Employee retention ed Employee advocacy sono due espressioni usate nel mondo aziendale per indicare la conservazione nel tempo e la fidelizzazione dei dipendenti. Questi sono gli obiettivi che, ad oggi, la maggior parte delle imprese mira ad ottenere. Il dipendente non è più considerato un semplice lavoratore che presta il suo servizio, ma una importante risorsa, cuore centrale e pulsante che rende l’Azienda produttiva.
Nell’ultimo secolo si è parlato spesso di “organizzazione aziendale” e di “sistema aziendale”, ovvero di entità sociali, fatte da persone che, coordinate tra di loro, mirano al raggiungimento di obiettivi comuni, condivisi e stabiliti. Si tratta di sistemi aperti che interagiscono con l’ambiente esterno e che si adeguano ad esso. Affinché le organizzazioni siano efficaci, ci deve essere una buona corrispondenza tra l’organizzazione interna stessa e le condizioni esterne.
Come può un’azienda stare al passo con i tempi? Cosa può fare per evolvere?
Il contributo della psicologia
La Psicologia dell’industria e la Psicologia del lavoro hanno dato un grande contributo, attraverso ricerche ed esperimenti, facendo capire l’importanza delle relazioni umane all’interno dei contesti lavorativi. Già dagli anni ’90 dello scorso secolo molte imprese si sono spostate verso un modello basato sulla organizzazione che apprende, detta “Learning organization”. Si tratta di strutture flessibili e decentralizzate che promuovono la comunicazione e la collaborazione in modo che ognuno sia coinvolto nella identificazione e nella risoluzione dei problemi. Tutti, dal primo all’ultimo, sono uguali, sono coinvolti e informati e spronati alla partecipazione. Il livello di gerarchia è basso e il potere è decentralizzato.
Per molti anni il reparto HR, ovvero delle Risorse umane, ha avuto l’unico compito di reclutare risorse in grado di soddisfare le esigenze dell’Azienda. Oggi non è più così e la Employee retention è diventata quasi più importante. Certamente scegliere risorse valide è sempre il punto di partenza ed è un’operazione non semplice, ma trattenere tali risorse è molto di complesso.
Employee retention
Dal punto di vista pratico, la Employee retention evita il turnover dei dipendenti (ossia il costante “ricambio” dovuto a dipendenti che lasciano l’organizzazione) che all’Azienda costa molto. Assumere delle risorse, perderle, liquidarle, cercarne nuove, lavorare con personale in meno, tenere gli addetti alla ricerca impegnati nel reclutare e formare le nuove risorse piuttosto che in altre attività, infatti, porta una perdita in termini economici, di tempo e di produzione.
La Employee retention, viceversa, aumenta la produttività, la soddisfazione dei dipendenti e fa nascere relazioni che favoriscono il gioco di squadra.
Diminuisce lo stress da lavoro-correlato e previene il burnout, sindrome che porta il soggetto all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, alla manifestazione di sintomi psicologici negativi come apatia, nervosismo, irrequietezza, demoralizzazione che possono associarsi a problematiche fisiche come cefalea, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali e che comporta l’allontanamento dei dipendenti o per malattia o per dimissioni.
Per approfondire: Seminario Online – Lo stress e il burnout
Quali sono le strategie per aumentare l’Employee retention?
Le strategie sono di diverso tipo e riguardano sostanzialmente modifiche strutturali e operative di gestione delle Risorse umane. Possono essere applicate da qualsiasi Azienda o attività lavorativa e scelte a seconda degli obiettivi, delle disponibilità economiche e del tempo da potervi dedicare. Le principali sono:
- Giusta retribuzione e Ricompense economiche
- Incremento della Motivazione
- Formazione continua
- Comunicazione efficace e libera
- Call for ideas e Innovation Challenge
- Intrapreneurship
Ogni dipendente, come ogni essere umano, è mosso da bisogni e obiettivi personali diversi. Alla base di essi, come teorizzato nel 1954 dallo psicologo Maslow, vi sono bisogni essenziali legati alla sopravvivenza, di tipo materiale. In ambito lavorativo sono soddisfatti dalla giusta retribuzione economica che consente alla persona di sentirsi gratificata ed evita malcontenti.
Soddisfatti questi primi bisogni vi sono quelli immateriali di tipo sociale e relazionale e che mirano alla realizzazione dell’individuo. A tal proposito, molto importante è stato il contributo di un altro psicologo, Herzberg, che parla da una parte di fattori legati alla retribuzione e all’ambiente lavorativo e, dall’altra, di fattori intrinseci come il raggiungimento dei risultati, il riconoscimento dell’impegno e la possibilità di crescita. L’assenza di questi fattori, infatti, può causare scarsa motivazione.
Il dipendente che lavora bene va premiato e, a seconda dei casi, si possono elargire ricompense economiche, ma anche benefit di altro tipo, tarati sulle esigenze specifiche dei dipendenti. Vari studi condotti in Italia e nelle altri parti del mondo, infatti, hanno dimostrato che tali benefit dipendono dall’età e dall’anzianità di servizio.
Per approfondire: Corso Online – Accrescere la propria soddisfazione sul lavoro: Strategie e tecniche utili per la gestione nella vita quotidiana
Nuove generazioni e nuove esigenze
La Generazione Z, composta dai giovanissimi che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, preferisce maggiori ferie retribuite e bonus per il benessere. I Millennials (o Generazione Y) e la Generazione X, che sono le due categorie che maggiormente occupano lo scenario lavorativo, gradiscono benefit come macchina aziendale, bonus famiglia, ticket restaurant, buoni acquisto ma, soprattutto, il loro maggiore obiettivo è la crescita lavorativa. D’altro canto, i “Baby Boomers”, i lavoratori con anzianità di servizio e che più si avvicinano all’età di pensionamento, preferiscono poter contare ad una assistenza sanitaria integrativa.
A prescindere dall’età, ogni dipendente vuole essere ascoltato e formato adeguatamente. La Comunicazione efficace all’interno di una Azienda rimane sempre l’arma più potente per motivare i dipendenti. Le Risorse vogliono sentirsi parte integrante e attivamente coinvolta nel processo di sviluppo della loro Azienda e crescere insieme ad essa.
Per tale motivo altri efficaci mezzi di retention, sono Call for ideas, Innovation Challenge e Intrapreneurship, ossia “concorsi” interni in cui ognuno, o ogni gruppo, può proporre idee innovative e seguire personalmente lo sviluppo dei progetti da realizzare. È un modo per far sentire tutti coinvolti in maniera inclusiva e per far emergere capacità, competenze specifiche e talenti. Tramite le azioni dei dipendenti a favore e sostegno della loro Azienda si ottiene anche la Employee Advocacy.
In cosa consiste la Employee Advocacy?
Riprendendo le parole di George Dreher, Business Administration Professor, “I dipendenti incarnano il carattere di una organizzazione e ne modellano la reputazione, fungendo da potenti rappresentanti d’impresa”, si può comprendere semplicemente di cosa si tratta.
Le Risorse interne diffondono, attraverso il passaparola reale e virtuale, il buon nome della loro Azienda, accrescendone la reputazione.
Nel pratico consiste nella condivisione sui profili social personali di messaggi che pubblicizzano l’Azienda stessa. È così che i dipendenti diventano la vera RISORSA!