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LA SCUOLA E I NONNI SEMPRE PIÙ SOSTITUTI DEI GENITORI: QUALI LE CONSEGUENZE?

LA SCUOLA E I NONNI SEMPRE PIÙ SOSTITUTI DEI GENITORI: QUALI LE CONSEGUENZE?

 

LA SCUOLA E I NONNI SEMPRE PIÙ SOSTITUTI DEI GENITORI: QUALI LE CONSEGUENZE?

Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, esprime, nella sua rubrica del settimanale Sette, quanto sta accadendo in merito ad una Istituzione scolastica che entra a tutti gli effetti nella sfera genitoriale: “Una cosa però voglio dirla: non sulla scuola che è chiamata a strafare, ma sulla famiglia che fa sempre meno”. Evidenzia una famiglia “disfunzionale”, che delega e si deresponsabilizza dal suo ruolo, e d’altro canto, come afferma sempre il giornalista, sempre pronta a dare colpe alla scuola e a chi ne fa parte, per tutto quello che non va, mancando spesso di rispetto, come si evince dai casi di cronaca in aumento, a chi nella scuola opera come “cuore pulsante”.

Una scuola subissata di oneri e doveri verso bambini e ragazzi, con l’incarico aggiuntivo di occuparsi anche della loro crescita affettiva, emotiva, dopo la proposta del governo, del 22 novembre 2023, del ministro dell’Istruzione Valditara, insieme al ministro della Cultura Sangiuliano e la ministra Roccella per le Pari Opportunità, di introdurre l’educazione sentimentale. Certamente è una parte della “missione” che si prefigge il mondo dell’Istruzione, una stretta collaborazione tra scuola e famiglia è doverosa; dei sentimenti, delle relazioni affettive se ne deve parlare a scuola, come afferma il giornalista Polito e, a tutti i nostri giovani, a partire dai più piccoli, occorre una sana consapevolezza della propria interiorità, ma caricare l’istituzione scolastica anche di questo compito fa emergere forse la scarsa efficacia dell’azione educativa in famiglia. Prendere sempre più il posto dei genitori, creando un disequilibrio in questo rapporto, inoltre, rischia di creare troppi disordini sia nel contesto scolastico, togliendo spazio al tempo per insegnare, allo spessore e alla qualità di ciò che viene trasferito, sia nella famiglia stessa, dove già molto spesso, purtroppo, non è solo la scuola a fare le veci dei genitori.

“NONNI BOOMER IN TRAPPOLA”

Se la scuola diventa sempre più partecipe e responsabile riguardo dell’educazione dei bambini, non dimentichiamo certamente altre figure estremamente presenti e notevolmente coinvolte nella vita dei più piccoli, ma non solo: i nonni.

Nonni che ormai non assolvono più solo al loro compito, storico e pedagogico, di compagni di gioco, di lettori di fiabe, narratori di fantastiche e divertenti storie della propria famiglia, aneddoti persi ma ritrovati nella memoria solo per essere tramandati ai propri nipoti. Come afferma, al riguardo, il neuropsichiatra infantile, Giovanni Bollea, nel libro Le madri non sbagliano mai: “Essi rappresentano l’elemento dolce dell’infanzia, proprio perché non hanno e non debbono avere, il compito educativo dei genitori, certo indispensabile, ma spesso difficile da accettare e troppo autoritario”.

I nonni oggi si ritrovano, invece, ad essere i veri protagonisti nella quotidianità di moltissimi bambini, con il loro assiduo impegno nel portare avanti un compito talvolta più gravoso, sostituendosi ingiustamente, appunto, al ruolo del genitore. Rossana Campisi, editorialista anche lei del Corriere della Sera, scrive, a tal proposito, sul numero di Io Donna del 11 maggio 2024, che i nonni sono, citando letteralmente le sue parole: “Nonni Boomer in trappola”. Dunque, nonni che non hanno più il diritto di “dire no” ai propri figli, che da parte loro si rifiutano di prendere alcuni grandi responsabilità; nonni “incastrati” in complesse dinamiche familiari. Sono troppo coinvolti, di conseguenza poco liberi di godere della loro tanto agognata pensione, del loro riposo guadagnato dopo lunghi anni di sacrifici lavorativi, di non potere quindi dedicarsi ai loro interessi, in una fase di vita che più necessità di tranquillità e spensieratezza.