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L’importanza e la necessità di un’educazione sociale

L’importanza e la necessità di un’educazione sociale

L’idea dominante dei sistemi educativi contemporanei nell’affrontare i problemi collegati con la rapida e inarrestabile evoluzione della società attuale sottolinea l’esigenza di affidare all’educazione sociale l’obiettivo di sviluppare nel soggetto sia l’autonomia personale sia l’attitudine a mobilitare i rapporti interpersonali, in termini di disponibilità umana, basata sull’impegno e sulla “cooperazione”.

Ciò comporta l’esigenza di evitare una formazione unilaterale della personalità, basata sul conformismo o sulla sottomissione dell’individuo ai poteri costituiti, per orientare ogni azione educativa verso una formazione mentale che possa sviluppare e fortificare l’atteggiamento dell’indipendenza e della identità personale, indirizzata a fini sociali ben determinati, potenziando i legami di umanità con gli altri.

L’educazione sociale, considerata come educazione alla cooperazione, libera l’uomo dai pericoli nei quali lo imprigiona l’originario egocentrismo, che gli impediscono di superare un orizzonte di vita e di esperienza, dominato da un sistema di relazioni, centrato sulla volontà di affermazione dell’io e del successo personale e sulla volontà di prevalere sugli altri, per orientarsi, invece, verso obiettivi “eterocentrici”, in cui prevalga un atteggiamento veramente nuovo dell’io verso l’altro, che il filosofo e psicologo tedesco Ludwig Klages (1872 – 1956) definisce un vero e proprio “dono di sé”.

Solo un simile atteggiamento, basato su un reale modo di essere, eticamente fondato, vale a dire, sulla disponibilità, sull’impegno e sulla comprensione degli altri, è in grado di liberare l’uomo dall’egocentrismo (ipertrofia dell’Io) è può essere, dunque, utile a superare il senso di solitudine e di profonda ansietà e incertezza, che attanaglia ogni condizione di vita alienante, in cui l’uomo è indifeso, imprigionato in una condizione di isolamento, che gli impedisce di trasferirsi nel mondo degli altri.

Tale senso di isolamento e la paura che l’accompagna colpiscono sia i soggetti dalla psicologia forte sia quelli dalla psicologia debole: entrambi rimangono, infatti, nel piano dell’egocentrismo. Il prepotente non si apre alla vita degli altri uomini e mira a soggiogarla col predominio (concezione maiuscola dell’io), il succube, invece, chiuso anch’egli alla vita degli altri, si limita a subirla (concezione minuscola dell’io).

Gli esperti ci spiegano che molti dei conflitti e delle tensioni, che si registrano in diversi soggetti trovano origine in atteggiamenti di chiusura di tipo emotivo, che fanno percepire l’altro come minaccia o come nemico. Diventa, perciò, indispensabile, da parte dei soggetti impegnati nel campo dell’educazione, attivare un intervento pedagogico finalizzato allo sviluppo delle competenze socio-emotive, utilizzabili non solo a scuola, ma anche nel mondo del lavoro e nella società in genere. In questa prospettiva, perciò, il fine ultimo dell’educazione sociale potrebbe essere così definito: “Permettere a ciascun individuo di realizzare l’apertura personale massima nella comprensione dell’amore, nel rispetto degli altri, condizioni indispensabili, queste, al progresso sociale, alla pace e alla solidarietà tra gli uomini”.

La scuola come agenzia privilegiata per la promozione dell’educazione sociale

In un contesto sociale come quello attuale, in cui lo sviluppo tecnologico esasperato è portato ad amplificare in modo anomalo le esigenze di affermazione e successo personale, con il pericolo di affievolire il senso dei valori sociali e umanizzanti, basati sull’altruismo, la tolleranza, il rispetto dei diritti altrui, la non violenza, ecc., la scuola rappresenta l’istituzione privilegiata per tentare di risolvere questo problema, introducendo nei metodi educativi non solo conoscenze “libresche“, riferite ai contenuti disciplinari, ma anche e soprattutto l’educazione alla socializzazione, in un clima stimolante, cooperativo e collaborativo.

La prassi della collaborazione ha, però, senso e significato solo se il comportamento degli insegnanti, nel campo dell’educazione, è animato da una carica affettiva di tipo empatico, che consenta di rendere interiore la coscienza dell’alunno e delle sue profonde possibilità umane, nei suoi momenti emotivi e sentimentali.

Le numerose ricerche sul lavoro scolastico hanno evidenziato la crescente difficoltà dell’impegno educativo, che si deve confrontare con la sempre più crescente situazione di debolezza emotiva degli studenti, gran parte dei quali presenta situazioni di malessere, legati all’intimità della propria persona, ma anche a precise difficoltà relazionali col mondo degli altri. Infatti, ben l’82% degli adolescenti dichiara di essere affetto da livelli di stress medio/alti, durate l’anno scolastico che, come sappiamo, influiscono, in modo determinante anche sulla validità e sull’efficacia dei comportamenti interpersonali.

Linee guida sull’educazione socio-emotiva per proposte del CASEL (Collaborative for Academic, Social Emotional Learning)

Il CASEL che rappresenta, attualmente, l’organizzazione più importante nel campo delle abilità socio-emotive, nelle varie fasce di età, finalizza il suo intervento ad aumentare il processo di sviluppo personale, il senso di auto-efficacia nel corso della vita e le competenze relazionali. A tal fine, le linee guida presentate riguardano cinque precise categorie:

  Consapevolezza di séLa capacità di riconoscere, con precisione, le proprie emozioni e i propri pensieri e la loro influenza sul comportamento
AutogestioneLa capacità di regolare le proprie emozioni, i pensieri e i comportamenti, in modo efficace, per le diverse situazioni
Consapevolezza socialeLa capacità di empatia, per comprendere le norme sociali ed etiche di comportamento e di riconoscere la famiglia, la scuola e la comunità come risorse e supporti
Capacità relazionaliLa capacità di stabilire e mantenere relazioni sane e gratificanti con diversi individui e gruppi
Responsabilità del processo decisionaleLa capacità di fare scelte costruttive sul comportamento personale e interazioni sociali, basate su precisi riferimenti etici, degli etici, sull’esame critico delle proprie azioni, orientate alla promozione del benessere di sé e degli altri

È stato ampiamente dimostrato che, a livello scolastico, gli allievi che hanno buone relazioni con gli altri risultano anche maggiormente competenti per quanto riguarda sia il profitto scolastico sia le qualità delle relazioni in classe.

Un apposita ricerca dell’OCSE (2014) evidenzia che le linee guida disegnate dalla SES (Socio Emotional Skills) sono importanti, perché producono effetti:

  • a medio termine, con ripercussioni positive sui rendimenti scolastici
  • a medio termine, come arma di contrasto alla devianza e ai comportamenti a rischio
  • a lungo termine, nel mercato del lavoro
  • cumulativi, in termini di benessere complessivo

L’OCSE, inoltre, si è prefissa un preciso obiettivo con il “Progetto Education 2030 : The future of education and Skills”: lo sviluppo delle competenze socio-emotive, ossia l’insieme delle abilità, delle conoscenze, dei comportamenti, degli atteggiamenti e dei valori necessari ad ogni soggetto per gestire efficacemente il proprio comportamento affettivo, cognitivo e sociale. A tale scopo vengono indicate alcune strategie e modalità di intervento utili, che possono essere così sintetizzate:

  • il modellamento dell’insegnante, il quale deve essere coerente nel suo modo di pensare, sentire ed agire
  • l’esercitazione diretta sul campo (consapevolezza ed esperienze personalmente vissute),
  • le esperienze indirette, riferite al cooperative learning
  • la riflessione metacognitiva, che riguarda la capacità di riflettere (prima, durante e dopo le lezioni) sulle modalità con cui si mettono in atto le abilità socio-emotive

Come nota conclusiva, si può sottolineare che gli interventi, mirati nel versante delle abilità socio-emotive, dovrebbero tener conto che ogni azione educativa dell’insegnante debba partire dalla comprensione pedagogica dell’educando, che non può essere solo pura conoscenza, ma apertura della sua personalità di educatore a intendere le problematiche dello studente, a mettersi in ascolto attivo dei suoi bisogni, calandosi, empaticamente, nei suoi panni e a sintonizzandosi affettivamente con lui. Come punto di riferimento per la realizzazione di progetti mirati allo sviluppo delle competenze socio-emotive degli studenti, si citano, qui di seguito, alcuni orizzonti normativi di riferimento, che riguardano:


Per approfondire: SEMINARIO GRATUITO ONLINE: L’INSEGNANTE E LA GESTIONE DELLA CLASSE – Parola d’ordine Empatia