Abbiamo potuto iniziare a conoscere Antonella Viola durante il confuso e caotico periodo del Covid, soprattutto attraverso i suoi interventi chiarificatori nella nota trasmissione Le parole della settimana (ora intitolata su La7 In altre parole) presentata dal conduttore, nonché giornalista e scrittore, Massimo Gramellini.
Antonella Viola è una nota scienziata, biologa, divulgatrice scientifica e editorialista per il quotidiano La Stampa di Torino; ricercatrice e studiosa del funzionamento del sistema immunitario, ha scritto nel 2023, insieme ad un altro autorevole professionista, Antonio Paoli, specializzato in Medicina dello Sport, Il digiuno intermittente, tutti i benefici dell’alimentazione circadiana (e le risposte ai tuoi dubbi).
Digiuno intermittente inteso e promosso, spiegato e sapientemente divulgato, dagli autori succitati, come valido sostegno e aiuto nel contrasto di alcune patologie importanti, come: malattie cardiovascolari, diabete e malattie neurodegenerative, tutte causate da una infiammazione cronica sistemica, una infiammazione silente che va ad intaccare molti dei nostri organi interni più importanti.
COSA VUOL DIRE INFIAMMAZIONE SILENTE E COME AGISCE IL MECCANISMO DELL’ AUTOFAGIA PER CONTENERLA?
Antonella Viola elenca con precisione le cause dell’infiammazione silente, infatti altri gli scienziati insieme a lei concordano sulle più comuni e certe:
- Sedentarietà;
- stress cronico;
- soprattutto la malnutrizione, ovvero una squilibrata alimentazione con conseguente accumulo di grasso, il primo veicolo dell’infiammazione.
Proprio il tessuto adiposo in eccesso provoca tale infiammazione, come emerge dagli studi riportati nel libro della dottoressa Antonella Viola e il professore Antonio Paoli, citando testualmente parte di queste evidenze scientifiche divulgate dai due professionisti: “[…] quando il tessuto adiposo non è in equilibrio col resto del corpo, le adipochine in eccesso (molecole rilasciate dal tessuto adiposo) o sbilanciate favoriscono la comparsa di malattie metaboliche come il diabete, malattie cardiovascolari e infiammatorie o il cancro“.
Ecco, dunque, che per contrastare efficacemente questa infiammazione cronica “silente” (non si sente e percepisce per anni) che colpisce gli organi interni, la Dottoressa descrive il meccanismo che agisce per contenerla: l’autofagia. Il termine autofagia significa “mangiar se stessi”, cioè una auto-digestione capace di eliminare quante più cellule danneggiante possibili, cellule che non possono più riprodursi, dividersi o replicarsi, anzi, invecchiando rilasciano una secrezione altamente dannosa per gli organi, secretoma senescente, in grado proprio di provocare l’infiammazione.
Questa “pulizia”, prevenendo l’infiammazione e le conseguenti malattie già citate in precedenza, patologie a più livelli e di diversa gravità, senza tralasciare le malattie neurodegenerative, riesce ad attivarsi attraverso quello che è il nucleo, il tema centrale del testo e su cui, come afferma la dottoressa Viola: “Regna confusione”. Una pratica che si sta diffondendo ma che necessita dei dovuti chiarimenti scientifici: il digiuno circadiano (circa di un giorno), ma noto a molti come “digiuno intermittente”.
COSA SI INTENDE, IN PRATICA, PER DIGIUNO CIRCADIANO O “DIGIUNO INTERMITTENTE”: IL FUNZIONAMENTO E LA SUA UTILITÀ
Digiunare per più di 12 ore, tra le 12 e le 16 ore, quindi, come riporta il libro, significa non poter più utilizzare il glucosio per fornire energia al cervello; portandosi a livelli bassi, ecco che al suo posto vengono spezzettati i grassi, “mobilizzati”, in più parti, i corpi chetonici, che riescono a passare la barriera emato-encefalica. Ovviamente, senza digiuno ciò non potrebbe avvenire; i corpi chetonici divengono energia per il cervello, una fonte da cui trarre energia, alternativa al glucosio.
Secondo quanto spiega la dottoressa Viola, quindi la ricerca scientifica e gli studi su cui si basa, il digiuno intermittente, rispettato per almeno 12 ore, permetterebbe di ridurre la massa corporea, eliminando il grasso in eccesso, impedendo l’azione dell’infiammazione silente, prevendendo le malattie metaboliche croniche e favorendo anche una migliore sensibilità all’ormone dell’insulina (ormone che stimola il fluire degli zuccheri nel sangue, farli entrare nelle cellule).
Per quel che riguarda la fascia oraria più consigliata, gli esperimenti e i dati scientifici ci dicono essere quella serale/notturna. Dunque, si ottengono migliori risultati se entro le 16:00 si terminano i pasti, se la “finestra temporale” non si protrae oltre il primo pomeriggio. Il digiuno serale e notturno, circa 16 ore consecutive, sembra il più efficace per quanto riguarda il miglioramento e il mantenimento dello stato di salute e del metabolismo, di conseguenza è resa più evidente la perdita di grasso, del tessuto adiposo in eccesso. Certamente non deve considerarsi uno schema fisso valido e adatto per tutti.