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IL CONTRATTO EDUCATIVO NELLA GESTIONE DELL’ALUNNO DIFFICILE

IL CONTRATTO EDUCATIVO NELLA GESTIONE DELL’ALUNNO DIFFICILE

Sotto un punto di vista clinico un alunno difficile può essere identificato in un soggetto che, per ragioni innate o acquisite di disagio, non è in grado di mantenere un equilibrio motorio, cognitivo ed emozionale all’interno della classe, manifestando disattenzione, iperattività o atteggiamenti oppositivi verso la dimensione educativo-normative.

Limitato dalla funzione del contesto scolastico, l’allievo si ribella al contenuto richiestivo con reazioni inadeguate, spesso disregolate: nella maggior parte dei casi la causa viene attribuita alla presenza di disturbo ADHD. Il nucleo patologico di quest’ultimo comprende l’attuazione reiterata di comportamenti volti alla disattenzione e all’iperattività, e di DOP, caratterizzato da oppositività, tendenza vendicativa e atteggiamenti provocatori verso le norme imposte dall’adulto e dalla società in generale. Ma alunni problematici possono presentare anche ritardi cognitivi di entità variabile, disturbi della regolazione emotiva, disfunzionalità ideomotorie e disturbi dello spettro autistico, in cui la condotta disfunzionale costituisce il mezzo espressivo di un disagio che, non potendo essere contenuto ed elaborato, viene “rumorosamente” agito all’esterno, con il coinvolgimento del resto della classe.

Contratto educativo e “comportamento problema”

La psicologia ha dedicato grande interesse allo studio del c.d. “comportamento problema”, nel tentativo di identificarne una possibile cornice educativa. Lo sforzo è in particolare volto a limitarne gli effetti sfavorevoli, attivando al contempo modalità di comunicazione nuove e più produttive rispetto all’agito.
È infatti necessario non dimenticare che il comportamento problema, al di là di ogni motivazione apparente, rappresenta un fallimento comunicativo, l’ingestibilità di uno stato emotivo persecutorio altrimenti non riferibile.

Nella convinzione che il comportamento possa essere modificato tramite il contatto reiterato con esperienze regolative e strategie di autocontrollo, la psicologia comportamentale ha utilizzato l’impianto del condizionamento operante al fine di costruire una serie di strumenti educativi volto alla gestione del comportamento problema. Mezzi ad alta motivazione estrinseca in cui il raggiungimento della condotta target è inscindibilmente collegato al guadagno di rinforzi, stimoli gratificanti precedentemente negoziati con l’allievo e posti a sua disposizione ogni volta che riuscirà a raggiungere un obiettivo prestabilito e concordato con l’insegnante.

Il contratto educativo è uno di questi strumenti.

Una descrizione del contratto educativo

Si tratta di un autentico contratto stipulato per iscritto tra insegnante e alunno, attraverso il quale quest’ultimo si impegna ad ottemperare una serie di regole di buon comportamento didattico – durante le lezioni, in mensa, in palestra, in biblioteca- con la promessa che l’adeguamento alle regole comporterà una serie di contenuti premiali somministrabili soltanto ad obiettivo raggiunto. Uno sforzo maggiore e un target comportamentale più difficile comporteranno anche maggiori quantità di rinforzo, allo stesso modo in cui, regole violate o obiettivi falliti, comporteranno la rimozione o la diminuzione di quelli ottenuti.

Il contratto gode di una certa solennità nella forma e nella stipula: dopo essere stato redatto in ogni sua clausola viene sottoscritto dagli stipulanti, molto spesso alla presenza dei compagni di classe in qualità di testimoni; subito dopo viene consegnato in copia all’allievo ed esposto in classe, magari sotto forma di cartellone, perché tutti possano trarne un feedback visivo e valutativo.

La stipula di un contratto scritto formale ha i suoi vantaggi:

  • consente di percepire con maggior responsabilità l’impegno preso, favorendo il rispetto delle regole negoziate;
  • conferisce solennità al vincolo prestazionale, grazie anche alla presenza dei compagni al momento della stipula;
  • favorisce una continua rievocazione delle regole, rendendole maggiormente memorizzabili e monitorabili da parte dello stesso allievo;
  • grazie ai rinforzi permette di testare direttamente le conseguenze del comportamento, rendendo più esplicito il peso delle proprie scelte e le conseguenze delle proprie azioni. Sarà l’allievo a decidere se vuole ottenere i premi finali, semplicemente scegliendo di rispettare o meno i vincoli sottoscritti.
    In termini sociali si tratta dell’esito di una equa giustizia distributiva. In termini psicologici si tratta di consentire la gestione dello strumento egoico di fronte ad un Es dilagante che non accorda compromessi con la realtà sociale.
    Grazie ai principi – già noti- della token economy il bambino viene introdotto in dimensioni emotive quali autocontrollo, automonitoraggio, consapevolezza del Sé, assertività, in vista di un contenimento dell’agito emotivo e operativo. Sarà così più facile apprendere il valore della decisione, dell’impegno e della scelta, tollerare la procrastinazione, l’ansia, l’attesa, la rinuncia alla pulsione.
  • Il contratto scritto aiuta inoltre a compensare quelle situazioni scarsamente strutturate – come i lavori di gruppo o i momenti di ricreazione – nelle quali l’incapacità di organizzazione cognitiva e di regolazione emotiva degli allievi problematici potrebbe risultare amplificata.

L’allievo difficile deve imparare a una regolazione emotiva che gli consentirà di gestirsi in una prospettiva adattiva. Il contratto può aiutare in tutto questo, avviando il bambino ad una logica di do ut des dove colui che chiede deve essere disposto a concedere e ad impegnarsi a sua volta, rispettando lealmente le regole stabilite.

Esempio di contratto educativo

Il contratto potrebbe avere il seguente contenuto:

Io sottoscritto….

mi impegno a mantenere questi accordi presi con i miei insegnanti….. alla presenza degli stessi e dei miei compagni di classe:

  • Chiedere di andare un bagno solo una volta all’ora;
  • Stare seduto per un periodo non interrotto di almeno 20’;
  • Prendere la parola solo dopo aver alzato la mano e aver ricevuto il permesso di parlare da parte dell’insegnante;
  • Riordinare il mio materiale scolastico al termine della lezione;
  • Svolgere i compiti a casa così come mi vengono richiesti.

Ogni giorno in cui riuscirò a rispettare i suddetti obiettivi riceverò uno tra i seguenti premi a mia scelta:

  • Possibilità di fare un gioco al computer per 15’;
  • Fare un disegno libero nell’ultimo quarto d’ora di lezione;
  • Allungare di 5’ la ricreazione.

Dichiaro che cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno.

Data ——– firma di alunno e insegnanti

La struttura del contratto educativo: le regole imprescindibili

Per risultare efficace il contratto deve rispondere ai seguenti requisiti:

  • IL BAMBINO DEVE ESSERE MAGGIORE DI 7 ANNI: sotto questa soglia evolutiva non si è sviluppato un senso di rispetto delle regole, né un vincolo sociale verso gli impegni presi; inoltre il bambino minore di 7 anni non è capace di padroneggiare il concetto di scelta, di rinuncia, di procrastinazione dei propri impulsi, e questo renderebbe vani i principi della token economy;
  • SCOMPORRE IL TARGET IN PICCOLI SOTTO OBIETTIVI: mai pretendere troppo, almeno all’inizio. Non si può chiedere ad un bambino di rimanere seduto cinque ore di fila per una settimana: sarà sufficiente chiedergli di restare in silenzio mezz’ora circa per due giorni consecutivi, e rinforzarlo subito se ci riuscirà. In vista di obiettivi più realistici anche la motivazione si mostrerà maggiore, andando ad accrescere competenze di agency e di autoefficacia che, a causa di richieste più esigenti e per questo anche più fallibili, risulterebbero inevitabilmente indebolite;
  • STABILIRE OUTPUT SEMPRE PIU’ COMPLESSI: dopo aver raggiunto progressi stabili e consolidati, si potrà procedere a stabilire obiettivi più complessi, a loro volta associati a quantità di rinforzo maggiore; questo al fine di incentivare il bambino a fare di più e meglio. Dunque, di fronte ad un risultato più complesso e difficile anche il premio si mostrerà maggiore, in quantità, frequenza o intensità. È per questo opportuno associare un rinforzo più elevato ad un’attività più difficile o ad una condotta emessa con bassa frequenza, per incrementare la motivazione e l’impegno nell’attuazione;
  • RISPETTARE IL TEMPO TRA ESIBIZIONE DEL COMPORTAMENTO E RINFORZO: deve trattarsi di un lasso di tempo breve, quasi immediato, affinché il bambino consideri il premio una diretta conseguenza del comportamento; un tempo troppo lungo potrebbe recidere questo nesso di causalità, essenziale ai fini del condizionamento operante; per lo stesso motivo è necessario non somministrare mai il rinforzo prima del raggiungimento del target, né lasciare non premiato un obiettivo raggiunto nell’obiettivo; il bambino ha necessità di vedere subito il risultato del proprio comportamento positivo, in modo che l’entusiasmo per il premio ottenuto serva da stimolante per la reiterazione della buona condotta, oltre che un aggancio per ottenere risultati ancora migliori;
  • INDIVIDUARE I RINFORZI GIUSTI: è necessario concordare la natura dei rinforzi direttamente con il bambino, oppure osservarlo per capire cosa gli piace o cosa desidera ottenere, in una sorta di assessment dello stimolo che verifica anche il gradiente di attrazione. Il rinforzo è fondamentale nella costruzione e nel mantenimento del target, così come l’attrattiva del premio è una componente fondamentale ai fini del raggiungimento dell’obiettivo. I rinforzi possono essere positivi – nel caso in cui vadano ad aggiungere qualcosa di piacevole rispetto a ciò che il bambino già possiede (ad esempio cinque minuti di ricreazione in più), o negativi, ove tolgano o riducano la presenza di attività poco piacevoli (ad esempio la quantità di compiti da svolgere). Più spesso si tratta di rinforzi simbolici, oggetti che acquistano un valore rinforzante soltanto in vista dei beni di reale interesse agli stessi metaforicamente associati (gettoni, monetine, caramelle); ad esempio, ottenendo più gettoni il bambino ottiene minuti di ricreazione aggiuntivi. Come detto la quantità del rinforzo cresce proporzionalmente alla difficoltà del comportamento e all’impegno mostrato nel raggiungimento dello stesso;
  • COINVOLGERE GENITORI E COMPAGNI: è importante che gli impegni sottoscritti a scuola vengano replicati anche a casa, al fine di mantenere una prospettiva educativa coerente e generalizzabile in ogni contesto. Per questo i genitori terranno una linea di contatto continua con i docenti – ad esempio a mezzo di un sistema di comunicazione basato su note casa – scuola – per informarli sull’andamento del contratto dell’ambiente domestico, sulle difficoltà e sui progressi del bambino, ma anche sulla necessità di rivedere regole e contenuti;
  • MODIFICARE REGOLE E RINFORZI: il contratto non viene scritto sulla pietra! Tutt’altro, è necessario prevedere la sua flessibilità, in accordo con le esigenze e le caratteristiche del bambino, oltre che con il livello del suo disagio comportamentale. Non dimentichiamo che i soggetti in via di sviluppo sono dei bersagli mobili e in quanto tali continuamente sottoposti al cambiamento. Alla luce di ciò, è ben possibile che un rinforzo debba essere modificato nel momento in cui perde la propria potenzialità attrattiva, o che, in alternativa, si verifichi la necessità di mutare la scomposizione degli obiettivi in risposta ad una variazione dell’entità del disturbo;
  • MOTIVARE AL RISPETTO DELLE REGOLE SENZA DRAMMATIZZARE GLI INSUCCESSI: per quanto stiamo parlando di un contratto, non c’è nulla di burocratico o punitivo nell’accordo stipulato! Il bambino non rischia nulla, in caso di mancato rispetto delle regole o di fallimento degli obiettivi. O meglio, non rischia nulla di quanto non abbia preventivamente concordato con insegnanti e genitori. Per questo la token economy fornisce un prezioso aiuto nel rafforzamento della responsabilità e della consapevolezza circa le conseguenze delle proprie azioni e scelte. Cosa faccio, mi impegno e ottengo il premio o non rispetto il contratto e perdo il rinforzo? Nel caso in cui venga opzionata quest’ultima possibilità il bambino non dovrà sentirsi punito né mortificato, perché saprà che il mancato raggiungimento del premio è dipeso soltanto dalla sua decisione, e potrà essere egualmente compensato attraverso la sua scelta di uniformare la propria condotta agli accordi presi. Tutto è nelle sue mani, insomma. Il bambino si sente un agente attivo e reattivo della propria dimensione, e questo lo aiuta a consolidare costrutti di motivazione, regolazione e locus of control interno, a tutto vantaggio di quelle competenze di autoregolazione e autocontrollo che risultano deficitarie nell’”alunno difficile”;
  • FARE ATTENZIONE ALLA CHIAREZZA: è necessario essere chiari. Obiettivi da raggiungere, tempistiche, rinforzi, modalità di comportamento dovranno essere negoziati con chiarezza, e riportati sul contratto con la medesima trasparenza espositiva. Introdurre il bambino in un contesto di lealtà di condotta lo esorterà a tenere un comportamento altrettanto leale, amplificando la percezione dell’importanza e della serietà del lavoro che si sta apprestando a compiere.
  • RISPETTARE IL VINCOLO SOCIO-EDUCATIVO: il contratto educativo in grado di regolare una dimensione senza regole e senza ordine di fronte al quale il bambino si sente completamente impotente. Ma è anche un modo per incentivare culto di valori pro sociali, da applicare a scuola, a casa e in ogni contesto di vita. La scuola si impegna a formare un adulto. Il contratto educativo riesce a fornire un notevole aiuto a quegli alunni per i quali l’impresa della crescita si mostra ancora più difficile.

Leggi anche:

Il ruolo dell’educatore a scuola: tra divergenze e relazioni

Bibliografia di riferimento

  • Bernocchi, F. (1972)L’alunno difficile, Giunti Barbera, Firenze;
  • Blum, P. (2013) Sopravvivere nelle classi difficili, Manuale per gli insegnanti, Erickson, Trento;
  • D’Alonzo, L. ( 2019) Gestire i comportamenti problematici nella pratica didattica. Affrontare le difficoltà con strategie, tecniche e strumenti efficaci, Giunti EDU, Firenze;
  • Dardig, G.C, Heward W.L., Facciamo un contratto educativo,Anicia, Roma;
  • Perrenoud P. (2017), Costruire competenze a partire dalla scuola, Anicia, Roma.