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Tipologia dei Movimenti del Corpo

Tipologia dei Movimenti del Corpo

La tipologia del movimento umano si può inquadrare in funzione dei fenomeni, che ne costituiscono la genesi e le radici.

Il sistema nervoso, in particolare, svolge una funzione regolatoria del movimento, riferita ad una serie di fattori, come : tempo, spazio, velocità, intensità, ritmo che, attraverso la coordinazione neuro-muscolare, raggiungono livelli  di efficacia e di prestazione più o meno ottimali.

In Italia, si possono citare le varie suddivisioni tipologiche dei movimenti, proposte, agli albori dell’Educazione Fisica, da Emilio Bauman, Serafino Mazzarocchi, Mario Gotta, Eugenio Ferrauto,  completate dalle indagini di Mc Dougal e James.

Tuttavia  nell’attuale e, comunemente, accettata classificazione, nel quadro delle attività motorie umane, vengono identificate le seguenti quattro categorie, in cui si riassumono tutte le differenziazioni,  elaborate dai vari autori : Movimenti Volontari, Movimenti Riflessi, Movimenti Automatici, Movimenti Associati.

I MOVIMENTI VOLONTARI

Essi sono dovuti alla volontà e, più precisamente, alla mente, al pensiero, all’intelligenza, all’area motoria, in cui il cervello interviene come  organizzatore, controllore e coordinatore ed influisce, in modo determinante, sulla sfera educativa (educazione fisica, sport, attività in ambiente naturale, ecc.).

Ogni movimento volontario, che può essere appreso, si attua in tre fasi:

  1. Decidere l’obiettivo (ideazione, ovvero, cosa voglio);
  2. Identificare le strategie  (pianificazione, come fare);
  3. Eseguire il movimento, con tutti gli adattamenti posturali.

L’atto motorio volontario parte dalla corteccia cerebrale (tronco dell’encefalo), l’impulso passa, attraverso la radice cerebrale, il bulbo e giunge al midollo spinale; da qui, ai neuroni ed alla placca motrice, per provocare il movimento.

I MOVIMENTI RIFLESSI

L’attività neurologica dei movimenti riflessi è, eminentemente, inconscia e legata all’attività del midollo spinale. 

Essa rappresenta una risposta ad uno stimolo esterno (esterocettore) e riguarda la maggior parte delle contrazioni umane, come per esempio, la reazione di difesa per una sensazione dolorosa, immediatamente raccolta, in frazione di secondo, e trasmessa al midollo spinale, definito, normalmente, arco riflesso (tosse, riflesso rotuleo – estensione -, quando si percuote il ginocchio, ecc).

Anche il tono muscolare appartiene alla contrazione (tonica) di natura riflessa, dovuta ad uno stiramento o tensione continua, dipendente dalla forza  di gravità, che agisce sugli organi di senso delle articolazioni, dei muscoli e dei tendini. Queste sensazioni vengono, di solito definite cinestetiche.

Altri riflessi speciali sono i riflessi di raddrizzamento, (del capo, del collo, oculari, ecc.) , che si verificano nella postura, evidenziati, in special modo, in alcuni sport, che prevedono una condizione di volo (acrobatica artistica, tuffi, salti, ecc.).

I MOVIMENTI CONDIZIONATI

I riflessi condizionati, assimilabili, in qualche modo, ai riflessi sopra descritti, rappresentano una reazione  dell’organismo  verso il mondo esterno, dipende, cioè, da una condizione e si esplica per mezzo del sistema nervoso.

È molto noto, a tale proposito, l’esempio classico, descritto dal fisiologo, Ivan Petrovic Pavolv (1849- 1936), Premio Nobel del 1904, quando afferma che “la ghiandola salivare comincia a funzionare, quando si introduce cibo nella bocca (riflesso incondizionato e assoluto)”; però si è potuto constatare, con esperimenti sui cani, che detto stimolo alla salivazione può essere risvegliato, cioè, provocato, anche da un’altra situazione, per esempio un suono od una luce, che s’accende all’atto dell’introduzione del cibo e, successivamente, si può verificare indipendentemente dall’assunzione del cibo (riflesso condizionato).

Tali riflessi  occupano, sicuramente, un ruolo importante, durante l’automazione dei movimenti, che si verifica nella vita normale, ma anche e soprattutto, nel processo di apprendimento delle varie attività sportive.

I MOVIMENTI AUTOMATICI

I movimenti automatici sono movimenti acquisiti, non controllati dalla coscienza e dalla volontà, ma trattabili ed educabili con la ripetizione e, quindi,  migliorabili, con appropriate forme di esecuzione.

Si tratta di movimenti volontari speciali, che mobilitano i centri nervosi superiori, soprattutto nella fase iniziale dell’esecuzione, subito dopo l’automatismo raggiunto fa a meno dell’intervento della volontà (controllato dal midollo spinale), che interviene, nuovamente, nella fase finale del gesto, per farlo cessare.

L’automaticità del movimento tende a cambiare le abitudini motorie o a creare nuove coordinazioni neuro-muscolari, con la ripetizione sistematica degli esercizi, modificando o adattando il comportamento motorio, rendendolo disinvolto, sicuro ed economico, limitando, di fatto, il dispendio, non voluto, di energie inutili.

I MOVIMENTI ASSOCIATI

Sono i movimenti non richiesti, che accompagnano certi altri movimenti semplici o combinati volontari.

Generalmente vengono definiti come movimenti negativi (associati sinergici), che risultano dispersivi per il movimento volontario o come movimenti positivi, che sono utili e  assecondano il movimento voluto (associati sinergici), riuscendo a potenziarlo.