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Cambiamenti emotivi post partum e sostegno psicologico

Cambiamenti emotivi post partum e sostegno psicologico

I cambiamenti emotivi post partum sono generalmente temporanei, ma colpiscono molte donne nelle prime settimane dopo il parto. In generale, impediscono alle donne di godersi la maternità, poiché creano sensi di colpa. La donna non è in grado di esprimere ciò che le accade: è un argomento “tabù” di cui è difficile parlare, perché la maternità dovrebbe essere tutta felicità. Per questo motivo, le donne fanno fatica a parlare di quello che sta accadendo loro e provano vergogna.

Tra le influenze negative che contribuiscono a questo senso di vergogna vi sono il concetto di “madre ideale”, “famiglia perfetta” o “donna che può fare tutto”.

È importante ricordare, però, che la maternità è un processo adattamento, ed è normale sentirsi diverse e sbagliare.

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Fattori associati ai cambiamenti emotivi post partum

  • Storia psichiatrica precedente: una storia di depressione precedente aumenta l’incidenza di questi disturbi del 10%-24%. Se le è stata diagnosticata la depressione durante la gravidanza, l’incidenza sale ancora di più (35%).
  • Fattori socio demografici: età molto giovane o tarda, fattori di infertilità prima della gravidanza, storia di aborti multipli, ecc.

I tre disturbi emotivi post partum più frequenti

  1. Lieve depressione post parto: si tratta di una sindrome lieve, normalmente transitoria, che può manifestarsi tra il 20% e 80% delle madri. Di solito si verifica tra due e quattro giorni dopo il parto e scompare senza sequele in circa due settimane. Sintomi: insonnia, ansia, irritabilità, alterazioni dell’appetito, sentimenti di inutilità. È considerato più un processo di adattamento alla nuova situazione che vive la madre. È importante controllare che i sintomi non vadano oltre.
  2. Depressione post parto maggiore: l’esordio avviene tra le due e le tre settimane dopo il parto con un’incidenza compresa tra il 5% e il 22%. I suoi sintomi sono: depressione malinconica, forti sensi di colpa, incapacità di accudire il bambino, sentimenti ambivalenti di amore-odio nei suoi confronti, pigrizia, perdita di memoria, intensa angoscia, panico, tachicardia, disturbi del sonno, problemi di alimentazione, estrema tristezza.
  3. Psicosi post parto: in questo caso è necessario un intervento medico immediato.Un disturbo acuto e grave che si manifesta in 1-2 quasi ogni mille nascite. Compare bruscamente tra il terzo e il nono giorno, ma possono esordire  anche più tardi. La donna presenta debolezza emotiva, grave agitazione, confusione, pensieri disorganizzati, allucinazioni, danni fisici.

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Come aiutare le mamme in questi cambiamenti emotivi?

Durante la depressione post parto lieve, se la paziente lo richiede, dovrebbe andare in terapia con uno specialista in gravidanza, parto e post partum, per ricevere  supporto e informazioni nel suo adattamento. Nella depressione post partum maggiore sarà necessaria una terapia farmacologica puntuale unita a una terapia psicologica specialistica. Se c’è una storia pregressa, sarebbe importante valutare se il paziente assume farmaci prima del parto per prevenire condizioni più gravi. Nella psicosi post partum, l’unica opzione è il trattamento farmacologico e, nei casi più gravi, il ricovero in ospedale.

Un aspetto importante che dobbiamo evidenziare in questa vicenda è la comunicazione mamma/medico/ginecologo, che nel suo controllo post parto dovrebbe chiederle come sta, come si sta adattando e insistere se si osservano comportamenti che ci fanno sospettare, appunto perché non è un argomento facile per la mamma (a volte è il compagno, o comunque un familiare molto vicino alla puerpera  a darci queste informazioni).

Importanza dell’attaccamento madre-bambino

Questa diade è costituita dal comportamento di entrambi, ma molto più importante e attivo è quello della madre, che deve essere quasi costantemente a disposizione del bambino (che può sopraffarla), deve accettare e presumere di essere legata al bambino e deve essere in grado di soddisfare tutti i suoi bisogni accettando il suo nuovo ruolo.

In alcune occasioni, l’“iperreattività emotiva” che avvertirà la madre al momento del puerperio non è un sintomo negativo, ma l’aiuterà a mettersi nei panni del bambino, comprendendo e rispondendo adeguatamente alle sue continue richieste. Il periodo post parto è, in generale, un periodo molto vulnerabile per le donne e per il loro nuovo ruolo in quella diade “madre-bambino” e, pertanto, è necessario un sostegno affettivo/emotivo, familiare e sociale.

È molto importante e necessario dare visibilità a questo momento, normalizzare questa nuova fase della donna al suo nuovo ruolo di madre, con tutto ciò che questo comporta. I cambiamenti emotivi avvengono già durante la gravidanza, durante il parto la donna è predisposta a: separarsi fisicamente dal suo bambino, adattarsi al bambino reale (non quello che ha immaginato durante la gravidanza) e ai suoi bisogni (che non sono molti). E dopo il parto, la donna deve essere emotivamente preparata a provare cose piacevoli e altre che non sono così piacevoli, ma sono “normali”, come sentirsi “strani” quando sta con il bambino, adattarsi al suo vero bambino, imparare a godere all’interno dei disagi (sonno accumulato, allattamento, ecc.).

La donna deve quindi adattarsi al nuovo ruolo di madre, al cambiamento della propria immagine corporea, familiare e sociale.