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Decreto Aiuti Quater: bonus per il caro bollette

Decreto Aiuti Quater: bonus per il caro bollette

E’ in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – entro il 22 novembre – e introduce quello che in gergo è fringe benefit, una sorta di retribuzione che si somma allo stipendio ma non è in denaro liquido. E’ elargito dai datori di lavoro privati ai propri dipendenti, per supportarli nei costi aumentati delle bollette di acqua, luce e gas. La buona notizia è che il bonus 3000, così indicato, non è tassabile o sottoposto a contribuzione perché non è considerabile come reddito imponibile.

Differenza fra il Decreto Aiuti Quater e Decreto Aiuti bis

Il Decreto Aiuti bis ha per la prima volta introdotto nei benefit aziendali non tassabili anche i costi delle bollette, portando la soglia di esenzione a 600 euro. Tutte le informazioni relative a questo tipo di bonus sono indicate dalla Agenzia delle Entrate nella Circolare n.35/E del 4 novembre 2022. Il Decreto Aiuti Quater che invece è stato approvato dal Governo il dieci novembre scorso e consiste in un potenziamento degli aiuti previsti con primo. Infatti si potrebbe toccare la soglia dei 3000 euro in busta paga.

Chi potrà usufruire del bonus di 3000 euro?

Innanzi tutto saranno i datori di lavoro privati a decidere liberamente, secondo le proprie direttive sul sistema assistenziale, e quindi riconoscere il bonus sullo stipendio. Fra questi possono essere inclusi, se prevedono di lavoratori dipendenti, anche i seguenti:

  • Studi professionali e lavoratori autonomi;
  • Organismi pubblici economici;
  • Coloro che non svolgono un’attività commerciale.

Inoltre, per quanto concerne i lavoratori dipendenti, sono compresi anche i:

  • CO.CO.CO., gestori, collaboratori autonomi occasionali;
  • Tirocinanti e altri soggetti che percepiscono un reddito di lavoro assimilato.

Secondo le direttive del Decreto Aiuti Quarter non sono previste soglie in base all’ISEE ma restano comunque fuori dalla possibilità di ricevere il bonus i lavoratori statali.

Che tipo di utenze è possibile pagare con il bonus 3000?

Come illustrato dalla Agenzia delle Entrate, nella circolare precedentemente citata, le bollette possono riguardare case o appartamenti ad uso abitativo, sia di proprietà che in affitto (comodato, eccetera) che oltre al dipendente beneficiario sono intestati ad un coniuge o un familiare. Inoltre possono risiedere o essere domiciliati nell’immobile, l’importante è che ne debbano effettivamente sostenere le utenze.

Nel Decreto Aiuti Quarter sono previste anche le bollette intestate al condominio, che quindi poi sono suddivise fra i vari inquilini. La cifra che sarà possibile pagare è naturalmente quella relativa al singolo condomino.

L’importo totale del bonus è di tipo indicativo?

Come già accennato, il bonus bollette previsto dal Decreto Aiuti Quarter dipende molto dalle politiche di welfare aziendale. Certo il tetto massimo si è alzato a 3000 euro – invece dei 600 precedenti – ma in questo budget devono essere inclusi anche i vantaggi generali previsti dall’articolo 51 del TUIR, come per esempio i coupons per il pasto, l’auto aziendale e altri strumenti come il portatile e lo smartphone in dotazione. Perciò dipende molto dai datori di lavoro se e quanto inserire di bonus nello stipendio.

Un’importante precisazione da fare è che sono esclusi dal budget i buoni carburante di 200 euro che sono stati invece conteggiati dal “Decreto Taglia prezzi” alias il Decreto Energia, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n.117 del 20 maggio 2022.

Come fare domanda per il bonus 3000?

Secondo il Decreto Aiuti Quarter non è necessario l’invio di alcuna richiesta, bensì il procedimento indicato dalla Circolare n.35/E del 4 novembre 2022 è quella del rimborso di utenze già pagate. Proprio per questo motivo, il datore di lavoro dovrà conservare i documenti delle spese sostenute e le fatture dei dipendenti beneficiari. La somma rimborsata può essere totale o parziale rispetto alle spese.

L’Agenzia delle Entrate ha previsto che in alternativa alle fatture, il dipendente può fornire anche un atto di notorietà in cui confermare i seguenti dati:

  • A chi è intestata la fattura e il numero di quest’ultima;
  • La tipologia di bolletta;
  • La somma corrisposta;
  • Data e modalità in cui è stato effettuato il pagamento.