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PSICOFARMACI E ADOLESCENTI: FENOMENO IN CRESCITA

PSICOFARMACI E ADOLESCENTI: FENOMENO IN CRESCITA

L’uso di psicofarmaci a scopo “ricreativo” sta diventando un problema crescente tra gli adolescenti. Secondo gli esperti, questo fenomeno riguarderebbe un giovane su dieci. Nel XXIV Congresso nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf) ha lanciato l’allarme su questa nuova forma di dipendenza.

Gli psicofarmaci, insieme ad un percorso terapeutico completo, sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e nei giovanissimi. Molte patologie trattate in tempo nei giovani garantiscono loro un futuro migliore. Tuttavia, se questi farmaci sono utilizzati in modo non corretto, possono avere ripercussioni negative. Per questo motivo, gli esperti ritengono che sia necessario avviare campagne di sensibilizzazione e informazione, nonché azioni educazionali, per prevenire questo problema. Coinvolgendo le istituzioni, come la scuola, la classe medica, i medici di medicina generale e le famiglie, si può aiutare a prevenire l’utilizzo improprio di questi farmaci.

In generale, è importante che gli adolescenti siano consapevoli dei rischi associati all’uso non medico di psicofarmaci. Inoltre, i genitori e gli educatori dovrebbero essere in grado di riconoscere i segni di abuso di questi farmaci e sapere come affrontare il problema.

LA RICERCA

Il consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica sta diventando un problema sempre più diffuso tra gli adolescenti. Secondo uno studio condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, le motivazioni principali per cui gli studenti utilizzano questi farmaci sono il miglioramento della performance scolastica (46,8%), il miglioramento dell’aspetto fisico (72,5%), il desiderio di stare meglio con se stessi (36,6% per i farmaci per dormire e 54,6% per quelli per l’umore) e l’utilizzo con il solo scopo di “sballarsi” (ricorda la dottoressa Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Istituto).

Il reperimento dei farmaci non sembra essere un problema per gli adolescenti, con il 13,6% degli studenti che è a conoscenza di luoghi in cui è possibile procurarsi facilmente questi farmaci senza ricetta medica. Il 42,3% di questi studenti riferisce di poterseli procurare a casa propria, il 28,2% tramite Internet e il 22,2% per strada.

Durante il periodo di Covid, le motivazioni per l’utilizzo di questi farmaci non sono cambiate, ma è cambiato il modo in cui sono stati procurati. Con la pandemia e le restrizioni di spostamento, è stato più difficile procurarsi sostanze illecite, ma i ragazzi hanno scoperto che era semplice trovare questi farmaci in casa. La ricercatrice sottolinea che l’utilizzo è molto più comune tra i ragazzi che hanno già avuto un’esperienza precedente con psicofarmaci con prescrizione medica.

Le ragazze sono maggiormente a rischio di utilizzare questi farmaci senza prescrizione medica per migliorare il proprio aspetto fisico e l’autostima, ma anche a causa dello stigma associato al consumo di molte sostanze illecite. La dottoressa Molinaro sottolinea che le ragazze tendono a evitare più dei coetanei tutte quelle sostanze che sono percepite come “maschili” e sono quindi più inclini a utilizzare farmaci che non sono visti come “sostanze illecite”.

Per prevenire questo problema, gli esperti sottolineano la necessità di campagne di sensibilizzazione e informazione, nonché azioni educazionali coinvolgendo le istituzioni, come la scuola, la classe medica, i medici di medicina generale e le famiglie. È importante che gli adolescenti siano consapevoli dei rischi associati all’uso non medico di psicofarmaci e che i genitori e gli educatori siano in grado di riconoscere i segni di abuso di questi farmaci e sapere come affrontare il problema.

Inoltre, è importante che gli studenti abbiano accesso a servizi di salute mentale e che gli insegnanti e gli educatori siano formati per riconoscere i segni di un problema di salute mentale e sapere come indirizzare gli studenti verso il supporto adeguato.

Per approfondire:

SEMINARIO ONLINE: ADOLESCENTI E NUOVE DIPENDENZE – IL RUOLO DELLA PREVENZIONE