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Clotilde Pontecorvo: Educazione e Identità

Clotilde Pontecorvo: Educazione e Identità

A un anno dalla scomparsa, il ricordo della psicopedagogista che ha lasciato studi e ricerche di importanza internazionale sui temi del curricolo, dello sviluppo cognitivo, della formazione degli insegnanti, e non ultimo, sullo sviluppo di concetti sociali attraverso il discorso, la discussione e il confronto non solo a scuola, ma anche nei contesti familiari.

Chi era Clotilde Pontecorvo

Sono stati celebrati un anno fa, il 7 novembre 2022 a Roma, i funerali di Clotilde Pontecorvo. Docente emerito di Psicologia dell’Educazione all’Università “Sapienza”, è stata una figura di spicco nel campo dell’Educazione sia in Italia sia a livello internazionale.

Clotilde Pontecorvo, già professoressa di Psicologia dell’alfabetizzazione e di Psicologia dell’interazione discorsiva, era stata nei due trienni 1983-1985 e 1997-2000, Direttore del Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

La sua ricerca si è dispiegata per oltre mezzo secolo e ha contribuito non poco allo sviluppo degli studi in campo psicologico, pedagogico e didattico. Innumerevoli sono i suoi scritti e le sue lezioni nel campo della formazione degli insegnanti, della continuità educativa e sullo sviluppo cognitivo. Il suo lascito intellettuale ha senza dubbio permesso progressi e riflessioni approfondite che continueranno a dar frutto nell’ampio dibattito educativo e formativo mondiale.

Tra i suoi input fondamentali non è possibile non ricordare la volontà espressa a chiare lettere per avviare la preparazione universitaria dei maestri e delle maestre ai quali affidava un compito profondamente complesso nella formazione dei bambini e delle bambine, un compito che doveva avere necessariamente uno stampo interdisciplinare e accademico. Connessa a questa attenzione per la Scuola primaria, aveva lavorato molto per ideare progetti anche istituzionali di continuità: una continuità non solo cronologica, da un grado all’altro di scuola, ma anche di senso profondo incarnato in un curricolo a spirale in cui gli insegnanti potessero assumersi la responsabilità del progetto educativo, formativo e didattico e in cui le discipline potessero essere assunte come una campo di saperi significativo.

Gli ultimi anni di ricerca

Negli ultimi anni di ricerca, i suoi studi si sono concentrati in particolar modo sui concetti sociali che si generano attraverso la discussione, sui rapporti tra argomentazione e pensiero in contesti educativi, famigliari e scolastici, sulla conversazione quotidiana come strumento di socializzazione nelle famiglie, sulla discussione come ragionamento collettivo, attraverso il quale apprendere costantemente e generare ricchezza nella conoscenza.

Anna Maria Ajello (ex presidente dell’Invalsi), in una intervista per INDIRE, Avanguardie Educative, ha così detto di lei:

Aveva l’idea che bisognasse aggiustare il mondo, cioè bisognasse intervenire per migliorare le condizioni in cui ci si trova a vivere. E questo ha riguardato la possibilità di studiare la quotidianità […] Clotilde ha rivolto attenzione alla quotidianità in classe, a come si può lavorare in classe.

È stato questo e molto altro e molto di più ancora, il sunto della opera e del pensiero di Clotilde Pontecorvo: un continuo rapporto tra identità ed educazione, tra educazione e vita, tra essere e sapere. Un intreccio che continuerà di certo ad avere riflessi sull’organizzazione e sulla vision della scuola del futuro.

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