Nello scenario di una società contrassegnata da crisi di valori, da profonde conflittualità sociali, etniche, religiose, spesso accompagnate da gravi fenomeni di isolamento ed emarginazione sociale, emerge in tutta la sua urgenza la necessità di creare, per le nuove generazioni, occasioni di educazione e di sviluppo che, a livello scolastico, non siano limitate alla dimensione conoscitiva e quantitativa del processo di apprendimento (centrata sulla didattica delle discipline, spesso noiose, ripetitive e scarsamente motivanti), ma che coinvolgano le dimensioni più profonde dell’io, vale a dire, quelle funzioni di tipo emotivo, affettivo, relazionale, che sono alla base del ben-essere e del saper vivere.
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Un nuovo modo di fare educazione
Le teorie didattico-pedagogiche più attuali tendono, perciò, a proporre alla scuola un ribaltamento di prospettiva, che preveda campi d’intervento e compiti formativi sempre più allargati rispetto al passato, in grado di aiutare gli alunni a percorrere il difficile viaggio di conoscenza e scoperta di sé, degli altri e del mondo, di scoprire, cioè, il senso del noi, come appartenenza ad una casa comune.
In questa sfida pedagogica, la nuova scuola deve cercare, pertanto, di individuare nuovi paradigmi culturali e valoriali di riferimento, in cui il concetto di identità e di vissuto personale degli alunni (di tipo cognitivo, emotivo, affettivo, morale, fisico) si sposi con l’etica dell’interazione, con la cultura dell’incontro, dell’ascolto, dello scambio, dell’interdipendenza, della reciprocità e della condivisione. Di tutti quei principi, cioè, che sono riassumibili nel concetto di competenze sociali, attraverso le quali si sviluppa il senso del con-vivere.
In questo senso, l’accettazione dell’altro va inteso come risorsa per la crescita comune, consentendo, così, ad ogni individuo di “star bene con se stesso e con gli altri, affrontare la complessità, assumere atteggiamenti propositivi e costruttivi nei confronti del mondo reale” (Rosangela Cuniberti).
Si supera, così, il pregiudizio che la funzione della scuola debba essere centrata esclusivamente sull’asse dell’istruzione e sul concetto di accumulo delle conoscenze, in cui primeggia il “travaso” dei contenuti disciplinari dall’insegnante all’alunno.
Perciò, è auspicabile che si inauguri un nuovo modo di fare educazione, come quello della didattica attiva e della metodologia laboratoriale, che hanno avuto grande successo nelle realtà progettuali già realizzate da alcune istituzioni scolastiche.
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Educazione alla convivenza civile
In questo senso, M. Pellerey suggerisce di progettare interventi mirati nel campo dell’educazione alla convivenza civile, finalizzati a:
- porsi in un orizzonte di ricerca di senso e significato, alla ricerca di ciò che è essenziale per l’alunno, sul piano della suo processo di crescita, maturazione e sviluppo, per sostenerlo nel suo personale cammino di esplorazione, scoperta, conoscenza di sé degli altri, del mondo;
- definire alcune coordinate educative di riferimento e favorire l’esperienza diretta dei significati e valori, che siano vissuti all’interno di una comunità scolastica impegnata sul piano morale e sollecitare comportamenti con questi coerenti;
- porre le basi cognitive, socio-emotive, operative essenziali ai bambini per giungere alla costruzione di sé e della propria identità;
- educare alla conoscenza-comprensione, partecipazione alla vita sociale e alla cultura intesa come espressione-manifestazione dell’umanità.
Un progetto di sviluppo degli alfabeti del convivere prevede che la scuola, diventi un autentico luogo educativo e una vera palestra di umanità, dove si possano coniugare, in modo armonico, il sapere, il saper essere e il saper fare, riassumibili nel seguente schema.
Sapere
- la razionalizzazione del vissuto personale,
- l’acquisizione dei nuclei concettuali fondamentali degli alfabeti del convivere,
- l’utilizzazione dei vari linguaggi,
- le metodologie e le competenze utili nella didattica dell’interazione,
- gli strumenti e le strategie più efficaci nell’azione del comunicare,
- le capacità di uso e di valutazione delle personali conoscenze
Essere
- l’acquisizione di una positiva immagine di sé (fiducia, autonomia, sicurezza),
- il superamento dei punti di vista egocentrici e soggettivi,
- la decentrazione psicologica dell’io,
- la conoscenza e accettazione dell’altro da sé,
- il senso critico e la capacità di scelta,
- la capacità di ascolto empatico,
- la disponibilità alla comunicazione e al dialogo interpersonale,
- il senso di responsabilità personale e sociale,
- la propensione alla solidarietà attiva
Fare e saper fare
- la messa in atto di atteggiamenti e abilità di decentramento , di cooperazione , di risoluzione dei problemi,
- l’assunzione di compiti, di responsabilità, di ruoli,
- la capacità di guardare al futuro, in termini di previsione, progettazione, cambiamento, verifica.
Il significato e la funzione del curricolo centrato sulla convivenza civile
Il curricolo scolastico basato sull’educazione alla convivenza civile e allo sviluppo della cittadinanza attiva rappresenta l’itinerario di un percorso formativo, centrato sul decentramento psicologico e cognitivo di ogni singolo alunno, finalizzato a superare i suoi punti di vista egocentrici, difensivi e soggettivi e a focalizzare l’attenzione su problemi esterni al sé, che prevede il tentativo/desiderio dell’incontro con l’altro, in ragione della comune appartenenza alla specie umana.
L’elaborazione di un progetto mirato in questa direzione rende possibile tradurre i principi e gli orizzonti di riferimento sopra citati in una ipotesi di curricolo e in piste operative ben definite, attraverso l’articolazione dell’attività didattico-educativa realizzabile, attraverso la messa in opera di una serie di Unità di Apprendimento mirate.
L’ipotesi di curricolo sulla convivenza civile deve prevedere, necessariamente, l’attraversamento delle fondamentali dimensioni costitutive della persona, che presentano il seguente processo evolutivo:
- dalla dimensione psicologica dell’ ”io” (coscienza di esser-ci: io sono, io penso, io cresco, io imparo, centrata sul senso di identità personale e di valore);
- alla dimensione sociale dell’ “io con” (coscienza di non essere l’unico, ma di essere parte di….), in cui coesistono situazioni di diversità, uguaglianza, coesistenza, interazione, relazione, appartenenza, bisogno;
- alla dimensione politica dell’ “io per” (coscienza di “poter dare e di poter ricevere”), che prevede il continuo susseguirsi di azioni centrate sull’integrazione, sulla reciprocità, sullo scambio, sulla condivisione, sulla negoziazione, sulla solidarietà, sullo sviluppo.
A titolo orientativo, si fornisce, qui di seguito, il primo dei nuclei concettuali portanti, presenti nel curricolo di Educazione Civica (Indicazioni Nazionali), al termine della scuola primaria, riferito a Costituzione, Diritto (nazionale ed internazionale), Legalità e Solidarietà.
QUADRO RIASSUNTIVO DEL CURRICOLO PER LA SCUOLA PRIMARIA, RIFERITO: AI TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE, AGLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO, ALLE CONOSCENZE E ALLE ABILITÀ
Traguardi per lo Sviluppo delle competenze | Obiettivi di Apprendimento | Conoscenze | Abilità |
L’alunno è consapevole che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che sorreggono la convivenza civile e favoriscono la costruzione di un futuro equo e sostenibile | • Conosce i valori che rendono possibile la convivenza civile e testimoniarli nei comportamenti sociali • Conosce il significato dei termini “identità”,”libertà”, “tolleranza”, “lealtà”, “rispetto” e “legalità” • Conosce il concetto di “diversità” : l’altro come persona diversa, ma con uguali diritti e doveri | • Ruoli e funzioni delle persone in relazione ai contesti sociali di appartenenza • Definizione e revisione delle regole di convivenza nei contesti vissuti • Conoscenza e condivisione del Regolamento d’Istituto • Attuazione di comportamenti legati alla solidarietà • Obiettivo 10 dell’Agenda 2030 (Ridurre la diseguaglianza) • Giornata mondiale della memoria (testi, film e/o testimonianze di autori italiani e stranieri) | • Rispetta in modo autonomo e responsabile ruoli e funzioni delle persone anche in relazione al lavoro svolto nella società • Assume in modo autonomo e responsabile comportamenti rispettosi delle regole vigenti nei contest formali e informali, collaborando alla loro eventuale definizione e/o revisione • Sa spiegare, con parole semplici e mediante esempi, il significato concreto di “identità”, “libertà”, “tolleranza”, “lealtà”, “rispetto” e “legalità” • Sa confrontarsi con gli altri ascoltando e rispettando il punto di vista altrui • Sa spiegare con parole ed esemplificazioni i concetti di “uguaglianza”, “solidarietà” e “diversità” • Assume in modo autonomo e responsabile comportamenti che favoriscono le pari opportunità di diritti tra le persone rispettando le differenze sociali, di genere, di provenienza • Sa riferire gli argomenti proposti in modo chiaro ed esprimendo un semplice parere personale |