero diventare uno spunto di riflessione per accogliere la parte vulnerabile che ci appartiene, quella che richiede attenzione e un giusto spazio di ascolto troppo spesso dimenticato.

CHRISTMAS BLUES: LA TRISTEZZA DELLE FESTE

Con il termine Christmas blues è descritto lo stato d’animo disforico di una buona fetta di popolazione che accompagna tutte le feste natalizie. Pensieri negativi, angoscia, malinconia, ansia, anedonìa si fanno largo nel quotidiano, dove si percepiscono sensibilmente il senso di inadeguatezza e la frustrazione che derivano dal confronto sociale con chi vive il periodo natalizio con gioia e spensieratezza.  Anche il confronto sui social a volte è sufficiente per danneggiare l’autostima e per aumentare il senso d’inadeguatezza che si avverte, poiché proprio questi medium esaltano l’apparenza e la finzione e spingono a esaltare un’immagine vincente e patinata, ma spesso non veritiera.

Non tutti, per svariati motivi, hanno la possibilità di riunirsi e approfittare di un contatto sociale e questo può aumentare il senso di solitudine, specialmente in coloro che questa solitudine la sperimentano tutto l’anno: anziani, persone che stanno attraversando un periodo buio, chi con difficoltà si rapporta col contesto di appartenenza perché afflitto da un disturbo dell’umore o di ansia…

Chi invece si avvale della compagnia della propria famiglia, non sempre può percepire il tempo trascorso come  di qualità.  Possono emergere o riaccendersi contrasti, conflitti, dinamiche mai superate, la percezione temporale si dilata e lo spazio per questi vissuti interiori si allarga inevitabilmente. La frustrazione legata alla convivenza forzata può rimandare a un senso di appartenenza in cui non ci si riconosce o comunque non più come prima. Si può creare la consapevolezza di una discrepanza tra ciò che si è stati, si è, si vorrebbe essere…

LA LOTTA COL CIBO

La centralità del cibo accomuna tutte le Feste e crea disagio considerevole a chi soffre di un disturbo della condotta alimentare (DCA). I fantasmi dell’anoressia, della bulimia, del Binge Eating, ora più che mai sono onnipresenti sulle tavole imbandite, seduti accanto a chi con quei fantasmi lotta quotidianamente.

I giorni di festa per loro diventano assai impegnativi psicologicamente e fisicamente, in quanto, condividendo i pasti con altre persone, si è sotto lo sguardo, il giudizio, le aspettative altrui e questo diventa notevole fonte di stress. Tutte situazioni che generalmente sono evitate in altre circostanze, specialmente sul versante anoressico. Così come possono intensificarsi i meccanismi di disregolazione sull’assunzione di cibo, con conseguenti condotte compensatorie volte ad eliminare gli eccessi, stavolta sul versante bulimico. Chi soffre di Disturbo da Alimentazione Incontrollata, o Binge Eating Disorder, potrebbe avvertire in maniera intensificata lo stimolo ad alimentarsi compulsivamente con dirette ripercussioni sull’immagine di sé, umore fluttuante e stati d’animo legati al sentimento della vergogna.

Senso di colpa, angoscia, ansia, rimuginio, percezioni corporee scandagliate minuziosamente sotto la lente implacabile del controllo delle proprie azioni, compulsività dell’esercizio fisico volto a disperdere una gran quantità di energie per fronteggiare l’eventuale apporto calorico in più anche faticosamente introdotto,  accompagnano le condotte alimentari disfunzionali e le loro sfide emotive. Come la scuola psicoanalitica insegna, i DCA non sono disturbi dell’appetito ma dell’amore, delle relazioni. Alcuni tra i temi portanti che sono riproposti durante questo periodo e che nutrono quelle ferite che trovano terreno fertile per l’esordio e la pervasività del disturbo alimentare (M. Recalcati, 2024).

 AFFRONTARE IL LUNGO PERIODO DELLE FESTE

Alcune indicazioni generali possono essere di aiuto, a seconda dei singoli casi e della loro rilevanza, per cercare di promuovere il proprio benessere psicologico, attivando il più possibile le risorse interne utili a non lasciarsi sovrastare da stati d’animo mutevoli e dal disagio.

  • Innanzitutto, accogliere gli stati d’animo che si avvertono nel qui ed ora.  Non è semplice per tutti accettare sentimenti legati alla tristezza e alla malinconia, ma non è corretto verso sé stessi sia demonizzarli che fingere di non sentirli. Ogni emozione, anche la più spiacevole, porta con sé un messaggio da cui attingere per conoscersi  e riconoscersi di conseguenza nella propria autenticità. Anche per questo, cercare di non lasciarsi condizionare dalle pressioni esterne può allontanare la possibilità di fingere quello che non si prova;
  • Per chi avverte la solitudine, può essere utile spezzare la routine derivante dal rimuginio di pensieri e sostituirla con una più funzionale, come uscire di casa per compiere piccoli gesti che allevino il disagio psicologico: una camminata, una visita a posti sconosciuti del paese o della città. Sarebbe bello, se sentito e consentito, offrire compagnia e tempo a chi si sa avvertirà il disagio legato al suo vuoto interiore; sarebbe l’occasione per entrambi di sperimentare una vicinanza autentica;
  • Per chi soffre la presenza sovrabbondante di cibo: può essere di aiuto pianificare e scegliere in anticipo i pasti ma senza costrizioni e attenendosi al vissuto emotivo di chi ha difficoltà alimentari. Evitare di esprimere giudizi e commenti che possano ferire la sua sensibilità. Fare in modo di non focalizzare troppo l’attenzione e i discorsi sul cibo, sovrainvestendoli di significati già onnipresenti nella sua quotidianità.  Chiedere aiuto qualora possa essere utile per alleviare il malessere.
  • Non lasciarsi travolgere dai pensieri negativi che possono seguire ad alcune riunioni familiari, laddove queste non siano basate su legami significativi. Piuttosto, trovare il giusto equilibrio tra il presenziare e il porre dei limiti che salvaguardino il proprio benessere psicologico.

Infine, non dimenticare di dedicare spazio a sé stessi, creando delle routine piacevoli da cui attingere per vivere la propria esperienza come si vuole piuttosto che come si deve, abbassando le aspettative e rafforzando la flessibilità cognitiva. In questo modo, si può imparare a dare il giusto peso ad eventi e situazioni reagendo ad essi in maniera adeguata e funzionale.