GUARDA I NOSTRI CORSI GRATUITI >>> ISCRIVITI SENZA IMPEGNO

Asili nido in Italia: una critica all’inadeguatezza del servizio e dei costi elevati

Asili nido in Italia: una critica all’inadeguatezza del servizio e dei costi elevati

La critica di Altroconsumo agli asili nido italiani

L’Italia affronta una sfida significativa nella fornitura di servizi per l’infanzia, come sottolineato dall’inchiesta condotta da Altroconsumo in otto città italiane. La carenza di asili nido e i costi elevati delle rette mettono in evidenza l’inadeguatezza di questo fondamentale servizio, con profonde disparità regionali.

Insufficiente copertura e disparità territoriali

L’inchiesta rivela una copertura inadeguata, con solo il 28% dei bambini che possono accedere a un posto in un asilo nido. Le regioni del Centro e del Nord mostrano percentuali superiori al 31%, mentre al Sud e nelle Isole la copertura scende al 16%. Questa disparità geografica crea un divario significativo nell’accesso ai servizi per l’infanzia, con impatti maggiori nelle regioni meridionali.

Costi elevati: un ostacolo per le famiglie

Le rette negli asili nido comunali raggiungono cifre considerevoli, con famiglie che, a Milano o Torino, pagano fino a 500 euro al mese con un Isee di 30 mila euro. Nei nidi privati, sebbene offrano maggiore flessibilità negli orari, le rette salgono a una media di 640 euro, con picchi fino a 800 euro al mese a Milano. Questi costi rappresentano un ostacolo significativo per molte famiglie italiane, specialmente considerando la difficile situazione economica in cui molte si trovano.

Ritardo italiano rispetto agli standard europei

L’inchiesta evidenzia anche il ritardo dell’Italia rispetto agli standard europei. Mentre il Consiglio Europeo del 2002 fissa uno standard del 33% di copertura entro il 2010, l’Italia, con il suo 28%, si trova in netto ritardo rispetto alla media europea del 37,9%. Paesi come l’Olanda, la Danimarca, la Francia e la Spagna hanno superato il 50%, dimostrando un impegno maggiore nei confronti dei servizi per l’infanzia.

Il PNRR e le sfide da affrontare

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un passo avanti con l’impegno a realizzare 150 mila nuovi posti negli asili nido. Tuttavia, la cifra si attesta a 100 mila in meno rispetto ai 250 mila inizialmente ipotizzati, sollevando dubbi sulla reale risoluzione della carenza di posti.

L’Europa avanza, l’Italia resta indietro

L’Europa si pone obiettivi più ambiziosi per il 2030, mirando al 45% di bambini frequentanti servizi educativi di qualità. L’Italia, con la sua copertura del 28%, rimane indietro rispetto a nazioni come l’Olanda e la Danimarca, che vantano percentuali superiori al 69%.

La conciliazione lavoro-famiglia: una necessità impellente

Altroconsumo ha coinvolto la community di Acmakers in un sondaggio che ha rilevato la necessità di ripensare il sistema di welfare per le famiglie. Mamme e papà richiedono maggiore flessibilità lavorativa attraverso congedi e permessi, insieme a un contributo diretto dallo Stato nel pagamento delle rette degli asili nido. Inoltre, emerge la necessità di supporto durante il periodo estivo, in cui il 93% degli asili nido risulta chiuso ad agosto.

Un appello per investimenti e sostenibilità

La carenza di servizi per l’infanzia e i costi elevati rappresentano nodi critici che devono essere affrontati per sostenere le famiglie italiane e contrastare il calo demografico. L’investimento nella creazione di nuovi posti negli asili nido, norme più flessibili e il contributo diretto dello Stato sono passi essenziali per garantire una conciliazione efficace tra lavoro e famiglia, senza costringere le donne a fare scelte difficili. L’Italia deve accelerare i suoi sforzi per adeguarsi agli standard europei e garantire un futuro migliore per le nuove generazioni.

Leggi anche:

Fentanyl mortale in asilo nido: arrestati due sospettati a New York

Vietate le “stanze per esplorazione del corpo” negli asili tedeschi