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Il voto in condotta a scuola: analisi delle proposte di riforma

Il voto in condotta a scuola: analisi delle proposte di riforma

Durante l’ultimo Consiglio dei Ministri, il governo ha approvato un disegno di legge che comporta significative riforme nel sistema scolastico. Questo disegno di legge, soggetto all’approvazione parlamentare, pone maggiore enfasi sulla valutazione del comportamento degli studenti, noto come “voto in condotta”. È uno dei provvedimenti chiave nel campo dell’istruzione e riflette la visione educativa del governo.

In primo luogo, il disegno di legge reintroduce il “voto in condotta” nelle scuole medie, revocato nel 2017 dalla Ministra Valeria Fedeli. Questo voto verrà espresso in decimi e, se alla fine dell’anno uno studente ottiene un punteggio in condotta inferiore a 6, il consiglio di classe può decidere la bocciatura o l’esclusione dall’esame di stato, che segna la fine del percorso di studi (ad esempio, l’esame di terza media).

Lo stesso principio si applica alle scuole superiori, ma qui, se uno studente ottiene un voto in condotta di 6 decimi, non verrà automaticamente promosso all’anno successivo. Invece, all’inizio del nuovo anno scolastico (generalmente a settembre), dovrà presentare un “elaborato critico sulla cittadinanza attiva e solidale”, che verrà valutato dal consiglio di classe per decidere la promozione o la bocciatura. Se uno studente ottiene un voto in condotta di 6 nel quinto anno di scuola superiore, l’elaborato verrà discusso durante l’esame di Stato.

Altre proposte di riforma

Tra le altre modifiche apportate dal disegno di legge, c’è anche una nuova politica per le sospensioni disciplinari. Gli studenti sospesi per un massimo di due giorni dovranno partecipare a “attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti disciplinari”, mentre quelli con sospensioni più lunghe dovranno svolgere “attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni”.

Inoltre, una riforma per gli istituti tecnici e professionali entrerà in vigore a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Questa riforma prevede una sperimentazione di percorsi di quattro anni, invece dei cinque attuali, seguiti da ulteriori due anni in cui gli studenti possono optare per corsi di formazione professionale presso le ITS Academy, scuole specializzate in tecnologia post-diploma.

Queste proposte riflettono una chiara visione del governo sull’istruzione e sulla cittadinanza attiva. Sarà interessante seguire l’evoluzione di queste riforme e il loro impatto sul sistema educativo italiano.

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