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Ricercatori utilizzano Intelligenza Artificiale per creare il primo ologramma 3D di un embrione in sviluppo

Ricercatori utilizzano Intelligenza Artificiale per creare il primo ologramma 3D di un embrione in sviluppo

In un nuovo e rivoluzionario studio, i ricercatori dell’Erasmus Medical Center dell’Università di Rotterdam, hanno combinato con successo intelligenza artificiale e realtà virtuale per osservare il processo di sviluppo dell’embrione umano con una precisione senza precedenti durante la gravidanza. In particolare, è stata creata un’immagine olografica in 3D dell’embrione umano, che permette una visualizzazione estremamente dettagliata della crescita passo per passo.

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Risultati dello studio

I risultati di questo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Human Reproduction hanno rivelato che lo sviluppo embrionale lento è associato a un maggior rischio di aborto. Questa scoperta potrebbe essere di grande importanza per gli specialisti che si occupano di problematiche legate alla fertilità e alla riproduzione umana.

Carsten Pietersma, il primo autore dell’articolo pubblicato sulla rivista Human Reproduction, ha spiegato l’importanza del nuovo studio affermando che si tratta della prima volta in cui è possibile osservare il processo di sviluppo dell’embrione umano durante la gravidanza in modo così dettagliato. Grazie all’utilizzo combinato di tecnologie avanzate come la realtà virtuale 3D e l’intelligenza artificiale, gli scienziati sono stati in grado di analizzare il processo di crescita dell’embrione passo dopo passo.

Inoltre, Pietersma ha precisato che la tecnologia della realtà virtuale 3D ha reso molto più facile esaminare lo sviluppo delle braccia e delle gambe dell’embrione umano, e che senza di essa sarebbe stato estremamente difficile analizzare il processo di sviluppo in modo così dettagliato. In definitiva, questo nuovo studio rappresenta un importante traguardo nella ricerca sulla riproduzione umana, consentendo di acquisire una conoscenza più approfondita e precisa sullo sviluppo dell’embrione durante la gravidanza.

Sviluppo dell’embrione e rischio di aborto spontaneo

La dottoressa Melek Rousian, specializzata in ginecologia, ha fatto un’osservazione importante riguardante la durata dello sviluppo dell’embrione e il rischio di aborto spontaneo. Secondo la sua ricerca, più tempo impiega l’embrione per svilupparsi, maggiore è il rischio di aborto. Questo studio potrebbe essere un punto di partenza per la valutazione della forma e dello sviluppo degli embrioni, allo scopo di stimare la probabilità di una gravidanza a termine con un bambino sano. Questo permetterebbe agli operatori sanitari di fornire consulenza alle donne e ai loro partner sulla probabilità di successo della gravidanza e sull’individuazione tempestiva di un aborto spontaneo. In futuro, la capacità di valutare la forma e lo sviluppo degli embrioni potrebbe dunque avere un ruolo cruciale nella gestione delle gravidanze e nella prevenzione degli aborti.

La ginecologa conclude che la ricerca potrebbe essere particolarmente utile per le coppie che hanno già avuto una precedente gravidanza che è terminata con un aborto spontaneo. In questo caso, il test potrebbe essere in grado di indicare il rischio di un altro aborto spontaneo o, al contrario, offrire qualche rassicurazione precoce.

Lo studio

La ricerca ha coinvolto 644 donne gravide, che si trovavano tra la settima e la decima settimana di gravidanza e sono state selezionate dallo studio Predict tra il 2010 e il 2018. Di queste donne, 33 hanno purtroppo subito un aborto spontaneo.

Il gruppo di ricerca ha utilizzato tecniche avanzate di diagnostica per immagini e, grazie all’Intelligenza Artificiale, è stato in grado di trasformare i dati raccolti in immagini tridimensionali che sono state utilizzate per creare degli ologrammi e sfruttare anche la realtà virtuale. Questo approccio ha permesso di osservare in modo dettagliato ogni fase dello sviluppo dell’embrione, inclusa la formazione degli arti e del cervello. Inoltre, grazie alla tecnica, è stato possibile misurare con precisione il volume e la lunghezza dell’embrione, un risultato estremamente importante per ricostruire la sua morfologia.

In sostanza, l’utilizzo di tecniche avanzate di imaging e di intelligenza artificiale ha permesso ai ricercatori di visualizzare l’embrione in 3D con un livello di dettaglio senza precedenti, fornendo una comprensione più approfondita dello sviluppo fetale e della formazione degli organi vitali.

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