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Gestione dei conflitti sul lavoro: affronto e risoluzione

Gestione dei conflitti sul lavoro: affronto e risoluzione

I conflitti sul lavoro sono una realtà comune, manifestandosi quando le persone coinvolte percepiscono incompatibilità di pensiero o comportamento nella realizzazione di progetti e obiettivi.

La gestione dei conflitti è cruciale per evitare conseguenze negative, ma come affrontarli e risolverli in modo efficace? Esiste un processo strutturato? Quali attività possono essere implementate sia a livello individuale che organizzativo? E, infine, è possibile trasformare un conflitto in un’opportunità di crescita?

Natura dei conflitti: costruttivi o distruttivi

Il conflitto non deve essere automaticamente considerato negativo; al contrario, la sua assenza potrebbe indicare un gruppo statico e poco orientato al confronto e al cambiamento. La chiave per valutare l’efficacia di un gruppo sta nella gestione e risoluzione del conflitto. I conflitti possono essere di natura costruttiva o distruttiva.

  • Conflitto distruttivo: le persone mantengono posizioni rigide, polarizzando i propri bisogni su quelli del gruppo. Si tratta di un approccio “vincente-perdente”.
  • Conflitto costruttivo: favorisce la crescita del gruppo, con membri che affrontano il conflitto con apertura e collaborazione, cercando soluzioni che soddisfino entrambe le parti.
  • Conflitti comuni sul posto di lavoro: tra i conflitti più diffusi si annoverano quelli di identità o bisogno, in cui il soddisfacimento di necessità fondamentali è compromesso. Questi conflitti possono assumere diverse forme:
  • Conflitto contingente: cause chiare e soluzioni identificabili.
  • Conflitto dislocato: il vero motivo è nascosto dietro un problema apparentemente insignificante.
  • Conflitto erroneamente attribuito: il conflitto è latente e non chiaramente percepito dalle persone coinvolte.

Approccio Thomas-Kilmann alla gestione dei conflitti

Il metodo TKI (Conflict Mode Instrument) di K. Thomas e R. Kilmann individua sei stili di gestione del conflitto:

  • Dominio: approccio non collaborativo orientato al potere.
  • Collaborazione: metodo win-win, mirante a soddisfare i bisogni di entrambe le parti.
  • Compromesso: rinuncia a qualcosa per soddisfare parzialmente entrambe le parti.
  • Evitamento: si evita il confronto quando la discussione sembra inutile.
  • Sottomissione: priorità al bisogno dell’altro.
  • Gestione pratica dei conflitti: metodo win-win.

La chiave per una gestione efficace del conflitto è adottare un approccio win-win, in cui nessuna parte cerca di imporre la propria volontà.

Fasi di gestione

Le fasi di gestione includono:

  • Esposizione dei bisogni: senza atteggiamenti difensivi.
  • Chiarezza del punto di vista: assicurarsi che il proprio punto di vista sia compreso.
  • Empatia verso l’altro: accogliere il punto di vista dell’altro con empatia.
  • Generazione creativa di soluzioni: proporre opzioni in maniera libera e creativa.
  • Valutazione delle soluzioni: valutare le soluzioni possibili.
  • Scelta condivisa: decidere insieme la soluzione più efficace.
  • Implementazione e valutazione: mettere in pratica la soluzione e valutare la sua efficacia nel tempo.

Prevenzione e campanelli d’allarme

La prevenzione è essenziale per evitare che i conflitti si radichino. Alcuni segnali d’allarme includono:

  • Calo della produttività.
  • Problemi di comunicazione con colleghi o superiori.
  • Mancata apertura e ascolto.
  • Diffusione di pettegolezzi e dicerie.

Ruolo della psicologia nella gestione dei conflitti

La psicologia può svolgere un ruolo chiave nella gestione dei conflitti, offrendo supporto nella comunicazione interpersonale, gestione creativa del conflitto, negoziazione, e stimolando abilità comunicative e competenze relazionali. Uno psicologo può supportare l’individuo nel comprendere le cause del conflitto, lavorare sull’autostima e facilitare la crescita personale.

Gestire i conflitti sul lavoro richiede consapevolezza, competenze comunicative e un approccio win-win. La gestione efficace dei conflitti non solo risolve le divergenze ma trasforma il conflitto stesso in un’opportunità di crescita e miglioramento delle dinamiche di gruppo.

La prevenzione e il coinvolgimento della psicologia sono chiavi per creare un ambiente di lavoro sano e produttivo.

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