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“Fate l’amore non fate la guerra”: il potere degli abbracci

“Fate l’amore non fate la guerra”: il potere degli abbracci

Cosa vuol dire comunicare?

Le origini etimologiche ci dicono che comunicazione deriva dal latino com (“con”) e munire (“legare”). Comunicare, quindi, vuol dire condividere opinioni, idee e esperienze con altre persone. La comunicazione non è altro che un processo interattivo che vede protagonisti due o più interlocutori.

Esistono due importanti tipi di comunicazione: la comunicazione verbale e la comunicazione non verbale.

La comunicazione verbale prevede, ovviamente, l’utilizzo delle parole e quindi del linguaggio. La comunicazione non verbale include, invece, il sistema cinesico (il contatto oculare, la mimica facciale, i gesti), il sistema paralinguistico (tono, ritmo, frequenza) e la prossemica che spiega come, ai fine di una buona comunicazione, i due interlocutori dovrebbero disporsi in modo ottimale nello spazio a loro disposizione, in base alla loro intimità e al luogo in cui interagiscono.

Tuttavia non è detto che comunicare preveda necessariamente l’utilizzo di parole o gesti non verbali.

Un importante studioso austriaco della comunicazione, Paul Watzlawick, afferma infatti che “non si può non comunicare”. In sintesi anche il silenzio è comunicazione.


Il seminario gratuito online Il potere della Comunicazione Non Verbale approfondisce l’importanza del linguaggio corporeo, della postura, della prossemica, della gestualità e delle espressioni facciali per una comunicazione efficace.


A proposito di prossemica

Quando si parla del concetto di prossemica, ci si riferisce all’ utilizzo dello spazio nella comunicazione.

Esiste “lo spazio intimo”, dove i due interlocutori interagiscono dagli 0 ai 45 cm di distanza. Lo spazio intimo è ad esempio quello degli abbracci ed è una zona che solo fidanzati e familiari riescono a “sopportare” senza disagio.

Si può, inoltre, parlare di “spazio personale” dove gli interlocutori interagiscono dai 45cm a 120 cm di distanza. Essa è la zona riservata ad amici stretti e coincide con la distanza necessaria per una stretta di mano.

Lo “spazio sociale” è l’interazione che avviene dai 120 cm ai 300 cm di distanza, tra conoscenti che, ad esempio, devono discutere di trattative di lavoro.

Lo “spazio pubblico” rappresenta l’interazione che avviene nelle conferenze o nelle aule universitarie. Gli interlocutori hanno una distanza informale di 3 metri dove risulta difficile osservare il viso e la mimica facciale dell’interlocutore.

Il potere degli abbracci

Quanto è mancato abbracciarci in periodo COVID?

Se pensiamo alla distanza che il periodo COVID ci ha costretto ad avere con i nostri cari, viene da sé percepire come gli abbracci siano la forma più potente di comunicazione non verbale e molteplici studi scientifici ne rafforzano il potere.

Gli abbracci, oltre a regalare sostegno affettivo, hanno un’influenza notevole sul nostro organismo, aumentano i livelli di ossitocina e riducono la pressione arteriosa. L’ossitocina è un ormone che agisce nella zona celebrale dell’amigdala e dell’ippocampo, strutture celebrali che attivano le emozioni e la memoria. Quando ci si abbraccia, quindi, aumentando i livelli di ossitocina aumenta anche l’empatia e l’emergere di “emozioni positive”. Vi è, inoltre, la riduzione dello stress sociale.

Secondo uno studio condotto da Karen Grewen presso l’università del North Carolina, diminuendo la pressione arteriosa, inoltre, l’abbraccio potrebbe provocare la riduzione di malattia cardiovascolari, avendo un effetto calmante.

Una cosa è sicura e chiara e non c’è bisogno di ricerche scientifiche per supportarla: gli abbracci regalano molteplici emozioni. Essi sono la prova conclamata di come il nostro corpo ci da molteplici segnali circa il modo in cui ci sentiamo. Il nostro corpo parla più di quanto noi non riusciamo ad immaginare.

Risulta, inoltre, altrettanto chiaro che ci sono tantissimi tipi di abbracci. Ci sono abbracci dati da amici intimi, familiari e fidanzati. Esistono, inoltre, abbracci dati da conoscenti o persone che potrebbero non dare il tuo stesso valore a quel “semplice abbraccio”.

La domanda, quindi, che può sorgere spontanea potrebbe essere: tutti i tipi di abbracci hanno questi meravigliosi effetti descritti?