La parola educare deriva dal latino “educěre” che vuol dire “tirare fuori , allevare”… qualcosa di nascosto. Il concetto di educazione nel tempo è cambiato, esso è stato interpretato da filosofi e psicologi, fino ad arrivare ai giorni nostri. Ciò che accomuna le varie tesi è la dicotomia del concetto: buona educazione e cattiva educazione. Nel primo caso i genitori impartiscono dei buoni modelli educativi, sani e giusti, mentre nel secondo caso le famiglie non riescono in modo proficuo nel compito.
L’educazione nella cultura classica
Nell’opera Vite dei Filosofi, Diogene Laerzio scrive:
“l’educazione è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell’avversa. I genitori che educano i figli meritano onori maggiori dei genitori che hanno solo generato: questi infatti diedero la vita, quelli procurarono il viver bene” (V, 1 ,19).
Nella stessa opera, lo storico greco riferisce che Aristotele,
“era solito dire che l’educazione ha bisogno di tre elementi: attitudine naturale, studio ed esercizio” ( V,1,18) e che “insegnava al discepoli ad esercitarsi su un tema determinato e insieme li allenava ai dibattiti oratori” (V,1,3).
Il Filosofo, adduce lo stretto nesso tra educazione e la felicità. La riflessione di Aristotele sulla felicità prosegue con una considerazione sulla vita associata, c.d. polis: “L’uomo è un animale sociale” e l’educazione è stata da sempre un’esigenza sociale.
Nell’antica Grecia, il compito di educare era legato al ruolo del ginnasta. Proprio perché il corpo doveva trasmettere la bellezza interna, l’anima e lo spirito della persona. In tenera età i bambini, venivano affidati al maestro- ginnasta- in modo da plasmare il proprio corpo acquistando possenza fisica ed abilità necessarie per affrontare la vita, poi successivamente l’alunno si dedicava ad altri studi e materie (matematica, filosofia, ecc…).
La civiltà greca, “passa il testimone” alla civiltà romana, ove il compito di educare era affidato al retore. L’educazione non è improntata sulla bellezza fisica, ma su quella intellettiva, il saper esprimersi bene…rispecchiava la bellezza dell’anima.
L’età moderna
Nell’era moderna, i genitori hanno l’arduo ruolo di essere educatori dei propri figli, coadiuvati poi dagli insegnati scolastici. Una buona educazione è sinonimo di una società ideale e pacifica.
L’educazione non è però un dato scontato, spesso esistono realtà in cui essa viene preclusa ai bambini, seppure questa sia un diritto fondamentale per gli infanti.
Il diritto all’educazione è sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 (articoli 28 e 29). Si parla di educazione anche nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in particolare, l’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero 4 mira a «fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità permanenti di apprendimento per tutti» entro il 2030.
Il mio lavoro con i minori stranieri non accompagnati, mi porta a condurre indagini sociali sui minori circa il nucleo familiare d’appartenenza e l’aspetto socio-educativo condotto nel proprio Paese. Purtroppo, la stragrande maggioranza di costoro hanno frequentato pochi anni di scuola o, nel peggiore dei casi, sono del tutto analfabeti. Ricerche statistiche, infatti, riportano che nel mondo 1 bambino su 5 non frequenta la scuola.
Educazione e Istruzione
Nel 2023 sarà celebrata la quinta ricorrenza della Giornata Internazionale dell’Istruzione. Educazione ed istruzione sono per l’UNESCO le armi bianche per contrastare guerre, favorire il dialogo interculturale e lo sviluppo sostenibile. La nascita dell’UNESCO nel 1945 fu promossa dai ministri dell’educazione dei paesi alleati proprio con l’obiettivo di creare attraverso il sostegno all’educazione condizioni per una pace duratura
Come diceva Nelson Mandela
“l’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo”.
L’UNICEF ha individuato quattro aree prioritarie per la tutela e il benessere degli under 18, tra cui l’Educazione di Qualità, oltre a Salute Mentale e Benessere Psicosociale, Non Discriminazione, con particolare attenzione a minorenni rifugiati, migranti e richiedenti asilo e Cambiamento Climatico e Sostenibilità.
A questo link è possibile accedere alla proposta educativa UNICEF per l’A.S. 2022-23 con approfondimenti di ognuna di queste aree attraverso materiali didattici su varie tematiche.
Il sistema educativo italiano mostra diverse “scoperchiature”, ovvero ci sono aree della conoscenza che non fanno parte del bagaglio delle ultime generazioni nonostante siano fondamentali per la crescita della persona e di conseguenza per il miglioramento della società nel suo complesso.
Tra le molte possibili, quattro sono sembrate di particolare rilevanza: la scienza e la tecnologia, l’arte e la musica, l’ambiente e l’educazione alla cittadinanza attiva.
La società moderna ha condotto a maggiori libertà nel fare ciò che piace senza pensare alle conseguenze e, quindi, a un indebolimento dei legami. Lasciati a loro stessi, come aveva ben intuito Durkheim, gli uomini sono destinati a cadere vittime dei loro desideri senza fine.
Proprio per questo ci vuole l’educazione.
Benedetto XVI, nella sua Lettera alla Diocesi di Roma del 21 gennaio del 2008, sosteneva che le odierne difficoltà ad educare dipendono
“da una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita. Diventa difficile, allora, trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita”.