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Insonnia di primavera

Insonnia di primavera

Che cos’è l’insonnia

L’insonnia (dal latino “insommis” cioè inabile a dormire) è uno dei disturbi del sonno più frequente e più diffuso nella popolazione. Consiste in un insieme di sintomatologie psicofisiche che inducono difficoltà nel dormire. Il DSM V definisce tale difficoltà come “l’insoddisfazione per la qualità del sonno associata a difficoltà nell’addormentamento e/o nel mantenimento e/o risveglio precoce. Questa condizione causa disagio significativo o deficit nelle attività della vita quotidiana, ha una durata di almeno 3 mesi per almeno 3 notti alla settimana ed è presente anche quando il soggetto ha la possibilità di dormire tranquillamente”.

Il processo del sonno si divide in 5 stadi, di cui i primi 4 possono essere raggruppare nella fase non REN, mentre l’ultimo stadio in quello REM. Sinteticamente i 5 stadi sono:

  1. Addormentamento: si passa dalla veglia al sonno ed i movimenti muscolari iniziano a rilassarsi, l’attività cerebrale diminuisce e la temperatura corporea si abbassa.
  2. Sonno leggero: i muscoli continuano a rilassarsi e il battito del cuore rallenta sempre più, portando l’individuo in quella fase di dormiveglia che precede il momento del sonno profondo.
  3. Sonno profondo: attività oculari e cerebrali assenti. La durata di questa fase è di 10 minuti.
  4. Sonno profondo effettivo: in questa fase il corpo e la mente si preparano alla fase successiva, la peculiarità di questo stadio consiste in movimenti disorganizzati degli occhi sotto le palpebre.
  5. Sonno REM: la parola REM deriva dall’inglese “Rapid Eye Movement” o c.d. “Sonno Paradosso” è il momento in cui gli occhi si muovono rapidamente sotto le palpebre, ma la muscolatura si ferma del tutto: il cervello torna nuovamente attivo ed è il momento del sonno in cui, se risvegliati, si ricordano meglio i sogni in corso.

Per approfondire:

CORSO ONLINE: INSONNIA – Un disturbo dai mille volti. Strategie per prevenirla, gestirla e curarla

CORSO ONLINE: Conoscere i disturbi del sonno – prevenzione e trattamento


Classificazione dell’insonnia

Essa può essere classificata sulla base di 3 criteri:

  1. CRITERIO EZIOLOGICO, che a sua volta la suddivide in insonnia primaria ed insonnia secondaria:

1.1   INSONNIA PRIMARIA: è un disturbo del sonno che non dipende da un’altra condizione morbosa. Ad essa appartengono 5 categorie: disturbo d’insonnia d’adattamento, insonnia psicofisiologica, insonnia soggettiva, insonnia da inadeguata igiene del sonno, insonnia idiopatica.

1.2   INSONNIA SECONDARIA: è generata da malattie psico-fisiche (come ad es. encefalopatie, Morbo di Parkinson, Corea di Huntinghon, angina ed aritmie, ernia iatale, ulcera gastrica o duodenale, sindrome del tunnel carpale, osteoartriti, artrite reumatoide, asma bronchiale, ipertensione arteriosa, iper o ipotiroidismo ecc…), ma anche l’interruzione brusca di benzodiazepine e l’alcolismo cronico.

  1. CRITERIO FENOMENOLOGICO, che la suddivide in insonnia totale ed insonnia parziale:

2.1   INSONNIA TOTALE: è un evento piuttosto raro e di breve durata, che può dipendere da situazioni reattive o da lesioni encefaliche.

2.2   INSONNIA PARZIALE: ovvero difficoltà nell’addormentarsi, risvegli notturni e risvegli precoci.

  1. CRITERIO TEMPORALE, che sulla base della sua durata distingue l’insonnia in: transitoria, occasionale, ricorrente, persistente e cronica.

Cause e rimedi

La cause sono davvero tante, ne fanno da esempio le malattie internistiche, i disturbi psichiatrici, l’abuso di particolari sostanze e farmaci, la predisposizione genetica, lo stress e il cambiamento delle stagioni. Non sempre si procede con un intervento farmacologico: a volte si privilegia la terapia cognitivo-comportamentale, il rilassamento muscolare progressivo ecc…

Se l’insonnia dovesse essere frequente e diventare quindi patologica, è il caso di parlarne col proprio medico curante il quale saprà indirizzarvi da uno specialista, è importante non sottovalutarla in quanto potrebbe causare problemi sull’apparato cardiovascolare.

Insonnia e primavera

È proprio nel periodo primaverile che molti registrano difficoltà legate all’insonnia. Sappiamo che il sonno è regolato dal ritmo circadiano (simile ad un orologio biologico interno che regola funzioni chiave dell’organismo tra cui appunto il sonno) e che con l’aumento delle ore di luce naturale può creare desincronizzazione a questo orologio, causando insonnia. Le giornate, allungandosi, riducono i livelli di Melatonina il cui rilascio viene inibito dalla luce. Altro fattore legato alla stagione primaverile è la comparsa delle allergie dovute dai pollini in circolo nell’aria, difatti molte persone allergiche lamentano insonnie a causa di frequenti starnuti, colpi di tosse, asma, prurito ecc..

L’insonnia rischia di compromettere il normale modus vivendi dell’individuo, il quale diventa il più delle volte facilmente irritabile, con scarsa capacità di concentrazione, difficoltà socio-relazionale ecc…

Nel precedente paragrafo si introduceva la terapia cognitivo comportamentale, che può essere attuata in modo facile da tutti, seguendo alcuni consigli:

–          Innanzitutto per non alterare i ritmi circadiani è consigliabile andare a dormire sempre alla stessa ora.

–          La temperatura ideale che concilia il sonno è circa di 18°.

–          Prima di andare a letto evitare l’uso di TV e cellulari, ma preferire un libro o un bagno rilassante, bere tisane o camomille.

–          Evitare il riposino pomeridiano.

–          Alimentazione adeguata: evitare pasti troppo pesanti come i carboidrati, ma preferire quelli a base di melatonina o triptofano (ad es. carne bianca, pesce, latticini, zucchine, spinaci, asparagi ecc.).

–          Svolgere attività fisica ma non a ridosso di 4 ore prima di andare a letto, poiché l’esercizio fisico stimola il sistema nervoso e l’organismo tale da avere poi la c.d. “insonnia da adrenalina”.

Leggi anche: Igiene del sonno: cos’è e come migliorarla