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L’eredità filosofica del pensiero antico sulla saggezza come regola di vita (Parte 2)

L’eredità filosofica del pensiero antico sulla saggezza come regola di vita (Parte 2)

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Se vivere significa “essere nel modo”, come sostiene anche oggi la filosofia fenomenologica, ciò comporta la capacità dell’uomo di adattarsi ai cambiamenti, che non è strutturata, ma si organizza sulla base dell’esperienza, del pensiero e della fantasia, in cui gioca un ruolo fondamentale, anche entro certi limiti ed entro certe regole, la libertà d’azione guidata dalla tensione etica del saper essere e nel dover essere nel rispetto di precisi principi e leggi.

Principi e leggi nel pensiero antico

Occorre, a questo punto, fare una distinzione tra i due termini.

Nella società occidentale della Grecia antica si ragionava sui principi (regole, condizioni, per rendere la vita possibile), nella civiltà romana si parlava, invece, di leggi (storicizzazione dei principi, come quelli utilizzati dalla scuola), adattabili ai mutamenti sociali, che devono garantire la convivenza civile.

Si tratta, in ambedue i casi, di elementi fondativi dell’esistenza, basati sulla dimensione valoriale del saper vivere, che ci sono stati tramandati dalla cultura e dalle scuole di pensiero antiche e che sembrano, oggi, aver perso l’originario significato etico.

La società odierna, appare, infatti, orientata verso una categoria valoriale diversa, in cui troneggia il superfluo e la costruzione di desideri inutili, centrati sull’ipertrofia individualistica dell’Io e sui vantaggi personali, rispetto alla dimensione sociale e al rispetto degli altri.

A dispetto del ruolo universalmente valido della filosofia, che può guidare l’uomo a riflettere sulla vita, assistiamo, purtroppo, alla crisi del Novecento (età dell’angoscia e dell’ansia, che ha investito filosofi, pittori, letterati). In cui questo ambito, la cultura del pensiero è ridotta a una sorta di inutile decorazione e farneticazione verbale, con la conseguenza che il pensiero razionale viene sostituito dalle protesi delle strumentazioni telematiche, per cui si arriva a considerare la mente come un dio minore, che non è in grado di competere con le alte prestazioni della macchina digitale.

Viene, così, a mancare la saggezza evocata da Seneca (4 a.C. – 65 d.C.), per cui l’uomo non è preoccupato di quello che è, ma di ciò che possiede, che offre agli altri l’impressione di vivere bene, ma in realtà recita una parte, camuffandosi con il suo successo, in cui regna la legge del “sorpasso” degli altri, come necessità e valore vitale. In questo modo, afferma il filosofo, “tutti i beni più grandi sono fonte di ansia e […] c’è bisogno di sempre nuovo successo per mantenere il successo”.

A conferma di ciò, si potrebbe citare una frase, ancora più antica, tratta dalla Consolazione di Boezio (480 – 525 a.C.), che, pur risalendo a più di millecinquecento anni, risulta, comunque, molto attuale:

“Molti riescono infatti ad acquistare grande reputazione per la superficialità dell’opinione pubblica, la cosa più obbrobriosa che si possa immaginare […] Ma anche ammesso che queste lodi siano frutto di meriti effettivi, che cosa mai potrebbero aggiungere alla coscienza di un uomo sapiente, il quale misura il proprio valore non con il metro della popolarità, ma sulla realtà della sua coscienza? ”

Non bisogna dimenticare, perciò, come è già stato sottolineato, che sin dalle origini la filosofia si è occupata dei bisogni esistenziali, della conoscenza e del pensiero dell’uomo, esaltandone la sua capacità di pensare e ragionare sugli elementi fondanti della vita, che non possono ridursi alla ricerca di bisogni superflui e ingannevoli della notorietà, del successo, della visibilità e della fama.

In questo senso, la filosofia ha rappresentato da sempre un vero sapere terapeutico, un “farmaco dell’anima” inteso in senso educativo, che non ha nulla a che fare con la medicina del corpo, né con la psicologia che si occupa della mente, ma con la visione che ognuno deve avere di sé e del mondo in cui vive, come sostiene la teoria fenomenologica di Husserl (1859 – 1938).

In una situazione come quella attuale, in cui l’uomo appare tristemente smarrito è, dunque, necessario, che venga recuperato l’aiuto della filosofia, la quale ci può offrire un utile sostegno per sviluppare la percezione dell’io e la ricerca di un nuovo modo di essere al mondo. Per trovare una bussola di riferimento che non ci indichi il percorso preciso da seguire, ma che ci apra la mente, aiutandoci a riflettere e a orientarci sulle scelte da compiere, quando ci sentiremo smarriti nella foresta.

L’eredità attuale della saggezza antica

Per concludere con una nota di ottimismo, nel riassumere i concetti sopra espressi dalla cultura antica, può essere utile citare l’esempio della tecnica NANKURUNAISA, espressione giapponese, che sta ad indicare un mantra positivo (che aiuta a connettersi con una energia interiore positiva e incoraggiante), da ripetere quotidianamente, per il proprio benessere mentale.

Questo termine, in effetti viene, spesso, usato, all’interno della frase: ”MAKUTU SOOKE NANKURU NAI SA”, che letteralmente significa: “Tu comportati come si deve e vedrai che in qualche modo le cose andranno a posto, definizione usata nell’antico Giappone, per indicare ciò che c’è di bello nella vita. Si tratta di un incoraggiamento a credere nel potere della vita e, quindi, in noi stessi e nella nostra capacità di cambiare in meglio le cose. Ne deriva, perciò, l’insegnamento che l’importante è assumere un comportamento corretto e adeguato nell’affrontare le sfide della vita, interpretando gli ostacoli, non come segnali negativi, ma come occasione di crescita e trasformazione.

È bene sottolineare, a questo punto che, in tempi recenti, che alcune figure prestigiose hanno dedicato la loro vita ad azioni e comportamenti socialmente edificanti, offrendo chiare dimostrazioni pratiche di una vera e propria saggezza militante, come quella esemplare di famosi personaggi come Gandhi, Martin Luter King, Nelson Mandela, Maria Teresa di Calcutta, ed altri.

Il recente contributo della psicologia sul tema della saggezza

Il concetto di saggezza, di cui tradizionalmente si sono occupate la filosofia e la teologia, negli ultimi decenni è stato sviluppato anche da altre discipline, come la neurobiologia, le neuroscienze, la medicina, la psicologia, ecc. Degno di nota, in campo psicologico, è il modello di saggezza, sviluppato, presso l’Istituto Max Planck di Berlino (2000), da parte degli psicologi Paul Baltes e Ursula Staudinger, definito “ il Paradigma della saggezza di Berlino”.

I due studiosi, attingendo agli studi della letteratura sapienzale, tramandata nel corso dei secoli, definiscono questa qualità della vita come “una competenza nella condotta e nel significato della vita, che guida le conoscenze che l’individuo possiede degli aspetti pragmatici della vita e delle modalità che portano l’essere umano all’eccellenza” (2000).

Combinando l’esperienza antica con la ricerca moderna, hanno elaborato un diagramma della saggezza. Al centro si trova il contesto di vita (Life Contest), sul lato sinistro i Fattori specifici di competenza (Person related factor) e i Contesti di esperienza facilitativi (Facilitative experiental contest), sul lato destro i diversi esempi di come usare la saggezza (Problem solving).

Diagramma della saggezza

FATTORI GENERALI DELLA PERSONA
(Person related factor)
Il modo come una persona pensa (atteggiamento cognitivo e stile di pensiero, salute mentale, creatività, apertura all’esperienza e forza dell’ego)

FATTORI SPECIFICI DI COMPETENZA
(expertise – specific factors)
Esperienza in questioni di vita, apprendimento organizzato  

CONTESTI ESPERENZIALI FACILITATIVI (Facilitative experential contest)
Esperienze che potrebbero facilitare l’acquisizione di saggezza, come l’età, l’istruzione, la genitorialità, il tutoraggio di altre persone, la professione, l’esperienza lavorativa o il periodo storico in cui viviamo
CONTESTO DI VITA (Life contest)      
Condizione personale (pianificazione, gestione, revisione della vita)  
MODALITÀ DI RISOLUZIONE DEI PROBLEMI (Problem solving)
Quadro generale, saggezza come eccellenza nella mente e virtù
Quadro psicologico, saggezza come eccellenza nella condotta e nel significato della vita
Paradigma della saggezza di Berlino: saggezza come conoscenza esperta
Criteri di base, inclusa la conoscenza fattuale e la conoscenza procedurale (come fare)
Meta – Criteri : combinare questi diversi quadri per la risoluzione dei problemi
 Fonte modificata: “Il paradigma della saggezza di Berlino” di Baltes & Staudinger