Il concetto di salute dopo due anni e mezzo di pandemia ha assunto delle sfaccettature nuove nella quotidianità di ognuno di noi. Il Covid-19 è stato un uragano che ha spazzato via ogni certezza e sicurezza, ha portato morte, solitudine, crisi economica e purtroppo l’aumento di decessi per altre patologie che per la paralizzazione delle strutture sanitarie non hanno permesso cure tempestive ed adeguate. Per questo motivo diventano ancora di più fondamentali le attività di screening che secondo le linee guida ministeriali ogni azienda sanitaria locale italiana sta incentivando.
La costruzione di una “Health Community” ovvero di una comunità di salute è fondamentale per una educazione della salute che rispecchi pieno il principio cardine della Carta di Ottawa (1986) della partecipazione. La salute deve essere una risorsa indispensabile al centro della vita di ogni uomo che migliora di conseguenza la vita della comunità di appartenenza, perché la «“promozione della salute” è il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla salute e di migliorarla».
Cosa sono gli screening?
Il termine inglese screening, che vuol dire “setacciare”, “passare in rassegna”, viene utilizzato in ambito sanitario per indicare un insieme di attività organizzate, finalizzate a individuare precocemente, tramite esami non invasivi, in una popolazione che per età, sesso, familiarità ha un maggior rischio di sviluppare una determinata malattia, le persone che pur non presentando sintomi ed essendo apparentemente sane ne sono invece già affette in fase pre – clinica o iniziale.
Risulta, infatti, un alleato strategico, in quanto identificare la patologia in una fase precoce permette possibilità di trattamento e guarigione (o comunque controllo) più alte.
Per questo motivo, sia gli screening, sia le malattie da individuare e gli esami utilizzati, devono corrispondere a precise caratteristiche.
Cosa è un programma di screening?
Si tratta di un programma di prevenzione che consiste nell’invitare a intervalli di tempo regolari, una determinata fascia di popolazione ad effettuare un esame con l’obiettivo di scoprire la malattia prima della comparsa dei sintomi. In particolare, un programma di screening oncologico, è un intervento organizzato e controllato di sanità pubblica che ha come obiettivo la diagnosi precoce di un particolare tumore.
I programmi di screening devono essere sostenibili e, quindi, si rivolgono alle persone con più alte probabilità di sviluppare una patologia. Gli screening condotti come attività di sanità pubblica sono strumenti efficaci per ridurre le disuguaglianze di salute tra diversi gruppi sociali che, purtroppo, la pandemia ha ancora una volta messo in luce.
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Gli screening utilizzano esami:
- sicuri: la maggior parte delle persone che si sottopongono ai test di screening è sana, perciò è fondamentale che gli esami abbiano il più basso livello possibile di effetti collaterali e rischi;
- accettabili: è difficile che una persona che ritiene di essere sana si sottoponga a esami fastidiosi o complessi; all’interno degli screening è, dunque, necessario scegliere test che siano quanto più accettabili per i cittadini;
- attendibili: che la gran parte delle persone che si sottopone agli screening risulti perfettamente in salute non significa che gli screening possano utilizzare esami di “serie B”. Essi devono, anzi, permettere di identificare le persone malate con la maggiore precisione possibile ma, rivolgendosi a persone quasi certamente sane, soprattutto non devono diagnosticare erroneamente una malattia in chi non ne è affetto.
Gli screening sono effettuati a intervalli regolari perché una malattia possa essere diagnosticata in modo precoce è fondamentale che gli screening siano riproposti per tutto l’arco di tempo in cui:
- la malattia ha maggiori probabilità di svilupparsi
- un eventuale intervento terapeutico dia effettivi vantaggi in termini di guadagno di tempo e/o di qualità di vita.
Gli screening sono articolati in più livelli. I test impiegati negli screening hanno caratteristiche tali che una eventuale positività all’esame non equivale a una diagnosi certa di malattia. Per questo, in caso di positività, tutti gli screening prevedono specifici esami di approfondimento che diano una diagnosi definitiva. Inoltre, in caso di ulteriore conferma, prevedono un preciso iter terapeutico che garantisca omogeneità di trattamento a tutti i cittadini.
Infine, gli screening rispettano le evidenze scientifiche. Tutti i passaggi sono effettuati secondo le indicazioni della ricerca scientifica, in base alla quale si determinano:
- la popolazione su cui eseguire gli esami
- gli esami da effettuare e gli iter terapeutici in caso di positività
- l’intervallo tra due round successivi di screening.
Sorveglianza e prevenzione: la normativa italiana
In Italia gli screening oncologici sono offerti gratuitamente alle persone appartenenti alle fasce di età considerate a maggior rischio, nel rispetto del DPCM 12 gennaio 2017 sui nuovi Livelli essenziali di assistenza (Allegato 1 – Livello Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica – area F “Sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la promozione di stili di vita sani ed i programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione nutrizionale”) – essi sono:
- collo (cervice) dell’utero
- mammella
- colon retto
L’attivazione di campagne di screening per questi tre tumori è sostenuta a livello nazionale ed internazionale, perché rappresentano patologie di grande rilevanza epidemiologica e i dati statistici dimostrano come in alcuni casi lo screening riesca ad evitare l’insorgenza del tumore e in altri salvare la vita.
Secondo le linee guida del Ministero della salute:
- Lo screening per il cancro della mammella si rivolge alle donne dai 50 ai 69 ANNI cadenza biennale;
- Lo screening per il cancro del collo dell’utero si rivolge alle donne dai 25 ai 64 anni con cadenza triennale;
- Lo screening per il cancro del colon retto è rivolto a uomini e a donne dai 50 ai 74 anni con cadenza biennale.
Tutte le iniziative di promozione della salute, veicolate dai social media e dal passaparola sono atte a favorire una ampia adesione dei cittadini alla campagna di sensibilizzazione.
Nel caso di esito positivo degli esami ogni azienda sanitaria prevede protocolli di accompagnamento per l’ulteriore iter di approfondimento diagnostico e di cura.