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Situazioni psicologiche riferite alla condizione emotiva dell’età avanzata

Situazioni psicologiche riferite alla condizione emotiva dell’età avanzata

ETÀ AVANZATA: LIMITI E RISORSE

È opinione diffusa che la gioia e la felicità appartengano alla fascia di età giovanile e che, invece, la tristezza sia una prerogativa dell’età avanzata che, spesso, secondo un pregiudizio assai diffuso, si trovano tendenzialmente portate a provare sentimenti dolorosi e deprimenti.

Certamente si può rilevare che, in questa fase della vita, si registra una involuzione dell’intensità e della frequenza delle emozioni, determinata, probabilmente, dal livello di aspettative ridotto (mancanza di progettare traguardi di sviluppo a lungo termine) e della capacità di adeguamento duttile a situazioni nuove ed impreviste.

Questa forma di appiattimento dell’umore non comporta, comunque, per l’età avanzata, un minore desiderio di sentirsi bene, dal punto di vista psico-fisico, di coltivare desideri, come spinta interiore per vivere e sentirsi bene. Anzi, si può affermare che esiste un’aspirazione generalizzata, nella terza età, a conservare un buon stato di “salute dinamica“, che riguarda l’efficienza fisica, il buon funzionamento di organi e apparati, in grado di incidere, notevolmente, sul grado di autoaccettazione/autostima e, soprattutto, sul controllo di se stessi e della realtà. 

È, infatti, piuttosto rimarcata nelle persone anziane ed, in particolare, in quelle attive e desiderose di trovare un senso alla propria esistenza, pur nella percezione dei propri limiti, la consuetudine di fare progetti, orientati a garantire una buona qualità della vita, che siano utili a sé e agli altri, ma anche piacevoli e facilmente realizzabili e a breve scadenza, come, per esempio, quelli riguardanti la scelta di svolgere, abitualmente, un’attività motoria continuativa e di condurre uno stile di vita attivo.

Ne deriva che il tipo di comportamento, più o meno corretto, in ordine alla gestione della propria realtà esistenziale, determina situazioni psicologiche negative o positive, che condizionano l’equilibrio e la stabilità emotiva di ogni persona e, più in generale, la qualità della vita.

IL MALESSERE EMOTIVO

Il malessere emotivo delle persone in età avanzata è normalmente legato a situazioni di mancanze e di perdite insostituibili, che essi vivono come veri e propri lutti. Tale situazione di sofferenza può riguardare:

  • la morte del coniuge, dei propri familiari o di altre persone care,
  • il pensionamento e, quindi, l’espulsone dai processi produttivi,
  • la perdita di un ruolo attivo e di uno status sociale acquisito,
  • la precarietà economica,
  • la riduzione del vigore fisico e l’involuzione delle capacità motorie,
  • la perdita della salute e l’insorgenza di quadri patologici degenerativi,
  • il dolore esistenziale del silenzio e dell’isolamento sociale,
  • la diminuzione dell’autonomia personale,
  • la persistente tendenza a trovare rifugio nelle nostalgie del passato.

La privazione di alcune ancore esistenziali fondamentali, considerate stabili, dal punto di vista psicologico, accentuate dalla prolungata Pandemia dovuta al Covid, può produrre marcate conseguenze emotive e situazioni di malessere, che si concretizzano con manifestazioni di ansia, paura, angoscia, tristezza, depressione, isolamento, accentuate da una passiva accettazione di una triste realtà esistenziale.

Secondo la convinzione, generalmente consolidata, queste forme di disagio esistenziale, costituiscono un percorso normale, nella parabola discente della vita, per cui è necessario rassegnarsi al fisiologico decadimento, che investe la totalità della persona nelle sue funzioni fisiche e mentali.

A questo quadro si abbinano anche alcuni quadri patologici, che possono essere causati, oltre che da cause naturali, da errori di comportamento sbagliati, come l’immobilità fisica, l’alimentazione scorretta, la mancanza di motivazioni a vivere esperienze nuove, che compromettono uno stato di benessere e la disponibilità a svolgere un ruolo attivo all’interno della società di appartenenza.

IL BENESSERE EMOTIVO

In realtà, in ogni fase della propria vita, ogni individuo è padrone e responsabile delle proprie azioni che, se indirizzate in modo positivo, possono produrre situazioni psicologiche positive.

A tal fine proponiamo una serie di comportamenti, che aiutino le persone della terza età a progettare obiettivi utili, soddisfacenti e gratificanti, ma realizzabili a breve scadenza, senza pretendere molto da se stessi, ma senza neppure lasciare troppi spazi vuoti da riempire.

Come risulta dai vari studi a livello internazionale, per creare una situazione di equilibrio e stabilità emotiva, l’attività motoria e la vita attiva possono giocare un ruolo fondamentale, in quanto attivano funzioni fondamentali, che investono la persona nella sua totalità antropologica:

  • l’area cognitiva riguarda, principalmente, la capacità di controllo, attenzione, la memoria, le capacità decisionali, le abilità di pensiero (Saccomani)
  • l’area igienico-salutistica, centrata su stili di vita attivi e su buone abitudini comportamentali, costituisce uno scudo protettivo contro l’insorgenza di malattie degenerative, legate all’immobilità fisica
  • l’area abilitativa riferita all’organizzazione e la regolazione dei movimenti
  • l’area emotivo-affettiva e socio-relazionale, basata sulla disponibilità/capacità di stabilire corretti rapporti con l’altro da sé

È, dunque, convinzione consolidata, anche e soprattutto dalle evidenze scientifiche, che l’età avanzata non costituisce un ostacolo all’attività motoria, ma un mezzo fondamentale per gestire questa fase della vita esaltandone gli aspetti positivi. Dai risultati di alcune ricerche specifiche condotte da studiosi come Kaplan, Seeman e Cohen, emerge inoltre che gli individui più attivi sono quelli maggiormente longevi. Con riferimento all’area emotivo-affettiva, altre ricerche sottolineano, inoltre, che esiste una influenza positiva dell’attività fisica sul concetto di sé e sul benessere emotivo dei soggetti anziani: basti pensare agli studi di Caspersen, Powel e Merit.

IL DECALOGO DEL BENESSERE EMOTIVO IN ETÀ AVANZATA

Come orizzonte culturale di riferimento, potrebbe essere utile definire una serie di orientamenti comportamentali, e di stili di vita, utili a favorire una condizione di benessere emotivo, che andrebbero sintetizzati in una sorta di decalogo:

  •  non avere sensi di colpa per situazioni ed eventi spiacevoli non dovuti alla propria volontà,
  • curare il proprio corpo (aspetto, immagine corporea, salute dinamica, collegata al funzionalità di organi e apparati),
  • fare un’attività motoria continuativa e sistematica, con carichi di lavoro adeguati alle proprie capacità,
  • non fare paragoni con la propria immagine, la condizione fisica personale e quella offerta da “modelli estetici e dotazioni motorie e prestative” degli altri o pubblicizzati dai mass media,
  • individuare le giuste opportunità che, attraverso l’attività fisica di modesta intensità e l’alimentazione razionale, favoriscano uno stile di vita attivo e salutare,
  • adattare le proprie aspettative alle personali possibilità realizzative e confrontarsi, sistematicamente, col medico e col nutrizionista
  • fare progetti a breve scadenza, ma che influiscano positivamente su comportamenti e stili di vita duraturi, che migliorano la qualità della vita,
  • curare i rapporti interpersonali in forma empatica e soddisfare il bisogno di star bene con se stessi e con gli altri
  • fare una sorta di elenco delle cose da fare (un diario di bordo), che possano rinforzare le spinte motivazionali e la consapevolezza che l’attività motoria è in grado produrre sensazioni positive, riferite all’autostima e a un positivo concetto di sé;
  • non preoccuparsi di esibire agli altri il valore delle proprie capacità prestative fisiche e mentali. 

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