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Spare – Il Minore: recensione del libro del Principe Harry

Spare – Il Minore: recensione del libro del Principe Harry

La Storia di un Giovane in Ricerca di Sé: Dalla Sua Relazione con Re Carlo, la Regina Elisabetta, William e Kate, fino al Matrimonio con Meghan. Questa è l’Autobiografia più Anticipata dell’Anno. Una Recensione di Lisa Cardello.

Inizio questa recensione con un avvertimento: meno articoli leggerete sull’autobiografia del Principe Harry, più sarà possibile mantenere un giudizio obiettivo e godere di una lettura gratificante.

Se, al contrario, siete in cerca di succulente storie su una Meghan isterica, intrighi di Palazzo o dispute tra i due fratelli reali, risparmiate i vostri soldi e non perdete tempo ad acquistare il libro. Per questo, ci sono i giornali.

Perché questa disperazione? La risposta è semplice

Come può non sentirsi disperata una persona che, pur di condividere la propria storia, si rivolge all’entità che ha influenzato negativamente ogni giorno della sua vita, portandole via persino le persone più care?

Spare” è precisamente questo. Contrariamente a tutti i grandi titoli sensazionalistici che si concentrano su estratti fuorvianti o interpretazioni errate apparse in questi giorni, il libro è, prima di tutto, un atto di denuncia. Non è un tentativo di ottenere attenzione (che non gli manca certo), di fare soldi o di insultare o denigrare la sua famiglia.

È semplicemente una testimonianza di ciò che la stampa, con i suoi predatori, gli ha sottratto.

Nella prima parte delle tre sezioni in cui è suddiviso il libro, attraverso una serie di aneddoti, flussi di coscienza, ammissioni sincere e dettagliate ricostruzioni, ci immergiamo nell’adolescenza di un giovane che ha sempre desiderato essere come tutti gli altri, ma ha sempre saputo di non esserlo.

Il significato di “Spare,” la Riserva, emerge immediatamente in modo non vittimista ma come una realtà incontestabile: Harry è il secondo, una sorta di banca di sangue e organi da cui attingere nel caso in cui qualcosa accada a William, il fratello maggiore ed Erede al trono.

Fin dalle prime pagine, l’autore manifesta un grande affetto e stima per il fratello, un sentimento reciproco anche se William, o “Willy” come Harry lo chiama dall’inizio alla fine, tende a essere riservato nelle dimostrazioni affettuose. Diversamente dal fratello maggiore, Harry sarà raramente chiamato col suo nome completo, Henry Charles Albert David. Infatti, lo conosceremo attraverso vari soprannomi come Haz, Spike, Harold e altri.

Un altro possibile tentativo di sfuggire al suo titolo

Il primo grande evento che sconvolgerà Will ed Harry, non sorprendentemente, sarà la morte di Diana, e qui si offre al lettore una prospettiva privilegiata sul profondo dolore del più giovane. Un dolore che, nel corso della sua storia, si rivelerà sotto molteplici forme, anno dopo anno.

Molti ricordano Harry come il ribelle, il festaiolo, il giovane che ha avuto problemi con le sostanze, ma solo qui scopriamo quanto di vero ci sia in queste storie, quanto i media abbiano ingigantito alcune vicende, e quanto Harry stesso sia disposto ad ammettere i propri errori. Come se nessuno di noi sia stato, o sarà, un adolescente con tutte le insicurezze che ne derivano…

Ma per lui, ovviamente, le cose sono diverse. Dopo la morte di sua madre, brutalmente inseguita dai paparazzi e persino fotografata durante il tragico incidente, Harry ha ereditato un bersaglio costante sopra la sua testa, dimostrando come la sua vita sia di tutti, tranne che sua, indipendentemente da qualsiasi verità o falsità diffuse su di lui.

Dalle difficoltà scolastiche all’uso di sostanze, dal suo rapporto speciale con la nonna all’amore ambivalente per il padre, lo seguiamo attraverso la giovinezza e scopriamo passioni che, come anticipo, arricchiranno la cultura del lettore.

Dopotutto, quanto sappiamo dell’Africa e delle sue straordinarie specie animali?

O di come sia coordinata una squadra di militari in Afghanistan, o di come si piloti un elicottero Apache?

Grazie alla sua memoria quasi fotografica, il lettore è immerso nei luoghi che hanno plasmato Harry in quello che è oggi: un militare, un volontario, un appassionato della vita e un sostenitore delle cause che ama, anche se spesso ha odiato se stesso.

La seconda parte del libro

Nella seconda parte del libro, si affacciano anche le complesse relazioni con la famiglia reale, che rimane sempre presente, ma inevitabilmente mantenuta a distanza dal protocollo e non solo. I media, che farebbero qualsiasi cosa per ottenere informazioni, bugie, fotografie o reazioni da coloro che trattano non come esseri umani, ma come oggetti, hanno persino infiltrazioni all’interno del Palazzo Reale. Nessun segreto è al sicuro, neanche le conversazioni più banali, e spesso sono i reali stessi a condividere dettagli con la stampa, che li innalza un giorno come divinità e li calpesta come insetti il giorno successivo.

Harry si fa strada, anno dopo anno, in questo contesto, quasi ossessionato dalla loro presenza, che siano pronti a scagliarsi su di lui con quei fastidiosi clic o meno. Gli attacchi di panico diventano una costante, nonostante i consigli del tipo “Sei un principe, non dovresti avere preoccupazioni” o “Sei famoso, i paparazzi fanno parte del pacchetto”.

Ma è davvero così? Chiunque sarebbe spinto al limite, se dovesse sopportare spintoni per scatenare una reazione e vendere una fotografia, oppure essere pedinato da fotografi, conoscenti e amici assediati nelle proprie case, con localizzatori illegalmente installati, sconosciuti pagati per fornire informazioni o diffondere menzogne.

Attraverso i suoi occhi, conosciamo Kate, che si integra perfettamente nella vita da principessa, e vediamo William cambiare, sovraccaricato dai doveri e diviso tra le apparenze e i tentativi di ribellione di Harry contro la stampa. Inutile dire che quest’ultimo non riuscirà mai a ottenere successo, ostacolato persino dalla sua famiglia.

Mentre Harry cerca incessantemente la sua identità, la fine della seconda parte del libro sembra finalmente portare un po’ di pace nella vita dell’ormai trentenne principe, con l’arrivo di Meghan.

La terza parte del libro: quasi una fiaba…

L’inizio della terza e ultima parte sembra quasi una fiaba, a tratti anche un po’ sdolcinata. Tuttavia, dopo oltre 300 pagine in cui abbiamo conosciuto Harry nella sua interezza, con fragilità, paure e sogni di costruire una famiglia, non possiamo fare a meno di essere coinvolti dalla sua felicità.

“Meg”, come lui affettuosamente la chiama, è la boccata d’aria fresca che tanto desiderava. L’unica in grado di comprenderlo, pronta – a differenza delle relazioni passate – ad affrontare con lui tutte le sfide e difficoltà che questa nuova vita comporterà. Tuttavia, l’idillio è presto minato dai flash delle macchine fotografiche. Le bugie su Meghan non si fanno attendere, senza risparmiare commenti razzisti, insulti a lei e alla sua famiglia, minacce di morte da parte dei lettori più devoti delle varie testate, e tutto il circo si ripete.

L’ultimo suono sulla Terra sarebbe stato… un clic. Come per sua madre.

In questo momento, Harry si alza in piedi e prende una posizione, sfidando tutto e tutti. Tuttavia, non riceverà il sostegno sperato, né da suo padre Carlo, né da Will. L’unica persona che sembra almeno comprenderlo, sorprendentemente, è la Regina Elisabetta. Proprio lei, che secondo i giornali sembrava detestare “quell’americana”. Ma conosciamo già l’esito: l’unica alternativa è la fuga.

Allora, perché prendersi la briga di parlarne?

Perché scrivere un libro, sapendo che saranno proprio quegli stessi giornali a diffamare la sua testimonianza, manipolando le sue parole come hanno fatto per anni?

Ecco dove ritorniamo alla mia opinione iniziale. I giornali potranno pure scatenarsi contro la sua testimonianza e cercare di distorcerla, ma lui ci ha dato, dopo anni di dolore e frustrazione, l’opportunità di scoprire, finalmente e dopo tanto tempo, la sua verità. La verità che si cela dietro una vita che tutti si credono il diritto e la presunzione di conoscere.

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