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Oncologia e identità di genere: 10 raccomandazioni dell’AIOM

Oncologia e identità di genere: 10 raccomandazioni dell’AIOM

Nel tentativo di rendere l’oncologia più inclusiva, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha pubblicato un position paper con 10 raccomandazioni, conosciuto come le “Raccomandazioni di Assisi.”

Questo documento, pubblicato su eClinicalMedicine, mira a promuovere l’inclusione di pazienti transgender e gender diverse nei processi di cura oncologica, nonché a migliorare la prevenzione, lo screening e l’accesso ai trattamenti.

Queste raccomandazioni rappresentano un passo avanti nell’obiettivo di aumentare l’inclusività nei servizi di oncologia e promuovere i diritti delle persone LGBTQIA+.

L’AIOM riconosce l’importanza di considerare l’identità di genere nell’oncologia, sia per la prevenzione primaria dei tumori che per il trattamento. Saverio Cinieri, Presidente Nazionale AIOM, sottolinea l’importanza di un approccio inclusivo: “L’oncologia medica deve essere sempre più inclusiva e porsi l’obiettivo di migliorare la salute e il benessere di tutti i pazienti colpiti da cancro, indipendentemente dalla loro identità di genere”.

Questo impegno a contrastare le disparità e favorire l’equità nei trattamenti è una priorità per la società scientifica.

Le Raccomandazioni di Assisi e oncologia

Le raccomandazioni comprendono dieci punti chiave, tra cui:

  • Promuovere il SOGI (Sexual Orientation and Gender Identity) nella raccolta dei dati personali del paziente.
  • Favorire l’inclusione di pazienti transgender e gender diverse nei trials clinici.
  • Creare ambienti accoglienti e sicuri per le persone transgender e gender diverse.
  • Incentivare linee guida relative allo screening dei tumori per la popolazione transgender e gender diverse.
  • Promuovere una formazione specifica degli operatori sanitari sul transgender e i problemi di salute delle persone con diversità di genere.
  • Educare la popolazione transgender e gender diverse, in particolare i giovani, sui fattori di rischio modificabili dei tumori.
  • Fornire un supporto psicologico adeguato durante l’intero percorso di cura.
  • Coordinare le cure secondo l’affermazione del genere e le cure oncologiche caso per caso.
  • Affrontare i determinanti sociali della salute.
  • Incentivare la collaborazione con associazioni/organizzazioni LGBTQIA+.

Queste raccomandazioni riflettono un impegno concreto verso un’assistenza oncologica più inclusiva e personalizzata. L’obiettivo è superare le barriere e le difficoltà oggettive che molte persone LGBTQIA+ incontrano nell’accesso ai programmi di prevenzione e trattamenti anticancro.

Come sottolineato da Filippo Pietrantonio, oncologo presso la Fondazione IRCCS INT di Milano, queste sfide possono portare a risultati clinici inferiori rispetto alla popolazione generale.

In generale, l’oncologia medica si sta orientando verso una maggiore personalizzazione dell’assistenza, tenendo conto delle specifiche esigenze di ciascun paziente, compresa la loro identità di genere.

La pubblicazione delle Raccomandazioni di Assisi rappresenta un passo avanti verso un trattamento più equo e inclusivo delle persone transgender e gender diverse, promuovendo una visione dell’oncologia che tiene conto delle differenze di sesso-genere e promuove l’equità nei trattamenti.

Riflessioni sull’identità di genere e le discriminazioni

In questo contesto, è importante sottolineare che in Italia, così come in molti altri Paesi europei, le persone LGBTQIA affrontano barriere nell’accesso ai programmi di prevenzione e ai trattamenti anti-cancro. Queste barriere contribuiscono a risultati clinici inferiori rispetto alla popolazione generale, rendendo urgente l’adozione di politiche inclusive e orientate all’equità.

Le “Raccomandazioni di Assisi” rappresentano un importante passo avanti verso un sistema di salute più inclusivo e rispettoso dei diritti delle persone transgender e gender diverse.

La collaborazione tra la comunità medica e le associazioni LGBTQIA+ è un elemento chiave per garantire un futuro in cui le cure oncologiche siano accessibili a tutti, indipendentemente dall’identità di genere.

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