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La verità sui farmaci scaduti: un’analisi approfondita da esperti

La verità sui farmaci scaduti: un’analisi approfondita da esperti

Il dibattito sull’uso di farmaci scaduti suscita preoccupazioni e dubbi nella mente dei consumatori. La medicina convenzionale, con la sua data di scadenza, spesso induce a credere che il superamento di tale termine possa comportare rischi per la salute. Tuttavia, secondo la dottoressa Melania Rizzoli, medico e scrittrice, c’è una prospettiva diversa che meriterebbe considerazione.

Farmaci e data di scadenza: un mito da smontare?

La dottoressa Rizzoli sostiene che l’assunzione di farmaci scaduti potrebbe non rappresentare un reale pericolo per la salute. Contrariamente alla percezione comune, molti studi hanno dimostrato che circa il 90% dei medicinali, specialmente in forma di pillole e compresse, mantiene la loro efficacia per molti anni se conservati correttamente. Ciò smentisce le preoccupazioni diffuse dalle case farmaceutiche riguardo al deterioramento e alla perdita di efficacia del principio attivo dopo la scadenza.

Un documento ufficiale della Food and Drug Administration (FDA) americana ha sollevato dubbi sulle date di scadenza imposte dalle case farmaceutiche, sostenendo che spesso vengono anticipate di tre mesi rispetto alla reale data di deterioramento del farmaco.

Lo spreco di farmaci: un problema sociale ed economico

Ogni anno negli Stati Uniti, si stima che vengano gettati via tra i 60 e i 70 miliardi di dollari in farmaci scaduti. La dottoressa Rizzoli sottolinea che molti di questi farmaci potrebbero ancora essere utilizzati in modo sicuro e efficace per un periodo più lungo di quanto suggerisca la data di scadenza. Questo dato solleva la questione di uno spreco eccessivo, sia dal punto di vista economico che ambientale.

Altroconsumo, un’organizzazione italiana per la tutela dei consumatori, aggiunge che la durata dei farmaci dipende anche dalle condizioni di conservazione. Una ricerca condotta dalla FDA ha dimostrato che farmaci perfettamente conservati possono essere assunti tranquillamente anche diversi mesi dopo la scadenza. L’88% dei lotti di farmaci analizzati rimaneva in ottime condizioni in media 66 mesi dopo la data di scadenza.

Eccezioni

Tuttavia, è importante notare che ci sono eccezioni. Alcuni farmaci ad alto rischio, come gli anti-convulsivi, gli anti-coagulanti, i contraccettivi e gli ormoni tiroidei, potrebbero subire una diminuzione critica dell’efficacia oltre la data di scadenza. Questi farmaci hanno un indice terapeutico basso, e anche una leggera diminuzione dell’attività farmacologica potrebbe avere gravi conseguenze sul paziente e sulla gestione della patologia.

In generale, per la maggior parte dei farmaci, non sembra esserci alcun rischio significativo nell’assumerli dopo la data di scadenza. La tossicità è spesso da considerarsi nulla, e nessun effetto collaterale o intossicazione è mai stato riscontrato in molti casi.

Conservazione adeguata: la chiave per la longevità di un farmaco

Il deterioramento dei farmaci può essere accelerato da fattori come l’umidità, la luce diretta, fonti di calore e alte temperature. Pertanto, è cruciale conservare i farmaci in luoghi freschi e asciutti.

Secondo Altroconsumo, il salotto, la camera da letto o il ripostiglio sono spesso ambienti più adatti per la conservazione, poiché sono generalmente più freschi e asciutti.

La temperatura di conservazione consigliata per la maggior parte dei farmaci è compresa tra i 20 e i 25°C. Tuttavia, è essenziale prestare attenzione alle istruzioni specifiche riportate sulle confezioni. Alcuni farmaci, come insuline e vaccini, richiedono una conservazione in frigorifero a temperature comprese tra i 2 e gli 8°C.

In conclusione, la questione dei farmaci scaduti è più complessa di quanto possa sembrare a prima vista. Mentre molte medicine mantengono la loro efficacia ben oltre la data di scadenza, ci sono eccezioni che richiedono attenzione.

La corretta conservazione gioca un ruolo chiave nella preservazione dell’efficacia dei farmaci nel tempo. La riflessione su questi fattori potrebbe contribuire a ridurre lo spreco e adottare un approccio più sostenibile.

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