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Caratteristiche alla base di un buon funzionamento di un gruppo di lavoro

Caratteristiche alla base di un buon funzionamento di un gruppo di lavoro

Partendo dalla definizione delle caratteristiche di un gruppo, in questo articolo ripercorreremo la strada che porta alla formazione di un gruppo di lavoro.

Che cos’è un gruppo?

Verso la metà del ‘700 il termine “gruppo” viene a designare non soltanto un insieme di cose, ma anche una riunione di persone. Il primo e più antico significato della parola gruppo era nodo. Il senso di nodo è rimasto all’interno dell’attuale uso del vocabolo, indicando la coesione del gruppo.

Un gruppo non è la sommatoria di individui dialoganti, ma il fitto intrecciarsi di eventi intrapsichici e interpsichici, di emozioni, di mondo interno e mondo esterno, relazioni, una dimensione a tratti riconosciuta, a tratti invisibile, che costituisce le relazioni intersoggettive.

Bion (Esperienze nei gruppi, 1971, Armando Roma) propone due livelli di lettura del gruppo: da una parte i gruppi sembrerebbero mossi dalla tendenza a realizzare un compito comune, dall’altro essi sembrano opporsi a tale scopo attraverso una sorta di regressione primaria. Si tratta di una dimensione oggettiva, il gruppo di lavoro, orientato al compito e legato alla razionalità e alla realtà, e di una dimensione connessa alla sfera emotiva, il gruppo di base orientato alla soddisfazione dei suoi componenti.

Kurt Lewin, (Teoria dinamica della personalità, Giunti Barbera, Firenze, 1935), considera il gruppo come struttura complessa di ruoli, di canali di comunicazione, di scambi di posizione, di dinamiche di potere. Per Lewin, l’essenza del gruppo non è tanto costituita dalla somiglianza o non somiglianza tra i suoi membri, ma la loro interdipendenza, il cui grado varia da un’unità compatta ad una massa indefinita. Un cambiamento di stato relativo ad una sua parte o frazione, riguarda lo stato di tutte le altre.

Il gruppo come entità dinamica

Tra gli elementi che spiegano la natura dinamica del gruppo, troviamo la coesione, l’interazione, l’interdipendenza, la leadership, il cambiamento e la struttura organizzativa.

Il concetto di coesione viene utilizzato per indicare tutte le forze che agiscono in un determinato campo per mantenerlo unito, contrastando le forze disgreganti. Per introdurre un cambiamento in un gruppo coeso, per Lewin è necessario modificare l’equilibrio stazionario che caratterizza il gruppo.

Il concetto di interazione invece, si riferisce alla relazione tra due individui, così come a quella tra un individuo e un gruppo o tra due o più gruppi.

Il rapporto di interdipendenza tra i soggetti può essere tale che nel gruppo muta il loro essere stesso. Gli individui cominciano a percepire di dipendere gli uni dagli altri, e tutti dal gruppo nella sua interezza.

Per Lewin, un gruppo è un insieme dinamico, costituito da individui che si percepiscono vicendevolmente come più o meno interdipendenti per qualche aspetto. Inoltre, il gruppo cui l’individuo appartiene è il fondamento essenziale della sua esistenza, il terreno che gli dà o gli rifiuta status sociale, sicurezza e aiuto.

Il gruppo, inoltre, così come l’individuo isolato, possiede una tendenza a preservare un equilibrio raggiunto, ossia un processo di autoregolazione, tale che al fine di provocare un qualsiasi cambiamento occorre turbare l’equilibrio delle forze che mantengono ad un determinato livello l’autoregolazione sociale.

Essendo il gruppo una totalità dinamica avente un equilibrio quasi stazionario, cambiare una qualsiasi sua componente significa trasformare contemporaneamente tutte le altre, considerando nel contempo che la tendenza all’autoregolazione stimola le resistenze atte a limitare l’equilibrio esistente. Secondo Lewin, la possibilità di superare tali tendenze alla conservazione, viene offerta dalla realizzazione di un mutamento cognitivo, ossia da una trasformazione delle percezioni sociali del gruppo tale che si abbia un nuovo sistema di valori esperito dall’individuo come qualcosa che egli ha scelto liberamente.

Il gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro costituisce il contesto specifico in cui si sperimenta l’incontro tra le diverse soggettività e si sviluppano interazioni e al cui interno si pone il problema di comunicare con l’altro per affrontare problemi comuni, secondo definite posizioni e ruoli organizzativi, in funzione di compiti ed obiettivi precisati ed esplicitati. Il costituirsi di un gruppo di lavoro richiama i fondamenti che stanno alla base della formazione del legame sociale tra le persone e riguarda il loro rappresentarsi reciprocamente all’interno di esso che può diventare per il soggetto possibile risorsa o fonte di minaccia.

L’esperienza che i soggetti fanno nei gruppi è quella di entrare in rapporto con molte altre identità e di provare sentimenti di insicurezza e di angoscia, collegate alla minaccia, oppure di integrità della propria identità ed unità personale.

Come e perché si forma un gruppo?

All’interno del gruppo è possibile individuare alcune funzioni specifiche che rappresentano il motivo della nascita di un gruppo e funzioni secondarie presenti nella costituzioni di un gruppo. Innanzitutto la soddisfazione dei bisogni (bisogno di sicurezza, bisogno di appartenenza, bisogno di controllo e di potere, deindividualizzazione, bisogni particolari) è uno degli elementi importanti che influisce sulla formazione di un gruppo.

Essenziali sono le interazioni che si sviluppano e che mostrano come ogni membro del gruppo agisce e reagisce nei confronti di un altro membro o del gruppo interno, in modo diretto e senza intermediari. L’interazione presuppone la necessità di prevedere e di comprendere il comportamento dell’altro.

Altro elemento essenziale è la necessità di elaborare regole di comportamento, i principi di condotta, in base a certi valori che costituiscono le norme di un gruppo e che consentono allo stesso di stabilire i limiti di ciò che è lecito e di ciò che non lo è.

Risulta inoltre importante individuare e chiarificare i diversi livelli di scopi degli appartenenti al gruppo. Il definire le mete condivise aumenta la collaborazione e quando la meta è scelta attraverso la discussione e la partecipazione del gruppo c’è maggiore possibilità che l’intero gruppo si senta coinvolto.

Pressione di conformità

I fattori principali alla base della pressione di conformità che agisce sui membri di un gruppo sono sia il bisogno di approvazione e il bisogno di certezza, entrambi esistenti in relazione con la ricerca di sicurezza, sia le reazioni particolari del gruppo di fronte ad una non conformità di un membro, che può identificarsi con l’estraneo, il nuovo, il dissenziente e l’avversario.

La coesione interna del gruppo si basa sulla forza del legame di appartenenza dei suoi membri e dipende da diversi fattori: dall’interconoscenza, dalla fiducia negli altri membri del gruppo, dall’implicazione personale nella realizzazione degli obiettivi del gruppo, dall’assimilazione delle norme di gruppo, cioè l’attrazione che il gruppo esercita sui membri. La coesione si collega con il morale del gruppo che indica la fede nell’avvenire del gruppo e nel valore della sua organizzazione. I fattori che contribuiscono a un morale altro del gruppo sono il buon andamento delle relazioni affettive ed interpersonali; il buon andamento delle relazioni con l’autorità formale, la fiducia nell’accessibilità degli obiettivi del gruppo; la sopportazione delle costrizioni e delle pressioni esterne; la maturità del gruppo con capacità di riflessione dei membri.

Il processo di maturità del gruppo di lavoro

Il processo di maturità del gruppo si realizza nel corso di uno sviluppo con le seguenti tappe:

  • creare la sicurezza nel qui ed ora come appartenente al gruppo
  • creare la sicurezza nella fiducia interpersonale
  • sviluppo della partecipazione
  • strutturazione del gruppo
  • autoregolazione del funzionamento del gruppo

In sintesi, il gruppo di lavoro che deriva dall’organizzazione di un progetto è caratterizzato da una complessa trama di legami tra gli operatori impegnati nel perseguimento di un obiettivo comune.

La sua crescita e sviluppo dipende dal buon livello di comunicazione e dalla capacità di gestire insieme il potere derivato dalle proprie responsabilità. I momenti di difficoltà assumono un significato a volte di vere e proprie rotture ma se superate ed elaborate possono portare a maggiore maturazione e alle più approfondite conoscenze sull’obiettivo di lavoro.

L’importanza della comunicazione nel gruppo di lavoro

In termini semplici, possiamo definire la comunicazione un’operazione che mette in relazione dei soggetti umani e che consiste nel trasmettere le conoscenze, un’informazione, un’emozione. È dunque elemento essenziale di un rapporto interumano; attraverso la comunicazione tra i membri si costruiscono significati comuni e condivisi, intermedi, rispetto a quelli di cui ognuno è portatore. La comunicazione coinvolge attribuzioni di senso, rappresentazioni, modi di vivere e di pensare, oltre che modi di sentire e sentirsi, che ognuno introduce negli scambi e nelle interazioni.

Essenziale è il processo di negoziazione comunicativa tra i diversi interlocutori, realizzata attraverso il coinvolgimento e riconoscimento da parte dell’interlocutore del processo di parlare e comunicare inteso come azione in comune sviluppata attraverso la cooperazione (accettazione reciproca degli scambi) e la competizione (tentativo di proporre e imporre il proprio mondo o universo di significati e di sensi).

Dunque, in base alle caratteristiche indicate alla base del buon funzionamento di un gruppo di lavoro appare evidente la grande importanza di un buon processo di formazione di gruppo e di una accurata analisi delle reazioni che avvengono nei gruppi, per rendersi sempre più consapevoli delle dinamiche che possono portare al successo o al fallimento dei gruppi di lavoro.


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