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Burnout: una epidemia silenziosa che colpisce metà dei lavoratori

Burnout: una epidemia silenziosa che colpisce metà dei lavoratori

L’impatto del burnout: la storia di Cristina

La realtà dell’ambiente lavorativo moderno è un terreno fertile per lo stress e il burnout, come evidenziato dalla storia di Cristina, 48 anni, di Como. Sotto il velo di slogan aziendali incentrati sul benessere dei dipendenti, Cristina ha vissuto una realtà distorta in cui il successo professionale era riservato a coloro disposti a sacrificare la propria salute mentale e fisica. Con un contratto part-time di 25 ore settimanali, si ritrovava a lavorare almeno 42 ore, costantemente preoccupata di non essere all’altezza e di non riuscire a mantenere il suo impiego precario.

La giornata lavorativa di Cristina si estendeva per 8-10 ore, saturata da chiamate, messaggi e email. Questa pressione costante ha innescato una spirale negativa, portandola a trascurare la sua vita personale e a immergersi completamente nel lavoro, con conseguenze devastanti sulla sua salute. In tre anni, Cristina ha sperimentato dermatiti, gastriti, insonnia e ha guadagnato oltre 10 chili. La sua discesa nell’esaurimento professionale ha raggiunto il punto in cui non riusciva più a dormire, controllando la posta aziendale anche di notte, ansiosa che il suo rendimento non fosse sufficiente.

La vergogna di chiedere aiuto ha contribuito al suo isolamento emotivo. Un giorno, Cristina ha toccato il fondo, rendendosi conto che aveva bisogno di assistenza. Ha deciso di rivolgersi al Centro Stress e Disadattamento Lavorativo del Policlinico di Milano, sperando di trovare una via d’uscita dalla spirale del burnout.

Il Centro Stress e Disadattamento Lavorativo del Policlinico di Milano: un rifugio per il benessere mentale

Fondato nel 1996, il Centro Stress e Disadattamento Lavorativo del Policlinico di Milano è il più grande in Italia. Ogni anno, circa 400 persone cercano aiuto presso il centro, ma le richieste superano di gran lunga questa cifra. La pandemia ha accentuato il problema, triplicando il numero di pazienti provenienti da ogni parte del paese, con liste d’attesa che si estendono per circa sei mesi.

Per accedere al centro, è necessaria una richiesta del medico di base per stress occupazionale e la prenotazione di una prima visita tramite il numero verde 800638638. Il percorso di cura, con un costo di 36 euro a seduta, include una visita medica completa, test psicodiagnostici, un colloquio con uno psicologo e una relazione finale. Se necessario, viene suggerito anche un incontro con uno psichiatra. La terapia consigliata spesso prevede una presa in carico presso lo specialista psichiatra del Centro Psico-Sociale di residenza, garantendo un monitoraggio adeguato della terapia psicofarmacologica e l’inizio di un percorso di psicoterapia mirato a gestire il disagio lavorativo.

Dopo 8-9 mesi, i pazienti vengono sottoposti a un follow-up, pagando nuovamente il ticket di 36 euro, per valutare il loro progresso e benessere.

Le statistiche: lo stress lavorativo è una piaga sociale

I dati parlano chiaro: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto il burnout come una sindrome nel 2019. In Italia, il 50% delle persone dichiara di soffrire di ansia e insonnia legate al lavoro, con un numero altrettanto elevato che sperimenta condizioni di stress elevato che possono sfociare nel burnout (dati Bva Doxa, 2023).

Chi chiede aiuto? profilo e statistiche

Chiedo a Giovanna Castellini, dirigente psicologo e psicoterapeuta del Centro di Milano, chi sono coloro che cercano aiuto. Risponde descrivendo persone con un malessere profondo, con una distribuzione equa tra uomini e donne, e un’età compresa tra i 49 ei 60 anni. Le occupazioni variano notevolmente, coprendo tutte le fasce sociali, dall’operaio all’impiegato comunale al dirigente scolastico. Tuttavia, i liberi professionisti sono quasi assenti, mentre i dipendenti costituiscono la maggioranza.

Curiosamente, mancano quasi del tutto i giovani. Castellini attribuisce questa assenza ai cambiamenti sociali, sottolineando che i giovani, entrando più tardi nel mondo del lavoro e affrontando la precarietà contrattuale, dimostrano maggiore consapevolezza nella salvaguardia del proprio benessere mentale.

Sintomi del burnout: campanelli d’allarme da non ignorare

Giovanna Castellini sottolinea alcuni campanelli d’allarme che dovrebbero far scattare l’attenzione prima che lo stress lavorativo sfoci nel burnout. Il disturbo del sonno è spesso il primo segnale, persistente nel tempo e difficile da risolvere. Altri sintomi includono ansia, tachicardia, mal di stomaco, mal di testa, dermatiti e stanchezza cronica. Quest’ultima è descritta da Cristina come una fiacca debilitante, che toglie la forza di affrontare anche le attività quotidiane più semplici.

La rinascita di Cristina: una storia di speranza

La storia di Cristina, sebbene inizialmente segnata dalla vergogna e dall’esaurimento, ha una svolta positiva. Grazie al supporto del Centro Stress e Disadattamento Lavorativo del Policlinico di Milano, ha trovato un nuovo lavoro e, soprattutto, ha recuperato l’autostima che aveva perduto. Cristina è diventata un esempio di rinascita, dimostrando che riconoscere il bisogno di aiuto è il primo passo verso la guarigione.

Centri di supporto in Italia: oltre Milano

Il problema dello stress occupazionale non riguarda solo Milano. In altre regioni d’Italia, ci sono centri dedicati al benessere lavorativo. Nella ASL Roma 3, ad esempio, è attivo il Centro Clinico per la Valutazione del Disagio Lavorativo, presso il Poliambulatorio di via Casal Bernocchi 61, zona Acilia. Anche l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana ospita un Centro di Studio per il Benessere Lavorativo e il Disagio Psichico di Origine Lavorativa. A Monza, presso l’Ospedale San Gerardo, c’è un Centro che si occupa di benessere psicologico sul lavoro, situato nel reparto di Medicina del Lavoro.

In conclusione, il fenomeno dello stress da lavoro e del burnout richiede una maggiore consapevolezza e interventi mirati per garantire il benessere mentale dei lavoratori. I centri specializzati, come quello del Policlinico di Milano, svolgono un ruolo fondamentale nell’offrire supporto e soluzioni per chiunque si trovi a fronteggiare questa sfida.

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