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La ninna nanna: il canto universale

La ninna nanna: il canto universale

Le origini della ninna nanna

Tra i canti diffusi sulla terra, la ninna nanna è quella di cui abbiamo notizie che risalgono più indietro nel tempo. Se le testimonianze latine datano al IX secolo dopo Cristo, disponiamo di una tavoletta sumerica risalente al 500 a.C. circa dove le parole del testo in geroglifico non sono tanto lontane nel significato a quelle di tante ninne nanne della nostra tradizione: la mamma e il papà augurano al bambino un “sonno che ha un cucciolo di gazzella stanco”, rilassandosi nel mondo dei sogni come fa “il pastore nel mezzo del suo turno di guardia”.

E poi testimonianze greche intorno al 300 a.C ma infiniti sono i testi di cui non abbiamo alcun reperto, perché troppo lontani nel tempo e, soprattutto, perché la trasmissione delle ninne nanne fa da sempre parte della tradizione orale dei popoli.

A livello storico, è difficile rintracciare le origini delle prime ninne nanne, anche perché le radici di queste nenie affondano nella tradizione popolare e pagana, e addirittura si crede che in origine fossero nate come delle sorte di incantesimi per ipnotizzare i bambini e farli addormentare.

Ogni cultura popolare ha il suo campionario di ninne nanne più famose e di canzoni per bambini che vengono tramandate, con alcune modifiche (considerando anche che inizialmente la loro trasmissione avveniva oralmente) di bocca in bocca, da mamma a figlio.

Il canto più antico ed universale

La ninna nanna non è soltanto il canto più antico ma anche il più diffuso del mondo: non stupisce il fatto che a tutte le mamme del globo venga spontaneo conciliare il sonno dei piccoli cantando loro nenie e cantilene.

È curioso, invece, notare come la parola usata per definire questi canti si assomigli in molte terre, lontane l’una dall’altra. Parole molto simili si trovano in zone del mondo parecchio distanti da noi, sia geograficamente sia culturalmente; questa somiglianza in lingue così differenti tra loro è dovuta al fatto che in tantissimi idiomi del mondo il sonno dei bambini si designa con una parola che riprende suoni infantili come “na” o “ni”, raddoppiandoli, secondo una modalità ripetitiva anch’essa tipica del linguaggio infantile, soprattutto nella fase della lallazione.

Le funzioni della ninna nanna

Tra le funzioni della ninna nanna vi è quella importantissima di offrire al bambino le primissime conoscenze linguistiche e musicali: cantando, la mamma o il papà racconta al suo bimbo storie antiche, favole popolari, ma anche episodi appartenenti alla propria infanzia perché le ninne nanne fanno parte del nostro patrimonio storico e culturale e, spesso, delle dolci tradizioni familiari.

Sulla base di improvvisazioni ed ispirazioni del momento, mamme e papà personalizzano nenie e filastrocche nominando i vari membri della famiglia o gli oggetti della casa che diventano così i personaggi di queste canzoni e così, mentre cerchiamo di farla/o addormentare, sotto sotto, gli mostriamo il mondo e gli insegniamo anche un po’ la lingua.

Ma il primo effetto della Ninna Nanna resta comunque quello di indurre il bambino al sonno: essa è una melodia rasserenante cantata ai bambini per farli addormentare; l’idea alla base è che un canto eseguito da una voce familiare induce i bambini ad addormentarsi. Lo scopo primario della ninna nanna è consegnare i bambini fra le braccia di Morfeo, il Dio dei sogni della mitologia greca, figlio di Ipno e di Notte.


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Le caratteristiche della ninna nanna

Mettendo a confronto le ninne nanne di tutto il mondo è possibile riconoscervi alcuni tratti comuni universali, di sicuro effetto soporifero.

Innanzitutto il ritmo è tranquillo, calibrato sul battito cardiaco della mamma, la quale spesso cullando il piccolo lo tiene appoggiato proprio sul cuore; il testo è molto semplice, fatto di poche parole, facili suoni onomatopeici o termini inventati per il piccolo che ancora non capisce la lingua. Non è tanto importante il significato delle parole, quanto il loro suono e l’intonazione con cui le si pronuncia. La melodia è basata su poche note ad intervalli ravvicinati: in genere le ninna nanne usano una scala pentatonica (do- re- fa- sol- la oppure do- re- mi- sol- la) facile da intonare.

È probabile che si tratti di una scala universale poiché la si trova nelle canzoni infantili di tutti i popoli e le etnie, in Occidente ed in Oriente, nelle società primitive, come in quelle più avanzate.

Velocità e volume della voce sono decrescenti: ciò favorisce ed accompagna il passaggio dall’attività di veglia a quella di primo stato di sonno che avviene a livello cerebrale. In particolare il cervello, che mette costantemente onde elettromagnetiche, passa dalla produzione di onde alfa e beta di frequenza più rapida a quella di onde theta, di frequenza più lenta, e la musica cantilenante della Ninna Nanna lo asseconda.

Infine un ultimo elemento importantissimo per raggiungere un effetto quasi ipnotico è la continua reiterazione di ritmo, melodia e parole: è grazie alla mescolanza di questi ingredienti che la ninna nanna ha un effetto calmante su tutti noi, bambini ed adulti.

Da canto materno a genere letterario

La ninna nanna nel corso dei secoli è diventata un vero e proprio genere letterario. Venendo agli ultimi secoli, sia i poeti che i cantautori si sono cimentati con le ninnenanne: si pensi a “L’uccellino quando imbruna”, “Ninna nanna del cavallino” di Giovanni Pascoli, alla “Ninna Nanna in mezzo al mare” di Vivian Lamarque, alla “Ninna Nanna” di Bruno Lauzi, o alle più recenti “Per te” di Jovanotti, “Ninna Nanna Oh” di Tricarico.

È una musica soave, dolcissima che condurrà i bambini nel mondo dei sogni in modo rilassato e tranquillo; stare vicino ai propri piccoli e cantare loro una ninna nanna è il modo migliore per fare in modo che affrontino il momento del sonno nel miglior modo possibile. Essa, infatti, è un “must” per genitori e bambini che fin dai tempi più antichi amano addormentarsi cullati dalla voce dolce e calma della mamma.