LE ORIGINI
L’utilizzo dell’arteterapia così come oggi la intendiamo ha origini antiche. Si pensa che già gli Egiziani la praticassero, per affrontare disturbi mentali, attraverso musica e balli. Gli stessi Greci e Romani hanno fondato sull’arte gran parte della loro cultura, a partire dalla musica e dal teatro per favorire la catarsi, fino ad arrivare ad alleviare le sofferenze attraverso la letteratura.
Solo nel periodo del Medioevo abbiamo un periodo buio per l’arte che fu affiancata alla magia ed alla superstizione ma subito dopo, nel Rinascimento, torna ad essere parte integrante ed essenziale nella vita delle persone. Gli artisti iniziarono ad essere considerati persone di maggiore sensibilità e capaci di esprimere grandi doti e le loro opere iniziarono ad essere considerate dei veri e propri strumenti terapeutici in grado di deviare dalla strada della follia ad un rinnovato equilibrio.
Si arriva all’arteterapia grazie agli studi inizialmente fatti su persone psichicamente malate ed instabili, quindi con lo scopo di comprenderne i disturbi ed i processi mentali ai fini curativi, fino ad arrivare all’arteterapia come espressione di sé e pertanto come dialogo con il nostro mondo interno ed esterno, allo scopo di raggiungere consapevolezza e benessere. Si è arrivati quindi a considerarla anche una disciplina di sviluppo personale, di autoconoscenza, nonché di espressione emotiva attraverso l’uso delle arti più diverse, quali pittura, scultura, danza, musica e teatro.
L’arte aiuta e favorisce la salute, la guarigione, la prevenzione ed è aiuto e supporto per qualsiasi disabilità della vita di chiunque e questo grazie ai diversi processi creativi.
ARTETERAPIA COME CURA
Medici, psicologi, psichiatri e criminologi, dal 1800 fino ai nostri giorni, hanno studiato le diverse patologie degenerative del cervello attraverso lavori artistici dei pazienti come disegni o dipinti. Queste ed altre espressioni artistiche sono state considerate vere e proprie espressioni dell’inconscio da analizzare ed interpretare, visione vicina a quella di Freud.
Qui di seguito alcuni nomi: lo psichiatra e psicanalista tedesco Hans Prinzhorn, lo psichiatra e scrittore italiano Vittorino Andreoli, il medico Marco Ezechia Lombroso (detto Cesare) padre della criminologia moderna, la psicologa Margaret Naumburg, considerata fondatrice dell’arteterapia in America, e la pittrice realista austriaca Edith Kramer che sosteneva invece che l’arte non ha bisogno di essere necessariamente interpretata perché essa stessa è un momento di riabilitazione e rielaborazione esistenziale.
L’obiettivo che l’espressione artistica si pone in situazioni di terapia, di riabilitazione o semplicemente educative, è quello di dare la possibilità di esprimere la propria identità e la natura del proprio disagio, e gli elementi che lo permetto sono indubbiamente la fantasia e l’immaginazione, elementi preziosi per esternare ed elaborare un disagio o semplici emozioni. In tal senso risultano molto interessanti le posizioni di tre illustri psicanalisti, Sigmund Freud, Donald Winnicott e Carl Jung.
Per Freud qualsiasi individuo, tramite l’arte, ha la possibilità di trasformare le sue fantasie in una creazione artistica invece che in sintomi. Winnicott afferma che l’oggetto realizzato rappresenta un legame con il passato, è in grado di unire due mondi, quello della realtà interna e quella esterna portando verso un cammino di consapevolezza e quindi ad un nuovo ritrovato equilibrio. Secondo Jung la creatività svolge funzioni terapeutiche come atto catartico che permette la liberazione dei sentimenti più profondi, tramite immaginazione attiva e rappresentazioni simboliche.
ARTETERAPIA COME ESPRESSIONE
L’arteterapia può attingere a differenti espressioni artistiche attraverso le quali la persona vive un’esperienza che l’aiuta nel processo trasformativo. Le principali sono: la meloterapia (terapia eseguita con l’aiuto della musica), la terapia del dramma (terapia eseguita con l’aiuto dell’espressione drammatica e teatrale), la terapia attraverso il disegno, la pittura, la modellazione e il collage e la terapia attraverso il movimento e la danza.
L’arte quindi è un differente mezzo di espressione e si esprime attraverso i segni, i colori, le forme, la musica, i movimenti corporei, la voce. In questo modo siamo più liberi di esprimerci, di lasciarci andare, e diminuiscono pertanto le resistenze che ci bloccano. Laddove non si riesce ad esprimersi e raccontarsi con le parole, l’arte permette quella espressione in qualche modo bloccata o inibita da qualche parte del nostro essere, ed è un valido aiuto nella ricostruzione dell’identità e dell’equilibrio esistenziale.
Possiamo quindi utilizzare l’arte da autodidatti, disegnando, dipingendo, cantando, danzando, e praticando qualsiasi altra forma artistica, per lasciarsi andare, esternare ciò che non solo può essere bloccato e inespresso ma addirittura inconsapevole. Oppure è consigliabile rivolgersi ad un arteterapeuta che possa guidare in modo professionale un cammino di consapevolezza e di crescita personale ai fini del benessere che coinvolgerà inevitabilmente la persona a livello olistico, ossia a livello mentale, fisico e spirituale.
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