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IL SIGNIFICATO DELLA CORPOREITA’
Nel contesto educativo, il concetto di corporeità assume un valore determinante rimarcato all’interno dei Traguardi di Sviluppo e degli Obiettivi di Apprendimento, previsti dalle Indicazioni Nazionali del Ministero, i quali offrono, anche, un orizzonte pedagogico di riferimento sul Profilo dello Studente alla fine di un ciclo di iscrizione.
L’espressività corporea è, infatti, determinante per l’affermazione dell’identità personale, per lo sviluppo delle capacità di progettare, per la convivenza civile, ossia, per la capacità di vivere e relazionarsi con gli altri. La comunicazione corporea utilizza codici non verbali, i cui segnali si esprimono con le varie posture (i diversi modi di stare in piedi, seduti o di assumere varie posizioni), con i movimenti del corpo (camminando, correndo , saltando, ballando, ecc.), con i gesti (che esprimono una vasta gamma di sensazioni) e con la mimica (ossia attraverso le varie espressioni facciali, che si manifestano col movimento degli occhi, della bocca, del naso).
I gesti e la mimica, normalmente, esprimono l’autenticità e la veridicità del pensare e del sentire, infatti, si può, tranquillamente, affermare che “il corpo non sa mentire”, mentre la parola che, spesso, è volutamente ingannevole ed ha un potere manipolativo pericoloso, spiazza il destinatario del messaggio, facendogli intravedere l’apparenza delle cose o, come afferma Platone, “le ombre della realtà” (mito della caverna). Il linguaggio del corpo, in un processo di comunicazione didattico-educativa, diventa, dunque, il luogo dell’evento comunicativo, in cui il soggetto “parla” a se stesso e agli altri, offrendo un orizzonte di senso, di significato e di valore alla relazione interpersonale, la cui dinamica è caratterizzata dalla relazione/interconnessione con gli altri linguaggi (linguaggio verbale, linguaggio, artistico, linguaggio musicale, linguaggio logico-matematico, linguaggio scientifico, ecc.).
Il VALORE DELLO SPORT
Lo Sport assume, all’interno del curricolo scolastico, una funzione multifunzionale, che investe la dimensione conoscitiva, la dimensione abilitativo-prestativa, la manifestazione unitaria della persona nella sua completezza, la capacità di considerare gli avversari, non come nemici, ma come punti di riferimento con i quali misurarsi e confrontarsi, in modo corretto e leale, con i quali scoprire insieme, anche se su fronti opposti, la comune tensione etica al dover essere migliori, sia dal punto di vista delle personali performances, che dal punto di vista etico.
Si tratta di una forma di educazione che porta i concorrenti ad adottare comportanti corretti, civili e di rispetto reciproco e, di conseguenza, a condannare e rifiutare mezzi, pratiche illecite e comportamenti ingannevoli, che siano socialmente censurabili.
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Sport come educazione alla vita
Lo sport è un campo di allenamento per la vita, che educa l’alunno ad acquisire un buon equilibrio emotivo nel gestire, con maturità di giudizio, la vittoria e la sconfitta, quindi, a godersi la vittoria con misura , senza umiliare l’avversario e senza perdere il contatto con la realtà, esaltandosi oltre misura per un risultato positivo e vivendo la sconfitta con pacatezza e senza particolari traumi.
Un altro aspetto caratterizzante dell’attività sportiva consiste nell’opportunità di offrire a chi lo pratica la possibilità di conoscere se stessi, di valutare e di fare un’analisi critica dei propri limiti, con la consapevolezza che si possono superare, non abbattendosi di fronte alle sfide, ma lottando fino alla fine, con impegno e determinazione. Lo Sport riconosce, inoltre, a chi lo pratica anche il diritto di sbagliare, con la consapevolezza che un goal mancato, un’ammonizione, un cartellino rosso, un brutto gesto, nei confronti dell’avversario, non lo condannano a vita né hanno conseguenze profonde per l’esistenza: in ogni processo di apprendimento è, infatti, prevista la possibilità di fare errori, di imparare dai propri errori, al fine di poterli successivamente evitare nei contesti lavorativi e della vita reale.
Lo Sport, inteso nella sua dimensione educativa, offre, inoltre, una preziosa opportunità di crescita per i bambini di tutti i continenti ed in particolare dei paesi e popoli sottosviluppati; basti ricordare tra le tante iniziative il Progetto di Johan Olav Koss, fondatore e Direttore Generale di “Right to Play” (Diritto al Gioco). L’Organizzazione Umanitaria Internazionale trasforma lo sport e il gioco in un mezzo per procurare ai bambini ed ad altri gruppi delle zone svantaggiate del mondo una salute migliore, per renderli in grado di vivere e favorire la pace.
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Right to Play
Johan Olav Koss, dopo aver subito parecchi insuccessi, ha lavorato duro per trionfare nei campionati del mondo e per ottenere quattro vittorie olimpiche. Oggi è medico nonché Presidente di un’organizzazione che opera in 22 Paesi in Africa, nel Medio Oriente ed in Asia. È stato lui ad insegnare questo spirito ad altri campioni, che viaggiano a titolo di ambasciatori per “Right to Play”, ma l’importante è che “Right to Play” costituisce, per molti giovani provenienti da Paesi industrializzati e benestanti, un possibilità per insegnare loro stessi, per adoperarsi per un mondo migliore e partecipare ad un programma, con il quale gli appartenenti delle comunità locali vengono preparati in modo tale da poter poi assumere autonomamente la gestione dei programmi “Right to Play”.
Il Decalogo dello Sport Il vero sportivo è quello che trasferisce i valori legati allo sport in competenze per la vita (lavoro, vita di relazione, svago, ecc.), è colui che sa sta bene con se stesso (saper essere) e sa far star bene gli altri, sa esaminare e capire i problemi prima di cimentarsi in soluzioni sconsiderate ed affrettate. Si potrebbe fare un lunghissimo elenco degli aspetti positivi della vita dello sportivo, ma ci limitiamo a riportare, qui di seguito, una sorta di decalogo, che ne riassume, gli aspetti più significativi.
Il vero sportivo è colui che:
- si diverte a fare sport
- è leale con se stesso e con gli altri
- è sempre disponibile da aiutare i compagni
- non si vanta mai della sua bravura
- non si arrabbia quando i compagni sbagliano
- conosce e rispetta le regole degli sport praticati
- rispetta gli impegni e si impegna con costanza e determinazione
- ha un grande autocontrollo
- assume una posizione critica nei confronti delle ingiustizie
- non si tira mai indietro
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